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Pakistan, strage di bambini nella scuola. Almeno 141 le vittime.

Massacro a Peshawar, spari a bruciapelo contro i più piccoli. La rivendicazione: «Chi ci prende di mira deve provare lo stesso dolore».

Non c’è fine all’orrore frutto di estremismo e fanatismo. Almeno 141 persone, di cui 132 bambini e ragazzi tra i 10 e i 14 anni, sono morte in Pakistan nell’assalto di un commando di talebani del gruppo Tehreek-e-Taliban a una scuola gestita dall’esercito a Peshawar, nel turbolento nord- ovest del Paese dove hanno preso in ostaggio centinaia di alunni e insegnanti. Duecento sono i feriti, di cui 80 in gravi condizioni. Si è trattata di una vera e propria esecuzione: moltissimi corpi presentavano ferite al petto e alla testa. Dopo oltre otto ore di sparatorie e un massacro senza precedenti, si è conclusa (era tarda sera in Pakistan primo pomeriggio in Italia) l’operazione militare per soccorrere i 500 studenti ancora all’interno della scuola, tenuti in ostaggio dai terroristi. Sei miliziani talebani sono stati uccisi nell’operazione; dovrebbero essere tutti i componenti del commando, anche se diverse fonti parlano di dieci uomini, vestiti anche con giubbotti imbottiti. L’operazione di bonifica è rallentata dal fatto che i terroristi avrebbero piazzato diverse mine.

La rivendicazione. Terribile la rivendicazione dei talebani pachistani, che combattono per rovesciare il governo e instaurare lo stato islamico e sono oggetto da qualche tempo di una grande operazione militare condotta contro gli insorti nelle aree tribali: “Abbiamo scelto la scuola dell’esercito per l’attacco perché il governo sta colpendo le nostre famiglie. Volevamo che provassero lo (stesso) dolore”, ha spiegato il portavoce dei talebani, Muhammad Umar Khorasani. Un altro portavoce del gruppo Tehreek-e-Taliban ha dichiarato che agli autori dell’attacco è stato ordinato di sparare agli studenti più vecchi.

La dinamica. Secondo una prima ricostruzione il commando è entrato nella scuola dell’esercito a Peshawar indossando uniformi. Le truppe pachistane hanno tempestivamente isolato e circondato l’area. L’istituto, che si trova in Warsak Road nella zona nord occidentale di Peshawar, fa parte delle 146 scuole pubbliche gestite dall’esercito in Pakistan. Tra le insegnanti ci sono spesso le mogli di militari.

L’orrore. Tra i tanti dettagli dell’orrore che emerge dall’attacco talebano il racconto di alcuni studenti scampati alla morte di una loro insegnante “arsa viva” davanti a loro in classe: “Hanno cosparso la donna di benzina e le hanno dato fuoco obbligando i bambini a guardare”, ha riferito il britannico Independent raccogliendo una testimonianze da Peshawar. Sono momenti di terrore anche quelli che Aamir Ali, studente al secondo anno di ingegneria, ha raccontato dopo essere riuscito a fuggire all’assedio. “Ero seduto in corridoio con dieci miei compagni di classe quando abbiamo sentito degli spari. Siamo subito corsi in classe, ma i militanti di hanno trovato. Erano vestiti con il shalwar kameez (la tunica portata sui pantaloni, ndr) e l’unica cosa che ci hanno detto è: ‘Leggete il kalma’”, ovvero l’atto di fede nell’islam, racconta Ali, unico sopravvissuto dei suoi amici. Testimoni citati da Express Tribune raccontano poi come i taleban siano andati di classe in classe e abbiano sparato a bambini e ragazzi. Ahsan Mukhtar, uno studente del secondo anno delle medie, spiega che il suo insegnante ha fatto accovacciare tutti gli studenti e li ha fatti andare in fondo alla classe quando si sono uditi i primi spari. “Dopo un’ora, quando la sparatoria si è placata, l’esercito è arrivato e ci ha salvati”, ha aggiunto Mukhtar. Un assistente del laboratorio di fisica, Mudassar Abbas, ha detto che alcuni studenti stavano facendo una festa quando è iniziato l’attacco. “Ho visto sei o sette persone andare classe per classe e sparare sui bambini”, ha detto. Uno studente sopravvissuto all’attacco ha raccontato che i soldati sono venuti a salvare gli studenti durante una pausa nella sparatoria. “Quando stavamo uscendo della classe abbiamo visto i cadaveri dei nostri amici nei corridoi. Sanguinavano. Ad alcuni è stato sparato tre, quattro volte”, ha detto lo studente. I talebani “parlavano con noi con un accento straniero e tra di loro in arabo”, ha raccontato uno dei bambini scampati al massacro.

Il governo pachistano. Questo attacco così feroce potrebbe cambiare il corso della guerra in atto tra il governo e i gruppi estremisti. Negli anni i taleban hanno colpito obiettivi militari, posti di blocco, aeroporti, ma gli attacchi sui civli sono stati rari. Quello di oggi sembra indicare la frustrazione e la rabbia per la controffensiva dell’esercito, che ha condotto oggi nuovi raid, tra cui dieci attacchi aerei, contro le basi talebane nel distretto tribale di Khyberin dopo la strage alla scuola di Peshawar. Il distretto di Khyber è confinante con Peshawar ed è uno dei principali punti di passaggio verso l’Afghanistan. Intanto, il premier Nawaz Sharif, ha detto che la campagna militare in Nord Waziristan, lanciata a metà giugno ed entrata nella fase finale, “continuerà fino a che non saranno eliminati tutti i terroristi”. Il primo ministro ha anche convocato per domani, mercoledì, a Peshawar una Conferenza di tutti i partiti (Apc) e ha proclamato tre giorni di lutto.

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A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire

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