Il 19 ottobre verrà proclamato beato Paolo VI. Figura complessa, Pontefice in un periodo drammatico e complesso, tra i movimenti di contestazione del Sessantotto, il Concilio da concludere, l’urto di una modernità che poneva nuove sfide alla Chiesa cattolica. Rai Cultura all’interno della serie Italiani, ha deciso di dedicare a Montini il documentario Paolo VI – Il Papa audace
di Antonia Pillosio.Oltre a rivivere i momenti cruciali della vita di Giovanni Battista Montini (eletto Papa il 21 giugno 1963) attraverso spunti biografici inediti suggeriti dal vaticanista Andrea Tornielli, la puntata si avvale delle testimonianze dei Cardinali Paul Poupard, Gianfranco Ravasi e Roberto Tucci e di Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, per un racconto che ripercorre la storia del pontefice che ha condotto tre delle quattro sessioni del Concilio Vaticano II.
Attraverso citazioni, appunti, immagini inedite delle Teche Rai e diverse fotografie provenienti dal Centro Studi dell’Istituto Paolo VI di Brescia, il documentario racconta l’uomo del dialogo, il maestro di pace e il promotore di quello sviluppo per i Paesi poveri, per il quale volle un concreto impegno da parte della Chiesa.
«La religione del Dio che si è fatto uomo, si è incontrata con la religione dell’uomo che si fa Dio, che cosa è avvenuto? uno scontro? una lotta? Un’anatema poteva essere, ma non è avvenuto». Questo, sottolinea Giovanni Maria Vian, «è uno dei discorsi più belli di Paolo VI l’immagine usata da lui in quell’occasione racchiude in realtà quello che è stato il suo pontificato, cioè un gesto di amicizia nei confronti del mondo contemporaneo».
«Paolo VI con i suoi quindici anni di pontificato», dice il cardinale Ravasi, «ha attraversato uno dei periodi più complessi, delicati e tormentati per la Chiesa stessa e non soltanto per il contesto planetario in cui era inserito». «Ma non si capisce Montini», spiega Andrea Tornielli , «se non si torna a Brescia, a Concesio dove è nato ed è vissuto con la famiglia, per capire come l’impegno dei cattolici non era visto come un collateralismo alla politica, non era un mischiare fede e politica, ma era una fede che diventava impegno sociale e tradizione culturale, che ha contribuito a far molto per l’Italia in quegli anni dell’Italia postunitaria».
Papa Montini è stato anche un grande educatore, un grande trascinatore di giovani: «Vale la pena ricordare che la classe dirigente, per lo meno la classe dirigente cattolica, che ha fatto l’Italia del dopoguerra, che ha fatto l’Italia della Costituente – aggiunge Tornielli – era per la maggior parte rappresentata da giovani cresciuti nella Fuci di Montini, uno degli aspetti meno conosciuti, ma più importanti del contributo che Montini ha dato alla storia dell’Italia». (Fonte: Famiglia Cristiana)
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