Francesco ha celebrato questa mattina la Messa a Santa Marta con la comunità di Rouen in suffragio del sacerdote francese sgozzato in chiesa lo scorso 26 luglio: «E’ martire e ha avuto la lucidità di accusare l’assassino dicendo: vattene Satana!». Il vescovo Lebrun: «Il Pontefice mi ha detto che il prete ucciso adesso è beato»
CHI ERA QUESTO SACERDOTE? Un uomo buono, di grande carisma con 50 anni di sacerdozio alle spalle: è descritto così padre Jacques Hamel, 86 anni, sacerdote presso la chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen, ucciso da due attentatori che sono entrati in azione martedì 26 luglio e hanno preso in ostaggio il sacerdote, due suore e due fedeli (nell’attacco è rimasta ferita in modo grave anche un’altra persona).
«Un prete coraggioso per la sua età»
Padre Jacques Hamel era nato nel 1930 a Darnétal nel dipartimento della Senna Marittima, in Normandia. Era stato ordinato sacerdote nel 1958 e nel 2008 aveva celebrato il suo giubileo d’oro, i suoi 50 anni di servizio. Era prete ausiliario nella parrocchia di Saint-Etienne-du-Rouvray: «Un prete coraggioso per la sua età. I sacerdoti hanno il diritto di andare in pensione all’età di 75 anni ma lui si sentiva ancora forte. “Non ci sono abbastanza preti” diceva e quando poteva serviva ancora messa» ha ricordato padre Auguste Moanda-Phuati, il parroco.
Esplora il significato del termine: Il ricordo del parroco: «Era un uomo di pace»
«Un uomo di pace, un buon sacerdote che è stato sempre al servizio delle persone, molti parrocchiani lo conoscevano bene» ricorda ancora il parroco. E a lui fanno eco i tanti fedeli che ricordano padre Jacques con dolcezza. «È il prete che aveva sposato i miei genitori e che mi ha battezzato» ricorda un utente su Twitter; «Sono indignato, sconvolto, triste. Padre Jacques mi aveva battezzato e poi mi aveva insegnato il catechismo» commenta un altro.Il ricordo del parroco: «Era un uomo di pace»
Il “testamento” di padre Jacques: «Pregate per vivere meglio insieme»
«Le vacanze sono un momento per prendere distanza dalle nostre attività abituali. Si tratta di un momento di relax, ma anche di guarigione, di incontri, di condivisione, di convivialità» scriveva a giugno padre Jacques in una lettera aperta pubblicata sul blog della parrocchia, in cui invitava i suoi concittadini a godere del tempo delle vacanze estive per «incontrare parenti e amici e per sperimentare qualcosa insieme» e che oggi risuona come un testamento. «Un tempo per essere rispettosi degli altri, chiunque essi siano» scriveva ancora come un messaggio profetico che di poche settimane ha preceduto la sua atroce morte per mano dei due attentatori che hanno agito in una mattina di fine luglio. «Pregate per coloro che sono più bisognosi, per la pace, per vivere meglio insieme […] Lasciate che le vacanze ci permettano di fare rifornimento di gioia, amicizia e relax».
Redazione Papaboys (Fonte www.corriere.it)
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