Erano presenti tutte le realtà parrocchiali e i tre vice parroci: don Joseph Michael Agudelo De La Cruz, don Thomas Rzempoluch e don Giovanni Patanè. Poco prima della Messa, il Santo Padre ha confessato 5 persone: un prete, una religiosa e tre laici. Questa parrocchia romana è la terza che il Papa visita dall’inizio del 2015 dopo San Michele Arcangelo a Pietralata (8 febbraio 2015) e Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca (3 maggio 2015). Dall’inizio del pontificato, Francesco ha visitato 11 parrocchie di Roma e dintorni.
Prima di raggiungere la chiesa un fuori programma secondo la Repubblica.it: Bergoglio ha voluto incontrare tre suore di Charles de Foucauld che vivono in un lunapark, condividendo la vita di giostrai e nomadi.
La Santa Messa inizia alle 17.43
Letture
Prima lettura – At 9,26-31
Salmo 21 (22)
Seconda lettura – 1Gv 3,18-24
Vangelo – Gv 15,1-8
Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi.
Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far a. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
(18.05) Omelia – Frasi del Santo Padre:
Una parola che Gesù ripete spesso, in particolare durante l’ultima cena è:
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Semplice, semplice l’immagine: rimanere in Gesù significa essere uniti a lui per ricevere la vita da lui, l’amore da lui, lo Spirito Santo da lui. E’ vero, tutti noi siamo peccatori, ma se noi rimaniamo in Gesù come i tralci con la vite il Signore viene, ci pota un po’ perché noi potessimo dare più frutto. Lui sempre ha cura di noi, ma se noi ci stacchiamo di lì non rimaniamo nel Signore. Siamo cristiani in parole soltanto, ma non di vita.
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Rimanere in Gesù vuol dire avere la voglia di ricevere la vita da lui, anche il perdono, anche la potatura, ma riceverla da lui. Rimanere in Gesù significa cercare Gesù. Rimanere in Gesù, e questo è più difficile di tutto, significa fare quello che ha fatto Gesù, avere lo stesso atteggiamento di Gesù. Ma quando noi sparliamo degli altri, quando noi chiacchieriamo non rimaniamo in Gesù, quando noi siamo bugiardi non rimaniamo in Gesù, mai lo ha fatto; quando noi truffiamo agli altri con questi affari sporchi che sono alla mano di tutti sono tralci morti, non rimaniamo in Gesù. Rimanere in Gesù è fare lo stesso che faceva lui, curare gli ammalati, aiutare i poveri, avere la gioia dello Spirito Santo.
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Io rimango in Gesù o sono lontano da Gesù? Sono unito alla vite che mi dà vita o sono un tralcio morto incapace di dare frutti e dare testimonianza? Ci sono altri tralci, quelli che si fanno vedere come discepoli di Gesù ma fanno il contrario e sono i tralci ipocriti, forse vanno tutte le domeniche a messa, forse fanno faccia da immaginetta, tutte pie, ma poi vivono come se fossero pagani: e a questi Gesù nel Vangelo li chiama ipocriti. Gesù è buono ci invita a rimanere in Lui: quello che lui vuole sono queste due cose: che noi rimaniamo in lui e che noi non siamo ipocriti, e con questo la vita cristiana va avanti.
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E cosa ci dà il Signore se noi rimaniamo in Lui? Lo ha detto: “chiedete quello che volete e vi sarà fatto”, la preghiera potente, ma se la nostra preghiera è debole, essa non dà i suoi frutti perché il tralcio non è unito alla vite. Ma se voi rimanete in me e le vostre parole restano in me, chiedete e vi sarà dato. Il Signore ci dia questa grazia.
A cura di Redazione Papaboys fonti: Il Sismografo e Redazione Papaboys
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