C’è un aneddoto che si legge a volte nei libri che parlano di S. Pio da Pietrelcina e che si riferisce alla corona come arma, ed è il seguente, che riporto così come lo ricordo.
Una sera P. Pio rivolgendosi al confratello che lo aiutava a mettersi a letto gli disse: “Guagliò, prima di andare, pigliami l’arma”, meravigliato il confratello, che non sapeva a cosa si riferisse, glielo fece presente: “Quale arma le devo prendere?”, “quella che sta nella tasca dell’abito” rispose P. Pio. Il frate, anche se titubante, dato che forse pensava anche ad uno scherzo, pose la mano nella tasca dell’abito e disse “P. Pio, ma qui non c’è nessun’arma”. Il Padre insisteva: “Vedi bene che ci dev’essere”. Il frate per non contraddirlo rimise la mano nella tasca e poi disse: “Padre qui c’è solo la corona del Rosario, non c’è nessuna arma”, e P. Pio rispose “E ché, non è un’arma quella?”. Il frate finalmente capì a cosa si riferisse il padre e restò senz’altro edificato e sereno.
Dalla frase di P. Pio e dall’episodio narrato si comprende bene che la corona del santo rosario era usata da San Pio come arma. E sapendo che la usava continuamente durante il giorno e la notte si capisce che era sempre armato. Ora se volessimo capire cos’è un’arma troviamo nel dizionario italiano questa definizione: “tutto ciò che serve all’uomo quale strumento di offesa o di difesa”.
Quindi P. Pio era sempre armato perché conduceva in modo diuturno una battaglia, e l’arma, la semplice e umile arma del santo rosario, che non fa male a nessuno, anzi fa del bene a tutti, gli serviva di offensiva e di difesa contro il nemico spirituale, il maligno. Infatti nella frase su riportata dice: ”La corona è un’arma potente per mettere in fuga il demonio, per superare le tentazioni”.
San Pietro apostolo nella sua prima lettera avverte:”Vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1Pietro 5,8). Ecco ciò che faceva San Pio, resisteva agli assalti del “leone ruggente”, il diavolo, combattendo con fede intrepida ed umile: pregando tante e tante corone di rosario ogni giorno e notte.
“La missione di combattere il diavolo gli fu preconizzata in due visioni prima del suo ingresso in convento. Nella prima, il giovane vide accanto a sé un uomo maestoso di rara bellezza, splendente come il sole. Era Gesù Cristo, che prendendolo per mano gli disse: «Vieni con me perché ti conviene combattere da valoroso guerriero» e lo condusse in un’ampia radura dove si trovava una moltitudine di uomini divisi in due schieramenti. Da un lato erano bellissimi e indossavano vesti bianche, dall’altra erano orridi mostri in vesti nere. Il giovane annota: «Se ne stava quest’anima tutta intenta ad ammirare questi due gruppi di uomini, ecco all’improvviso avanzò in mezzo di quello spazio, che divideva i due gruppi, un uomo di smisurata altezza da toccare con la fronte le nuvole».
Malgrado lo spavento di trovarsi di fronte a quell’orribile mostro, Cristo gli assicurò: «Fatti animo, entra fiducioso nella lotta, avanzati coraggiosamente che io ti starò d’appresso; io ti aiuterò e non permetterò ch’egli ti abbatta». L’urto fu terribile, ma il giovane ne uscì vittorioso. Gesù gli disse: «Egli ritornerà sempre all’assalto per rifarsi dell’onore perduto; combatti da valoroso e non dubitare del mio aiuto». I personaggi orridi, dopo la sconfitta del loro capo, si diedero alla fuga. In una seconda visione, il giovane capì chiaramente che lo scopo della sua entrata in religione era la lotta contro l’infernale personaggio.” (Padre Pio luce e mistero, Patrizia Cattaneo, Armando Curcio Ed. apr. 2009).
Lo strumento, l’arma del santo rosario, sgranata continuamente ha permesso a P. Pio di resistere e di mettere sempre in fuga l’avversario, vincendo le sue tentazioni, anche se spesso l’ha pagata cara a livello anche fisico, e gli ha fatto “conquistare il Cuore di Dio”.
Un’altra frase di San Pio è questa: ”La preghiera è l’effusione del nostro cuore in quello di Dio… Quando essa è fatta bene, commuove il Cuore divino e lo invita sempre più ad esaudirci.”. Col santo rosario il padre effondeva il suo umile cuore in quello di Dio. Certo non è da pensarsi che era sempre e tutta una dolcezza, ed è ben noto dagli scritti e dalle biografie su San Pio. Anche quella era una lotta, a somiglianza di quella che affrontò Giacobbe. Ma era una lotta che mentre allontanava, come abbiamo già detto, il demonio, così viceversa avvicinava il Cuore di Dio, di Gesù, della cara mammina la Madonna. Così come Giacobbe ottenne la benedizione da Dio dopo la lotta notturna, P. Pio otteneva con la sua preghiera grazie su grazie. E senz’altro tante volte era anche una preghiera estasiante, deliziante, era una vera refezione corroborante per l’anima. Certamente la sua preghiera era “fatta bene” per questo veniva esaudita tante e tante volte, perché faceva “commuovere” il Cuore divino, sì da esaudire le richieste umili e fiduciose e piene di amore e di zelo per i fratelli, per la salvezza delle loro anime.
E’ senz’altro per noi un modello ammirevole e da imitare il caro San Pio da Pietrelcina.
Apprendiamo da lui e facciamoci aiutare dalla sua preghiera, ancor più valida in Paradiso, dove è completamente e per sempre con Dio e in Dio, perché anche noi possiamo arrivare a pregare bene ed anche tanti rosari durante la nostra vita. Possiamo combattere come lui con quest’arma potente per allontanare da noi, dai nostri cari e dalla società, dalla Chiesa stessa, nei suoi figli peccatori, il nemico delle nostre anime, il maligno ingannatore ed usurpatore. Possiamo crescere e restare “saldi nella fede”, far diventare sempre più forte la speranza e far “esplodere” sempre più ampiamente in noi la carità, l’amore vicendevole, il rispetto e la tenerezza verso il prossimo. Possiamo, come lui ottenere tante grazie dalla Madonna, che sempre ha inculcato la recita del santo rosario a coloro cui si è benevolmente manifestata. Lo stesso Santo spiegava a quanti gli stavano accanto: «Se l’Immacolata a Lourdes e ancora più il Cuore Immacolato a Fatima hanno raccomandato con insistenza la preghiera del Rosario, non significa forse che questa preghiera ha un valore eccezionale per noi e per i nostri tempi?».
Testimonia poi, a proposito della lotta col nemico, padre Pio stesso nelle varie lettere ai direttori spirituali l’aiuto che riceveva dalla Madonna, la “Mamma mia”, come la chiamava spesso: «Il comune nostro nemico seguita a muovermi guerra e finora non ha dato segno alcuno a volersi ritirare e darsi per vinto. Egli mi vuole perdere ad ogni costo… Ma molto sono obbligato alla comune nostra madre Maria nel respingere queste insidie del nemico. La ringrazi anche lei questa buona madre per tali grazie singolarissime, che tutti i momenti mi va impetrando».
A proposito invece dell’ ”arma” padre Marcellino Iasenzaniro, confratello e assistente del Santo, ha testimoniato che al mattino occorreva lavargli le mani una per volta, perché Padre Pio non voleva posare mai la corona, che amava definire «l’arma della difesa e della salvezza, donata dalla Madonna per usarla contro le astuzie del nemico infernale».
Una volta padre Alessio Parente, altro confratello, gli chiese perché recitasse sempre il Rosario e non altre preghiere, e P. Pio rispose: «Perché la Madonna non mi ha mai rifiutato una grazia attraverso la recita del Rosario».
Chiudiamo questo piccola riflessione con la famosissima frase di S. Pio che poco prima di lasciare questo modo lasciò a mò di testamento spirituale:
“Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il rosario”.
Così sia per noi e per tutti coloro che amano S. Pio da Pietrelcina.
Frate Carlo
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