Categorie: Pax et Justitia

Pakistan: strage a Lahore, 72 vittime, circa 50 i cristiani

È il giorno del dolore  e del lutto in Pakistan, all’indomani dell’attacco di un kamikaze in un parco pubblico di Lahore, dove si erano raccolte molte famiglie cristiane per celebrare la Pasqua. Il bilancio dell’attacco è salito a 72  vittime, almeno 30 i bambini, e circa 340 feriti. La polizia pakistana ha arresto 50 persone che sarebbero coinvolte nell’attacco rivendicato dai talebani, mentre si segnalano manifestazioni di islamici radicali a Islamabad.

E’ stata una strage di famiglie. Secondo alcune fonti almeno 51 delle 72 vittime erano cristiani che stavano festeggiando la Pasqua ma sono stati colpiti anche tanti musulmani che passavano la giornata all’aperto. Fra i morti si contano una trentina di bambini, che nel momento dello scoppio utilizzavano i giochi e le attrezzature sportive del Gulshan-e-Iqbal Park. La polizia ha confermato la presenza di un kamikaze e anche l’uso di sfere metalliche nell’esplosivo per aumentarne l’effetto letale. Stamane la città di Lahore era deserta, coi mercati e le scuole chiuse in solidarietà con le vittime dell’attentato, mentre gli ospedali da ieri sera sono affollati di familiari delle vittime e dei feriti, che chiedono giustizia. Molta gente, cristiani e musulmani, stanno visitando le strutture sanitarie per donare sangue per i feriti, mostrando unità contro l’estremismo. L’attacco è stato rivendicato da uno dei tanti gruppi della galassia talebana ed oggi si segnalano manifestazioni di gruppi radicali ad Islamabad, che chiedono la pena di morte per Asia Bibi e protestano contro l’impiccagione di Mumtaz Qadri, la guardia del corpo che ha assassinato il governatore del Punjab contrario alla legge sulla blasfemia. Per un commento sentiamo Francis Paul,

presidente della Comunità dei pakistani cristiani in Italia:

R. – Da tempo i cristiani, in Pakistan, soffrono come minoranza. Ieri, mentre stavano festeggiando al parco, con i bambini che giocavano sulle giostre …qulla degflagrazione! Quando si perde un affetto – bambino, figlio, marito – il dolore della persone è inimmaginabile. Abbiamo sentito alcuni nostri parenti del Pakistan, alcuni dei quali abitano a Lahore: tutti sono rimasti scioccati … E’ stata una tragedia molto dolorosa …

D. – I cristiani in Pakistan sono da sempre nel mirino dei fondamentalisti islamici. Vi aspettavate un attacco così sanguinoso? C’erano segnali che potevano far presagire questo attentato?

R. – La paura c’è sempre: alcuni anni fa hanno attaccato le chiese mentre la gente all’interno pregava … Da quel momento il governo ha collaborato e per la sicurezza dei cristiani aveva addirittura fatto alcuni passi un po’ più importanti: cioè, la polizia era davanti alle chiese, quelle più grandi e anche quelle più piccole in tutto il Pakistan, nelle parrocchie, nei conventi, dove ci sono le suore, in particolare in occasione delle celebrazioni del Natale e di Pasqua. Però, i terroristi sono più forti. Questa volta non hanno attaccato le chiese, ma nel mirino ci sono lo stesso sempre i cristiani. Lo sapevano sicuramente, infatti, che i cristiani il giorno dopo Pasqua stanno lì. Anche se il governo sta facendo tanto, i terroristi però hanno rivendicato il gesto; questi e altri gruppi, che appartengono al grande gruppo dei talebani che sono sempre contro i cristiani …



D. – Il Papa ha chiesto alle autorità civili di ridare sicurezza alla popolazione, in particolare alle minoranze religiose più vulnerabili. Quali passi concreti devono essere compiuti dal governo affinché questo avvenga, affinché siano protette le minoranze?

R. – Il governo, tutti si stanno adoperandosi per la sicurezza, per difendere i cristiani, però non basta. Servirà aumentare la presenza dei poliziotti o dei militari davanti alle chiese, penso che sia necessario intensificare ancor più l’impegno per la sicurezza dei cristiani.

D. – Oggi c’è stata la marcia di alcuni gruppi fondamentalisti che chiedono la condanna a morte di Asia Bibi e ricordano l’assassinio del governatore che voleva abolire la legge sulla blasfemia. C’è questa componente molto radicale che crea instabilità in Pakistan …

R. – Ci sono due teorie. Una dice che quando è stato creato il Pakistan, è stato creato come Stato laico, per tutte le religioni. Un’altra teoria dice che lo Stato del Pakistan è stato creato “solo” per i musulmani. Quindi, quei gruppi che oggi sono contro altre appartenenze religiose, come i cristiani, gli indù che è una minoranza che non raggiunge il 3%, lo sono perché ritengono che il Pakistan debba essere “solo” per i musulmani, solo ed esclusivamente. Perché, “Pak” vuol dire “terra dei puri” e “terra dei puri” vuol dire Pakistan, perché i puri sono i musulmani. Appoggiandosi a questa idea, alcuni gruppi fondamentalisti, questi che stanno facendo la manifestazione a Islamabad, ritengono che in uno Stato islamico debbano viverci solo i musulmani.

D. – Quindi, anche se sono morti dei musulmani, si è voluto colpire la comunità cristiana? Cioè, l’obiettivo era colpire la comunità cristiana?

R. – L’obiettivo, esattamente, erano i cristiani. E dispiace anche che sia accaduto il giorno di Pasqua, il giorno della festa, che tutti avevano aspettato e organizzato; c’era quindi la volontà di colpire in un giorno particolare. Anche altre volte, quando hanno attaccato, lo hanno fatto in giorni particolari: di domenica, quando tutti erano in chiesa. E anche ieri, loro sapevano che era un giorno importante, era Pasqua, e quindi era importante – per loro – colpire nel giorno di Pasqua …




Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/Marco Guerra)

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