Alto,
magro, ascetico: è l’esorcista più anziano d’Italia. Padre Francesco
Cavallo, della comunità dei Missionari Saveriani di Salerno, ha da
poco compiuto cent’anni, festeggiato dai superiori, dai confratelli,
dall’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Andrea Bellandi, e da una
folla di fedeli. Padre Cavallo nasce infatti il 16 novembre 1919, anche
se la sua nascita venne registrata successivamente, il 2 gennaio 1920, a
Bari. Nonostante l’età avanzata, continua a svolgere con amore il suo
ministero di confessore ed esorcista, consigliando quanti si rivolgono
a lui. «Sono grata a padre Cavallo – dice una sua figlia spirituale,
Adele Perrotti – perché mi ha insegnato l’amore per i poveri, la
centralità dell’Adorazione eucaristica e l’urgenza di pregare per i
lontani ». Autore di alcuni libri di spiritualità, padre Cavallo
colpisce per la saggezza e l’ottima memoria. Racconta con precisione la
sua lunga vita, arricchendo il racconto anche con qualche citazione
latina.
Avevo diciotto anni, tutti i giorni partecipavo alla Messa delle sette. Una mattina, dopo la Comunione, pensai: «Gesù, ti sei dato a me. Quanto amore! Io cosa posso fare per te?». In quel momento decisi di diventare missionario. I miei genitori non si sarebbero opposti alla vocazione sa- cerdotale, ma erano contrari a quella missionaria, perché allora significava andare lontano dalla famiglia, morire in terra straniera. Ma io sentivo che la volontà di Dio per me era questa e tenni duro con una forza improvvisa, che non era mia. Nell’agosto 1940 partii per San Pietro in Vincoli, frazione del comune di Ravenna, dove c’era il noviziato dei padri saveriani. Un anno dopo, pronunciai con gioia i tre voti insieme al voto di andare in missione. A Parma feci gli studi di teologia e filosofia e il 17 agosto 1947 fui ordinato sacerdote.
Venni inviato negli Stati Uniti d’America dove doveva essere aperta una comunità di saveriani per accogliere le vocazioni dei giovani americani. Rimasi per tredici anni nella diocesi di Boston. Successivamente la mia destinazione fu l’ Africa, in Sierra Leone. Venni poi richiamato in Italia, poiché mi era stato affidato il compito di maestro dei novizi. In questo periodo seguii la formazione di circa trecento giovani.
Venni nominato esorcista nel 1979 da monsignor Giovanni Bianchi, vescovo di Pescia, in Toscana. L’ incarico mi venne poi confermato da altri vescovi. Ho fatto l’esorcista in Toscana, poi nel Santuario di Montevergine e in quello di Pompei. Anche ora continuo a ricevere chi ha bisogno di aiuto. Grazie alla bontà di Dio ho un certo bagaglio di esperienza. Interrogo le persone per capire se le loro sofferenze sono dovute a cause naturali, a delle malattie o se si tratta di fenomeni causati da satana. Ringrazio il Signore che mi ha conservato la lucidità mentale, così posso fare esorcismi, confessare, consigliare.
Il Signore nella sua immensa tenerezza mi ha fatto incontrare san Pio da Pietrelcina, il beato Giustino Russolillo, la venerabile madre Gemma Eufemia Giannini.
Ci testimoniano che quod aeternum non est, nihil est. I beni di questo mondo sono transitori. Perché attaccarsi alle ricchezze, ai posti di prestigio, di comando? Sono temporanei. Ciò che davvero conta è solo fare la volontà di Dio. Siamone certi: Dio è amore, tutto quello che vuole o permette è per amore.
Credit: Avvenire
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