CAMPANIA – CASERTA – “Considero questa visita proprio come un ‘dono’ del Papa a Caserta e in modo speciale alla Chiesa di Caserta: è una visita del tutto speciale perché non ha le caratteristiche di una visita lungamente preparata. È nata dal cuore del Papa in un dialogo nel quale mi ha detto che avrebbe partecipato alla festa della patrona, Sant’Anna. Alla fine è stato bello perché è una visita insperata”. Così il vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise, parla dell’imminente visita del Papa alla Chiesa di Caserta, sabato 26 luglio, in un’intervista al Sir. Il presule racconta come è nata questa visita: “Dopo aver accolto la notizia che il Santo Padre sarebbe venuto a Caserta il 26 luglio, ho semplicemente fatto notare proprio a Papa Francesco che quel giorno era la festa della patrona e il Pontefice ha rimesso tutto in discussione. Questo è un insegnamento fortissimo per noi: ho visto il cuore libero di un Papa, che vuole vivere anche gli aspetti più umani, come l’amicizia”. Sarà una visita “speciale”, come spiega il vescovo: “Ha alcune caratteristiche della visita pastorale ufficiale, ma anche tante altre di una visita familiare. Questo è stato tutto desiderio del Papa. È una visita nata familiare, poi pian piano si sta rivestendo di ufficialità. Saranno presenti anche il cardinale Crescenzio Sepe e altri vescovi della regione”.
“Vedo questa visita – sottolinea monsignor D’Alise – come un’attenzione per una città e una diocesi, che non sempre sono state valorizzate per quello che sono. Anche a livello di società civile, Caserta è sempre stata vista come il fanalino di coda nelle classifiche delle province italiane. Il venire qui del Papa esprime esattamente l’itinerario apostolico che sta portando avanti: l’andare nelle periferie. Il Papa ha colto subito l’occasione di venire qui per valorizzare ancora una volta le periferie”. E Caserta è una periferia con problemi, ma anche voglia di riscatto: “La realtà che più ci colpisce adesso è la cosiddetta Terra dei fuochi che era, un tempo, la parte centrale della Campania Felix. Purtroppo tutto questo è stato rovinato dal sotterramento di rifiuti tossici e ciò ha causato tante morti. Il secondo problema è la disoccupazione, che toglie il respiro e la speranza ai giovani”, afferma il presule, che avverte. “Ci sono, però, tante persone che hanno voglia di ricominciare e partecipare attivamente a una risurrezione di questo territorio. C’è tanta voglia di fare: dobbiamo pregare il Signore di mandarci persone illuminate che sappiano guidare questo desiderio di risorgere a una vita sociale più responsabile, tenendo conto che siamo in una terra dove sono radicati alcuni clan camorristici”. Fonte: Agensir