Un giorno l’on. prof. Gerardo De Caro di Foggia, figlio spirituale di padre Pio, gli disse candidamente: «Padre, io credo in Dio, ma non nel demonio».
.Al che il Santo replicò prontamente: «E quando te lo vedi davanti!?».
La risposta del Padre non ha bisogno di commenti. Il professore, nel darci la sua testimonianza, aggiunse che il nostro Santo «accompagnò le sue parole con un gesto espressivo quasi a significare la presenza terrificante di Satana», che egli aveva sofferto anche nel suo corpo.
Molti sono i cristiani che, pur frequentando i Sacramenti, non ammettono l’esistenza o l’azione malefica del demonio. In questo contesto di poca convinzione sulla reale esistenza degli angeli e dei demoni, visti, anche da tanti studiosi, come personificazioni mitiche, si inserisce l’intervento del papa Paolo VI che nel discorso del 15 novembre 1972, all’Udienza generale, ricorda come «uno dei bisogni maggiori [della Chiesa oggi] è la difesa da quel male, che chiamiamo demonio».
Come introduzione a quanto stiamo per dire sull’argomento, e che riguarda naturalmente padre Pio, osserviamo che tutti i santi hanno fatto l’esperienza del demonio nella loro vita. […].
A conferma delle lotte diaboliche [sostenute da padre Pio] che avvenivano a Foggia nell’estate 1916 vi è il presente episodio avvenuto e che più volte ha raccontato padre Nazareno d’Arpaise, superiore del convento, e da fra’ Francesco da Torremaggiore, anche lui lì di famiglia.
Una sera si presentò il vescovo di Ariano Irpino, chiedendo ospitalità come era solito fare. Padre Nazareno con molta spontaneità gli disse: «Eccellenza ben volentieri; ma la preavviso di non spaventarsi, se questa notte sentirà rumori di catene, ecc…». E gli accennò qualcosa [di quanto accadeva]. Il vescovo, un po’ scettico, rispose: «Eh, voi credete ancora a queste cose da Medio Evo!». E così si chiuse il discorso.
Quando si fece notte, nella stanza attigua alla sua, dove stava padre Pio, egli avvertì rumore di catene, di lotte e botte da orbi. La mattina seguente, il Vescovo si levò per tempo, dovendo celebrare la Santa Messa, per poi partire. E disse al superiore ed a fra’ Francesco, che gli offriva il caffè: «Purtroppo avevate ragione ieri sera. Ora mi ricredo di quanto ho detto». E fra’ Francesco rispose: «Eccellenza, bisogna vedere e toccare con mano, per credere: per noi tutte le notti è così».
Padre Marcellino IasenzaNiro,
Padre Pio. Profilo di un santo, pp. 185; 200