Categorie: Sancta Sedes

A Palo il Papa chiede giustizia sociale e riscatto dei poveri

Dopo la Messa a Tacloban, Papa Francesco ha raggiunto la residenza arcivescovile di Palo, che era stata semi-distrutta dal tifone Yolanda nel novembre 2013 come la maggior parte delle strutture principali dell’arcidiocesi, tra cui la cattedrale e i diversi seminari. L’edificio – attualmente in fase di completamente – sorge su una collina alle cui pendici si sta realizzando un Centro assistenziale per anziani e orfani, finanziato dal Papa ed a lui intitolato, che lo ha benedetto oggi, attraverso il Pontificio Consiglio Cor Unum.

Nella residenza arcivescovile di Palo, Papa Francesco ha incontrato alcuni superstiti del tifone Yolanda, che avrebbero dovuto pranzare con lui: 30 familiari di persone che hanno perso la vita nella catastrofe del novembre 2013. Dall’episcopio, con diverse ore di anticipo sul programma, il Santo Padre si e’ trasferito in automobile alla cattedrale di Palo appena restaurata perchè semidistrutta dal tifone. Qui avrebbe dovuto avere un incontro con i sacerdoti, religiose, religiose, seminaristi ed altri superstiti del tifone ma il Papa ha potuto rivolgere loro solo un breve saluto ed ha consegnato il discorso che avrebbe dovuto leggere.

Di seguito il discorso consegnato nella cattedrale di Palo

Cari fratelli e sorelle,

vi saluto tutti con grande affetto nel Signore. Sono lieto che ci possiamo incontrare in questa Cattedrale della Trasfigurazione del Signore. Questa casa di preghiera, insieme a molte altre, è stata restaurata grazie alla notevole generosità di tanta gente. Si erge come segno eloquente dell’immenso sforzo di ricostruzione, che voi e i vostri vicini avete intrapreso dopo la devastazione causata dal tifone Yolanda. E’ anche un memoriale per tutti noi del fatto che, anche nei disastri e nelle sofferenze, il nostro Dio opera continuamente, facendo nuove tutte le cose.

Molti di voi hanno sofferto tanto, non solo per la distruzione causata dall’uragano, ma per la perdita di familiari e amici. Oggi affidiamo alla misericordia di Dio quanti sono morti, e invochiamo la sua consolazione e la sua pace su coloro che ancora piangono. Ricordiamo in modo speciale coloro a cui il dolore rende difficile vedere il modo di andare avanti. Allo stesso tempo, ringraziamo il Signore per quanti hanno faticato in questi mesi per portare via le macerie, per visitare i malati e i morenti, per confortare i sofferenti e per seppellire i morti. La loro bontà ed il generoso aiuto giunto da moltissime persone di tutto il mondo sono un segno reale che Dio non ci abbandona mai!

In modo speciale vorrei qui ringraziare i molti sacerdoti e i consacrati che hanno risposto con enorme generosità ai disperati bisogni delle persone delle località più duramente colpite. Mediante la vostra presenza e la vostra carità, avete reso testimonianza alla bellezza e alla verità del Vangelo. Avete reso presente la Chiesa quale sorgente di speranza, di guarigione, di misericordia. Insieme a molti vostri vicini, avete pure dimostrato la profonda fede e la capacità di resistenza del popolo filippino. Le molte storie di bontà e di sacrificio personale emerse da quei giorni oscuri devono essere ricordate e trasmesse alle future generazioni.

Qualche istante fa ho benedetto il nuovo Centro per i Poveri, che si erge quale ulteriore segno della cura e dell’attenzione della Chiesa per i nostri fratelli e sorelle bisognosi. Sono molti! E quanto Dio li ama! Oggi, da questo luogo che ha sperimentato una sofferenza e un bisogno umano così profondi, chiedo che si faccia di più per i poveri. Soprattutto, chiedo che i poveri dell’intero Paese vengano trattati in maniera equa, che la loro dignità sia rispettata, che le scelte politiche ed economiche siano giuste ed inclusive, che le opportunità di lavoro e di educazione vengano accresciute e che siano rimossi gli ostacoli all’attuazione dei servizi sociali. Il criterio con cui trattiamo i poveri sarà quello con il quale verremo giudicati (cfr Mt 25,40.45). Chiedo a voi tutti, e a quanti sono responsabili del bene della società, di riaffermare l’impegno per la giustizia sociale e il riscatto dei poveri, sia qui sia in tutte le Filippine.

Infine vorrei dire una parola di sincero ringraziamento ai giovani presenti, compresi i seminaristi e i giovani consacrati. Molti di voi hanno dimostrato una generosità eroica nella situazione causata dal tifone. Spero che vi rendiate sempre conto che la vera felicità viene dall’aiutare gli altri, offrendo loro noi stessi con sacrificio di sé, misericordia e compassione. Così voi sarete una forza potente per il rinnovamento della società, non solo nell’opera di ricostruzione degli edifici ma, soprattutto, nell’edificare il Regno di Dio, Regno di santità, di giustizia e di pace, nella vostra patria.

Cari sacerdoti e consacrati, care famiglie e cari amici, in questa Cattedrale della Trasfigurazione del Signore chiediamo che la nostra vita continui ad essere sostenuta e trasfigurata dalla potenza della sua risurrezione. Affido tutti voi all’amorevole protezione di Maria, Madre della Chiesa. Ella ottenga per voi e per tutti gli amati abitanti di queste terre benedizioni di consolazione, gioia e pace del Signore.

Dio benedica voi tutti!

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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