5) «Non facciamo confusione. Io, docile strumento nelle mani della Madonna, durante tutta la mia vita, ho voluto far un po’ di pulizia nelle anime, queste anime ho voluto adornarle di buoni propositi, sia assolvendo, sia negando l’assoluzione» (8).
In quest’ultima citazione che riportiamo sull’argomento, padre Pio sembra sintetizzare il fine della sua attività apostolica che, come si può leggere, lega al suo ministero di confessore. Soprattutto in confessionale egli si sentiva uno strumento nelle mani della Madonna. Da Lei, però, riceveva anche «una bevanda speciale» che lo faceva sentire «sempre forte e pronto»: «La sete ardente di distruggere ogni male e di operare ogni bene».
A padre Pellegrino, poi, che gli fece notare che non era possibile che la sete fosse nello stesso tempo una bevanda, spiegò: «Sta’ tranquillo: la sete di bene, di carità della Mamma celeste diventa per noi la bevanda più buona dell’universo» (9).
Ciò, dunque, che spingeva il Santo a trascorrere le molte ore giornaliere nel confessionale a contatto con il peccato era proprio questa sete, ovvero questo desiderio di bene e di carità della Madonna che, comunicato a colui che si definiva strumento nelle sue mani, mentre lo faceva ardere dal desiderio di giovare ai fratelli donando loro il sommo Bene, nello stesso tempo era per lui «una bevanda speciale» che “nutriva” la sua vita spirituale (10). Per questo padre Pellegrino, nel ricordare l’attività di confessore svolta in modo instancabile per tanti anni, ha scritto: «Di lei si considerava schiavo e a lei attribuiva i frutti del lavoro espletato nel confessionale, riservandosi, forse, soltanto il merito di averne ottenuto e di ottenerne, con la preghiera, una continua assistenza» (11).
Si può comprendere, dunque, perché disse al suo confratello: «La nostra grandezza sfortunatamente per alcuni, fortunatamente per altri e anche per me, consiste nel riconoscerci inutili e nell’offrirci a qualcuno per diventare utili in qualche maniera a noi stessi e al prossimo: offri tutto te stesso e tutto quello che possiedi alla Madonna». Come anche: «Mettiti appresso a lei: ti sentirai un sacerdote meno indegno e avrai la gioia di portare a Dio tanti fratelli. Per lei Dio, dove non vede le condizioni necessarie per una normale e giusta assoluzione, le crea dal niente. Ella fa compiere un atto di fede a Dio. Solo accomunando la Madonna al tuo sacerdozio, diventerai efficace nel campo della grazia, per [far] germinare i figli di Dio e i santi della terra». «Fatti schiavo della Madonna, non mio, ed obbedisci ad ogni suo cenno, previeni ogni suo materno desiderio» (12).
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Sull’argomento si può riportare anche la seguente conversazione così ricordata da padre Pellegrino: «“[Ah] se offri una buona volta alla Madonna tutti i tuoi sogni e tutte le tue brillanti aspirazioni, vale a dire tutto te stesso!”. “È una parola, padre!”. Riuscì a dirmi soltanto: “Sì, è una parola! Ma ci guadagnerai con una Mamma tanto generosa”. Poi singhiozzando continuò: “Anche per lei… era una parola!… Eppure si è giocato tutto per noi sul Calvario. E con noi… lei… non ci ha guadagnato nulla» (13).
Proprio sul Calvario, in effetti, come ci ricorda san Giovanni Paolo II, ha inizio espressamente l’affidamento dell’uomo alla Madre di Cristo. E se il cristiano, seguendo l’esempio dell’apostolo Giovanni, si affida filialmente a Maria «e la introduce in tutto lo spazio della propria vita interiore» (14), sperimenta quella materna carità con la quale la Madre del Redentore coopera alla rigenerazione e formazione dei fratelli del Figlio suo, «secondo la misura del dono, propria di ciascuno per la potenza dello Spirito di Cristo».
Il sacerdote fa tale esperienza non solo per sé, ma anche per coloro che il Signore ha affidato al suo ministero pastorale. Dopo tutto quanto si è appena detto, si può comprendere, perché padre Pio una volta, avendo «una punta polemica, quasi feroce, contro coloro che mettono in dubbio questa continua presenza della Vergine Santissima […] nell’apostolato», disse: «Sono sciocchi quei figli che continuano ad aver paura, anche quando sono in braccio alla Mamma. E temono perché sono dubbiosi delle capacità della Mamma celeste.
Quanto sono schiocchi! Sembra [loro] che lei affidi ai figli troppe cose da fare. Sembra così anche a te. Non è vero? A me bastano i suggerimenti e gli sguardi della Mamma celeste per darmi ogni possibilità e tanto coraggio nella carità verso i fratelli» (15).
E padre Pellegrino Funicelli ha potuto con ragione asserire: «Sempre, in ogni circostanza, come confratello e soprattutto come confessore egli, con gli esempi e con gli atteggiamenti oltre che con i suggerimenti e le esortazioni, mi aveva invogliato a venerare la Mamma celeste, mi aveva esortato a gustare la gioia di amarla svisceratamente» (16).
Possano i sacerdoti sull’esempio di padre Pio prendere Maria nella propria vita e, affidandosi a Lei nel loro ministero sacerdotale, sperimentarne la materna e squisita carità.
1) Padre M. IasenzaNiro, Padre Pio parla della Madonna, San Giovanni Rotondo 2008, p. 210.
2) C. Morcaldi, La mia vita vicino a padre Pio, Edizioni Dehoniane, Roma 2000, p. 52; cf. anche padre A. D’Apolito, Padre Pio da Pietrelcina. Ricordi – Esperienze – Testimonianze, San Giovanni Rotondo 2005, p. 195.
3) Cf. N. Castello – S. M. Manelli, La «dolce Signora» di padre Pio, Cinisello Balsamo 1999, p. 109.
4) Padre M. IasenzaNiro, Padre Pio parla della Madonna, p. 210.
5) Ivi, pp. 212.
6 N. Castello – S. M. Manelli, La «dolce Signora» di padre Pio, pp. 131-132.
7 Padre M. IasenzaNiro, Padre Pio parla della Madonna, pp. 212-213.
8 Ivi, p. 207.
9 Ivi, p. 214.
10 In effetti, come ci ricorda la Lumen gentium nello svolgere il loro ministero, i sacerdoti «ascendano […] ad una maggiore santità» (n. 41).
11 Padre Pellegrino Funicelli, Padre Pio tra sandali e cappuccio, Leone Editrice, Foggia 2006, p. 175.
12 Padre M. IasenzaNiro, Padre Pio parla della Madonna, pp. 31; 45; 208.
13 Ivi, p. 104.
14 San Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, n. 45.
15 Padre M. IasenzaNiro, Padre Pio parla della Madonna, p. 212.
16 Padre Pellegrino Funicelli, Il sacerdozio di padre Pio, conferenza del 18 aprile 1985, tenuta a San Giovanni Rotondo, citata in padre M. IasenzaNiro, Padre Pio parla della Madonna, p. 11.
Fonte www.settimanaleppio.it
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