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Padre Pio per due soldi!

L’ho sentita proprio da Padre Pio, che la raccontava durante il pranzo. Era lì di famiglia, fra gli altri, Padre Vittore da Canosa.
Era Superiore del Convento di San Giovanni Rotondo Padre Lorenzo da San Marco in Lamis. Accorreva già molta gente, perché la notizia delle «Stimmate» si era largamente diffusa. Il nome di Padre Pio veniva ripetuto ed invocato, e tutti volevano vederlo, toccarlo, raccomandarsi a lui e, possibilmente, confessarsi da lui.

Padre Pio

Una gloria che, naturalmente, si rifletteva anche sui suoi Confratelli.
Ed ecco il «saporoso» episodio che raccontava il nostro Padre Pio.
Egli si trovava in Coro a pregare. Sul piazzale della chiesa sostava tanta gente; ma una voce sovrastava tutte le altre.
Quella voce ripeteva, fino alla seccatura: «Padre Pio per due soldi! Padre Pio per due soldi!».
Un grido, quello, che distraeva Padre Pio e lo faceva ridere.
Dato che quella voce non la smetteva, il caro Padre si affacciò alla finestra del Coro, per vedere chi gridava così.
Era un pover’uomo che vendeva cartoline illustrate, portanti la effigie di Padre Pio.
«Al vederlo – concludeva Padre Pio – dissi fra me: “Chissà che grande suddito pensa di avere il Guardiano in Padre Pio!… Invece, eccolo qua: Padre Pio vale due soldi!”».

Non si può essere più iniqui

Non ricordo se quanto segue accadde nel mese che passai a San Giovanni Rotondo, di ritorno dall’Università Gregoriana, perché malato; o durante il triduo che predicai per la beatificazione di san Francesco da Camporosso.
Una sera, mentre stavo col carissimo Padre Pio nella stanzetta numero 5, come prova suprema del ragionamento che, pienamente d’accordo, stavamo facendo, egli tira dal piccolo scaffale un giornale, di cui non ricordo il titolo, e, puntando l’indice sull’articolo di fondo, me lo porge, dicendo, con quel tono di intima pena che io ben conosco: «Leggi! Leggi!».
Ed io comincio a leggere; ma, alla fine del primo periodo, mentre mi accingevo a continuare, egli mi fermò con un tono secco di riprovazione, per quello che avevo letto: «Basta, basta! Quando si offende l’Amore, non si può essere più iniqui!».
Quell’articolo era contro l’Eucaristia.

Padre Pio




Povero, povero…

La raccontava zi’ Orazio [il papà di Padre Pio], con una vivacità tutta sua e con una buona punta di risentimento contro «Francisco» (ossia Padre Pio).
Zi’ Orazio dimorava da parecchio tempo nel Convento di San Giovanni Rotondo. Un bel giorno gli venne la nostalgia di Pietrelcina e volle fare una prova.
Si presentò a suo figlio e gli disse: «Franci’, me no vogl’i’ nu poco a Petrapucina, ma nun tengo i soldi p’u viaggio. Dammili tu» (= Voglio andarmene un po’ a Pietrelcina, ma non ho i soldi per il viaggio. Dammeli tu).
Ma Padre Pio: «Tatà, i’ soldi nun ne tengo» (= Io non ho soldi).
«Come nun ne tieni, si t’arrivene e te danno sold a nun finì?!» (= Come non ne hai, se ti arrivano e ti danno soldi a non finire?!).
«Tatà, è vero, ma chilli soldi nun so’ miei. Si vuoi parti’, trovete i soldi p’u viaggio; e si nun li truovi, statti qua. Stai tanto bene!» (= È vero, ma quei soldi non sono miei. Se vuoi partire, trovati i soldi per il viaggio; e se non li trovi, sta’ qua. Stai tanto bene!).
Zi’ Orazio commentava, corrucciato: «Ma vidi che figlio! Aggio fatto doi vòte u’ viaggio pe’ i’ a l’America e guadagnà quaccosa pe’ lu fa’ studià, e mo’ me risponne che nun tene chilli pochi soldi, che ce vuonno pe’ i’ a Petrapucina…» (= Ma guarda che figlio! Ho fatto due volte il viaggio per andare in America e guadagnare qualcosa per farlo studiare, e adesso mi risponde che non ha quei pochi soldi che ci vogliono per andare a Pietrelcina…).
E non c’era verso di convincerlo che Padre Pio non poteva disporre dei soldi che riceveva; come non c’era stato verso di piegare Padre Pio a mancare alla povertà.

Padre Costantino Capobianco,
Detti e aneddoti di Padre Pio,
pp. 61-63




Redazione Papaboys (Fonte www.settimanaleppio.it)

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