Il messaggio che portate si radicherà quanto più voi sarete non solo dei maestri, ma anche dei testimoni. Così il Papa agli insegnanti e catechisti nella comunità ugandese di Munyonyo. Francesco ha benedetto la prima pietra della nuova chiesa.
Nel suo saluto, l’arcivescovo di Kampala, mons. Cyprian Kizito Lwanga, ha evidenziato la gioia nell’avere il Papa “nella terra dei Martiri” e per la prima volta a Munyonyo dove a fine ‘800 il Re Mwanga decise l’eliminazione dei cristiani. Al temine dell’incontro Francesco ha piantato simbolicamente un albero versandoci dell’acqua insieme con l’arcivescovo e con i rappresentanti di altre confessioni cristiane, a ricordare la dimensione ecumenica dei martiri ugandesi. Il servizio di Massimiliano Menichetti:
L’affetto e il desiderio d’incontro accompagnano Papa Francesco in un abbraccio continuo di colori e suoni in questo suo viaggio in Africa. Anche nella comunità ugandese di Munyonyo i canti e i balli, bucando il buio della sera, hanno dato il benvenuto al Pontefice accolto dal superiore dei Francescani Conventuali, cui è affidato il Santuario. Migliaia le persone presenti. Il Pontefice, rivolgendosi a insegnanti e catechisti, che nel Paese sono oltre 14.500, ha subito parlato del loro mandato evidenziando che Gesù è “il primo e più grande maestro”:
“Insieme ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, che sono stati ordinati per predicare il Vangelo e prendersi cura del gregge del Signore, voi, come catechisti, avete una parte di rilievo nel portare la Buona Notizia ad ogni villaggio e casolare del vostro Paese”.
Il Papa ha ringraziato per “i sacrifici”, “la dedizione e devozione” nell’insegnare:
“Istruite gli adulti e aiutate i genitori a crescere i loro figli nella fede e portate a tutti la gioia e la speranza della vita eterna. Grazie! Grazie per la vostra dedizione, per l’esempio che offrite, per la vicinanza al popolo di Dio nella sua vita quotidiana e per i tanti modi con cui piantate e coltivate i semi della fede in tutta questa vasta terra! Grazie specialmente per il fatto di insegnare ai bambini e ai giovani come pregare”.
Guardando alle difficoltà Francesco ha incoraggiato a perseverare chiedendo a “vescovi e sacerdoti” l’aiuto per una “formazione dottrinale, spirituale e pastorale” per rendere “sempre più efficace” il lavoro di insegnati e catechisti:
“Anche quando il compito appare gravoso, le risorse risultano troppo poche e gli ostacoli troppo grandi, vi farà bene ricordare che il vostro è un lavoro santo”.
Francesco ha ricordato la forza della preghiera e che lo Spirito Santo è “presente dove il nome di Cristo viene proclamato” e che è proprio Lui che “darà la luce e la forza di cui avete bisogno!”:
“Il messaggio che portate si radicherà tanto più profondamente nei cuori delle persone quanto più voi sarete non solo dei maestri, ma anche dei testimoni. E questa è un’altra cosa importante: voi dovete essere maestri, ma questo non serve se voi non siete testimoni”.
“Che il vostro esempio faccia vedere a tutti la bellezza della preghiera – ha rimarcato – il potere della misericordia e del perdono, la gioia di condividere l’Eucaristia con tutti i fratelli e le sorelle”:
“La comunità cristiana in Uganda è cresciuta grandemente grazie alla testimonianza dei martiri. Essi hanno reso testimonianza alla verità che rende liberi; furono disposti a versare il proprio sangue per rimanere fedeli a ciò che sapevano essere buono, bello e vero”.
Ribandendo lo splendore della luce emersa dal sangue dei Martiri ugandesi ha ricordato che “Munyonyo, è il “luogo dove il Re Mwanga decise di eliminare i seguaci di Cristo”. Ma “egli – ha continuato – non riuscì in questo intento, così come il Re Erode non riuscì ad uccidere Gesù”. La luce rifulse nelle tenebre – ha proseguito – e le tenebre non hanno prevalso (cfr Gv 1,5). Dopo aver visto la coraggiosa testimonianza di sant’Andrea Kaggwa e dei suoi compagni, i cristiani in Uganda divennero ancora più convinti delle promesse di Cristo”. Francesco ha affidato ai Martiri tutti gli uomini e le donne per una “convincente testimonianza dello splendore della verità di Dio e della gioia del Vangelo”. Poi il mandato:
“Andate senza paura in ogni città e villaggio di questo Paese, senza paura, per diffondere il buon seme della Parola di Dio, e abbiate fiducia nella sua promessa che tornerete festosi, con covoni ricolmi di un abbondante raccolto”.
Quindi la benedizione, “Dio vi benedica” ha detto in lingua swahili: Omukama Abawe Omukisa!
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)