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P. Spadaro: Papa Francesco, leader grande vicino ai piccoli

Un “Pontificato poliedrico”, sostenuto da un messaggio di misericordia e caratterizzato da un linguaggio nuovo che manifesta una chiara leadership nel momento stesso in cui riesce comprensibile a chiunque. Sono alcuni dei tratti del ministero di Papa Francesco, messi in risalto dal gesuita padre Antonio Spadaro, direttore della rivista “Civiltà Cattolica”. Davide Dionisi gli ha chiesto in quale momento cada, per la Chiesa cattolica, il secondo anniversario del Pontificato:

R. – E’ un momento molto intenso, in cui sono attivi vari processi avviati da Papa Francesco, in modo particolare il processo sinodale che per lui ha un’importanza straordinaria. Cioè, l’intera Chiesa è in movimento non solo a riflettere, ma a raccogliere esperienza. In questo, la leadership di Papa Francesco risulta molto importante, perché è una leadership dal profilo alto – moralmente – ma capace di suscitare dal basso delle riflessioni. Poi, è un momento storico molto intenso, ricco di aspetti interessanti ma anche pieno di tensioni, tensioni difficili soprattutto nelle tensioni che vediamo nel mondo, in Medio Oriente in particolare. In tutto questo, la parola chiave che il Papa ha usato nei suoi viaggi internazionali è stata la parola “armonia”.

D. – Cosa pensò il 13 marzo di due anni fa, quando fu annunciata l’elezione papale dell’allora cardinale Bergoglio? Fu sorpreso?

R. – Sorpresa totale! Anzi, ricordo che mezz’ora prima dell’elezione un vaticanista mi chiese se l’elezione di Bergoglio potesse avvenire, potesse essere reale. Risposi chiaramente no, che era assolutamente impensabile. Quindi una grande sorpresa, grande stupore, seguito poi dalla sorpresa di vedere come quest’uomo si comportava, le parole che diceva… Quindi, un’esperienza di stupore, assolutamente.

D. – Quali i tratti più caratterizzanti del Pontificato di Papa Francesco?

R. – Sono tanti. Direi che è un Pontificato poliedrico, per usare un’immagine molto cara al Pontefice. Direi che forse la cosa che mi colpisce in modo particolare in questo momento è la dimensione del linguaggio. Il linguaggio del Papa è un linguaggio molto vicino alla gente, al sentire comune, direi quasi al linguaggio di strada, quindi tutti lo comprendono. Eppure, questo linguaggio così semplice e così vicino esprime una grande capacità di essere guida, di essere leader. Ricordo un leader musulmano, tra l’altro, che ha conosciuto Papa Francesco molto tempo fa, mi disse che con la sua elezione nel 2013 il mondo aveva acquistato un leader. Non solo, quindi, leader per i cattolici, ma una persona capace di dire una parola di significato morale per tutti.

D. – Papa Francesco può essere considerato, secondo lei, un Pontefice comodo, scomodo oppure…

R. – Non è né comodo, né scomodo. E’ un Pontefice che ritengo adatto al tempo che stiamo vivendo. In fondo, visto da uno sguardo di fede il Signore provvede alla sua Chiesa nel tempo presente dando alla Chiesa la guida che le serve per andare avanti nel suo cammino. Quindi, direi la guida giusta, che ha degli aspetti di “comodità”, nel senso che la gente si ritrova nelle sue parole, lo capisce, percepisce il suo messaggio. “Scomodo” perché evidentemente il messaggio di Francesco non è affatto un messaggio dolce o “zuccheroso”, come lui stesso dice, ma invita a un impegno, a una lotta quotidiana.

D. – Che giudizio può dare degli interventi pubblici di Papa Francesco, fatti attraverso gli scritti, le catechesi o i discorsi pronunciati durante i viaggi in Italia e all’estero?

R. – Sento che il motivo profondo che spinge Papa Francesco a parlare è far sentire la misericordia di Dio: lo ripete sempre, in vario modo e in molti contesti. Cioè, il Signore non è un Dio che punisce, non è un Dio sorvegliante, non è un Dio che fustiga, ma è un Dio che offre misericordia e soprattutto accoglie le persone, qualunque sia la condizione di vita che esse vivano. Quindi, diciamo che il motore, l’impulso fondamentale del suo magistero è un impulso missionario, capace di far cogliere le braccia di Dio che abbracciano ogni singolo uomo.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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