Celebrato a Musile il funerale di Maria, la bambina trovata morta nella spazzatura
Una bara minuscola. Bianca. Quante carezze e quanti baci al piccolo feretro di Maria, la neonata che una decina di giorni fa è stata trovata tra i rifiuti in una ditta specializzata di Musile di Piave. Martedì nella chiesa del paese si sono radunate oltre duecento persone per il suo funerale. Lei, che forse la vita non l’ha assaporata mai.
C’erano i rappresentanti dell’amministrazione comunale, c’erano i dirigenti della Ecopatè di via dell’Artigianato da cui tutto è iniziato, ma c’erano soprattutto tanti semplici cittadini dallo sguardo commosso. Una giovane mamma continuava a muovere il passeggino con il figlioletto. Lo guardava intensamente, forse a chiedersi come possa essere possibile separarsi a quel modo da una vita che è parte di te. Su questo punto faranno luce magistrati e carabinieri, ma il capitolo di questa storia andato in scena martedì pomeriggio a Musile parla soprattutto di solidarietà e affetto. In un’ora si è cercato di regalare ciò che la piccola Maria, nome scelto non a caso dai cittadini, probabilmente non ha mai provato.
“Anche se diventiamo oggetto di rifiuto, Maria non ci abbandonerà – ha dichiarato il parroco del paese, don Flavio Zecchin, durante l’omelia – Questa piccola vita possa trovare in Lei l’amore di una mamma che non ha avuto in questa terra, possa sperimentare la bellezza di un’accoglienza che qui non c’è stata”.
Palloncini rosa per Maria
Al momento dell’uscita del feretro sono volati in cielo decine di palloncini rosa, mentre i sindaci di Musile, Silvia Susanna, di San Donà, Andrea Cereser, e di Eraclea, Mirco Mestre, si sono fermati sul sagrato assieme a tutti gli altri. C’erano anche i carabinieri della compagnia di San Donà, con il capitano Dario Russo. Un momento di silenzio e poi l’applauso, lo sguardo all’insù. Ad accompagnare quei palloncini fino a dove, forse, ora Maria ha trovato pace
“Un mondo povero di umanità”
“Noi tutti battezzati siamo consegnati alla custodia e all’amore di Maria, consolatrice degli afflitti – ha sottolineato il parroco durante un altro passo dell’omelia – Le persone dovrebbero essere a immagine di Dio. A volte gli uomini perdono però la loro dignità. Si dimenticano di cosa sono. Chiediamo aiuto a Maria per non lasciarci andare all’individualismo, alle cose effimere, che ci fanno ritrovare in un mondo più povero di amore e umanità”. Si è pregato non solo per lei, ma anche per i suoi genitori. Che chissà per quale motivo si sono resi protagonisti di un gesto disumano: “Voglio ricordare che oggi è possibile partore in completo anonimato in qualsiasi struttura ospedaliera italiana – ha spiegato il sindaco del paese Silvia Susanna – Ci stringiamo oggi tutti insieme attorno a questa creatura, dandole degna sepoltura affinché possa trovare al cospetto del Signore la gioia che non ha trovato in terra”.
Autopsia sul corpicino
L’amministrazione comunale ha avuto il via libera per la celebrazione delle esequie dopo l’autopsia. È stato il Comune a prendersi carico, economicamente, della cerimonia. Solo gli esami istologici permetteranno di capire le cause del decesso della piccola, e se fosse stata ancora in vita quando è stata abbandonata in mezzo ai rifuiti.
Fonte: Venezia Today