FRIULI VENEZIA GIULIA- REDIPUGLIA – “Grande gioia e profonda gratitudine” per la visita di Papa Francesco al Sacrario militare di Rediuglia e al Cimitero austro-ungarico di Fogliano-Redipuglia, il prossimo 13 settembre”. La esprimono, in un messaggio, i vescovi del Friuli Venezia Giulia: Carlo Roberto Maria Redaelli (Gorizia), Andrea Bruno Mazzocato (Udine), Giampaolo Crepaldi (Trieste) e Giuseppe Pellegrini (Concordia-Pordenone). I presuli ricordano che il primo conflitto mondiale “ha mostrato in maniera particolarmente evidente la tragica inutilità del ricorso al conflitto armato e alla violenza per la soluzione di problemi sociali, economici e politici fra i popoli e le nazioni. La ricerca della giustizia e la promozione dell’autentico sviluppo sociale sono il frutto invece di cuori aperti al bene di un dialogo sincero e rispettoso volto a discernere il bene di tutti e di ciascuno nelle diverse condizioni storiche dei popoli e delle nazioni”. Un secolo dopo “Papa Francesco viene, pellegrino di riconciliazione e di pace nelle nostre terre di confine così fortemente segnate dalla violenza delle due guerre mondiali”. “La sua presenza – scrivono i vescovi – c’inviterà a riconoscere che anche l’attuale legittimo desiderio dei popoli di pace, giustizia e sviluppo in ogni parte del mondo è legato all’esperienza della fede nella misericordia di Dio per l’umanità”.“I fedeli di qualunque religione – e questo vale soprattutto per noi cristiani – non possono che pregare per la pace, invocandola come dono di Dio, ed essere, a loro volta, uomini di pace”. Per questo i presuli invitano “tutti i fedeli delle nostre diocesi e gli uomini e le donne di buona volontà a unirsi alla preghiera di Papa Francesco e ad accogliere il suo magistero di pace. Preghiamo per i tanti conflitti che insanguinano ancora oggi l’umanità e che continuano a lasciare dietro di sé troppe vittime inermi. Con grande sofferenza e trepidazione, invitiamo a innalzare suppliche in particolare per le sorelle e fratelli cristiani che stanno subendo inique persecuzioni a causa della nostra fede. Il loro ingiusto dolore risvegli le coscienze nostre e di coloro che hanno responsabilità in campo sociale, politico, economico, perché operino per la realizzazione della giustizia, difendendo i più deboli e non cadendo mai nella tentazione della violenza”. fonte: Agensir