Non dimentichiamo Aleppo: questo l’appello del Papa all’Angelus, in cui ha chiesto di fare una scelta di pace per tutti coloro che stanno soffrendo a causa della guerra e della distruzione. Francesco ha anche pregato per i morti e per i feriti della violenza in altri Paesi del mondo, come l’Egitto e, nell’approssimarsi del Natale, ha invitato ad aprirsi alla gioia profonda nell’attesa dell’arrivo del Signore.
E’ un drammatico appello quello che Francesco lancia dopo l’Angelus, per ricordare che nella Siria tutta, e ad Aleppo in particolare, vi sono persone che soffrono. Ogni giorno sono vicino a loro, dice il Papa, soprattutto nella preghiera:
“Non dobbiamo dimenticare che Aleppo è una città, che lì c’è della gente: famiglie, bambini, anziani, persone malate… Purtroppo ci siamo ormai abituati alla guerra, alla distruzione, ma non dobbiamo dimenticare che la Siria è un Paese pieno di storia, di cultura, di fede. Non possiamo accettare che questo sia negato dalla guerra, che è un cumulo di soprusi e di falsità. Faccio appello all’impegno di tutti, perché si faccia una scelta di civiltà: no alla distruzione, sì alla pace, sì alla gente di Aleppo e della Siria”.
Tutti i cristiani sono chiamati a farsi coinvolgere dal sentimento di esultanza:
“Un cristiano che non è gioioso, qualcosa manca a questo cristiano, o non è cristiano! La gioia del cuore, la gioia dentro che ci porta avanti e ci dà il coraggio”.
Il Signore che libera da tutte le schiavitù interiori ed esterne, indica “la strada della fedeltà, della pazienza e della perseveranza perché, al suo ritorno, la nostra gioia sarà piena”:
“Il Natale è vicino, i segni del suo approssimarsi sono evidenti per le nostre strade e anche nelle nostre case; anche qui in Piazza è stato posto il presepio con accanto l’albero. Questi segni esterni ci invitano ad accogliere il Signore che sempre viene e bussa alla nostra porta, bussa al nostro cuore, per avvicinarci; ci invitano a riconoscere i suoi passi tra quelli dei fratelli che ci passano accanto, specialmente i più deboli e bisognosi”.
Francesco, in conclusione, chiede quindi di condividere con gli altri la gioia dell’imminente arrivo del Redentore “donando conforto e speranza ai poveri, agli ammalati, alle persone sole e infelici”.
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Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/Francesca Sabatinelli)
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