L’Onu ha fissato al 22 Gennaio la data per la conferenza di pace sulla Siria, Ginevra 2. Lo ha annunciato il segretario generale Ban Ki Moon. La conferenza porterà il ”governo siriano e l’opposizione a un tavolo negoziale per la prima volta dall’inizio del conflitto siriano”. La decisione giunge mentre la contabilità della morte in Siria va avanti inesorabile – almeno 160 tra ribelli e soldati sono stati uccisi tra sabato e domenica in violenti combattimenti nella regione della Ghouta orientale, a est di Damasco, considerata una ‘roccaforte’ degli insorti – e non vengono risparmiati nemmeno i bambini. In base alle informazioni dell’Osservatorio siriano dei diritti umani, i ribelli sono in difficoltà. Di fronte al recente successo dell’esercito nella provincia di Damasco, che ha bloccato la fornitura degli ‘insorti’ ai quartieri meridionali della capitale, i ribelli cercano di difendere la loro roccaforte principale a est e di rompere l’assedio imposto da mesi dalle forze regolari. Cosa stà avvenendo realmente in Siria? I bambini che vediamo sulla foto sono stati uccisi realmente da bombe chimiche? Oppure si tratta della più grande montatura mediatica internazionale dopo la guerra con Saddam Hussein? Certamente chi paga sono gli innocenti, le donne, gli anziani, i malati. Evidentemente ogni governo locale ha le sue responsabilità di cui deve rendere conto. Così come la Comunità internazionale, la quale ancora non è riuscita a stabilizzare secondo i vari trattati la pace in quella tormentata regione attraversata prima dalla primavera araba e poi dal gelido inverno delle violenze. Tutti hanno delle responsabilità enormi sulla morte della popolazione. Nessuno deve alzare la mano contro i fratelli. Né tantomeno strumentalizzare la loro morte per fini politici e propagandistici.
E mentre la guerra civile continua,
a Londra è stato pubblicato un rapporto scioccante dell’Oxford Research. Delle 11.420 vittime nella guerra di eta’ inferiore ai 17 anni, 2.223 – vi si legge – sono morti nella zona di Aleppo, 389 sono stati uccisi da un cecchino, 764 ”sommariamente giustiziati” e più di 100 sono stati ”torturati”. Nel tragico computo ci sono anche 128 giovanissimi morti nell’attacco chimico di Ghouta avvenuto il 21 agosto scorso. Dopo l’”attacco chimico”, l’attenzione internazionale –e soprattutto quella americana-, ha cercato di reagire annunciando operazioni militari nell’area in questione. Conosciamo bene l’esito delle trattative, che hanno portato la Russia a diventare per le super potenze mondiali, punto di riferimento per scongiurare interventi armati senza mandato dell’ONU. Cerchiamo di leggere ciò che avviene nella prospettiva delineata da Antonio Rispoli: Il 21 agosto una terribile notizia è stata data da tutte le Tv e da tutti i giornali: Bashar al Assad, presidente della Siria, ha usato gas nervini contro la popolazione civile. Ora, le menzogne sui mass media di come vanno le cose in Medioriente sono la norma; ma quando sono menzogne create solo per giustificare future stragi, come in questo caso, diventa criminale. Esattamente come i mass media nel 2003 ripetevano a tamburo battente che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa. Quella menzogne è costata oltre un milione di morti, negli ultimi 10 anni, quasi tutti civili. Vediamo perchè sono menzogne, iniziando da motivazioni logiche e terminando con motivazioni di fatto.1) Assad sta vincendo. Nonostante i mass media occidentali fanno di tutto per nasconderlo e nonostante Assad sia costretto a combattere con un braccio legato dietro la schiena (non può sguarnire di soldati il confine con Israele nè quello con l’Iraq, altrimenti i soldati israeliani o statunitensi lo invaderebbero). L’esercito mercenario agli ordini degli Usa che ha iniziato 3 anni fa a mettere a ferro e fuoco il Paese è ormai a pezzi. Tra morti, feriti e catturati, l’esercito mercenario ha perso circa 80 mila uomini. Le diserzioni sono migliaia ed ormai le truppe stanno andando in pezzi. Con questi presupposti, che motivo avrebbe Assad di usare armi chimiche? Anche se ne avesse avuto l’idea, l’avrebbe usata sui campi di addestramento in Turchia, non sui propri cittadini. E poi dove? Nella capitale Damasco. Così un colpo di vento gli rimandava i gas velenosi a casa.
2) “Assad ha usato missili a gas”. Dato che le truppe siriane possono arrivare a pochi chilometri, perchè non usare proiettili di artiglieria al posto dei missili? Sono più economici, più pratici e sulle brevi distanze molto più efficaci.
3) Il video fatto dall’opposizione. E qui arriviamo alla fase più divertente. C’è un video trasmesso da tutti i TG, proveniente “dall’opposizione”, come hanno detto tutti. In realtà proviene dall’Osservatorio dei Diritti Umani in Siria, nome di facciata dietro cui agisce un agente dei servizi segreti inglesi (e già questo la dice tutta sulla loro affidabilità). Si vedono tante persone stese, e vengono indicati come i morti causati dal gas nervino. Ora, guardando con attenzione, si notano alcuni dettagli. Per esempio che in alcune immagini si notano siringhe infilate nella pancia o nel braccio di alcuni dei “morti”. Ma a che serve? Quando si muore, il sangue smette di circolare. Quindi, iniettare qualcosa è assolutamente inutile, quel qualcosa rimane nella zona in cui la siringa è infilata e non si diffonde nel corpo. E poi, ad uno che è morto a che serve? La cosa è sospetta, quindi. Insomma, il video e le foto sanno di falso.
4)
Ma se le cose stanno così, perchè questa menzogna? Semplice: come ho detto, è il bis del 2003. Ma oggi, dopo le bugie dette dai mass media negli ultimi anni sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, sul nucleare iraniano (anche se sull’argomento nei giorni scorsi, i potenti hanno firmato un accordo). Guardate questo video. Le immagini sono dure e drammatiche, e non vogliono difendere nessuna posizione. Cerchiamo di riflettere seriamente su ciò che avviene ogni giorno in quella martoriata terra di Siria. DonSa
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