A 30 anni dalla visita di Giovanni Paolo II, il 19 marzo 1986, le storiche porte della città di Prato si spalancheranno festose per l’arrivo di un altro Pontefice. È iniziato infatti il conto alla rovescia per la visita pastorale che Papa Francesco compierà in quella che il famoso mercante Francesco Datini definì la “Manchester della Toscana” in seguito all’impetuoso sviluppo industriale. Subito dopo si recherà al Convegno ecclesiale a Firenze, in programma il 10 novembre. Si tratterà di una tappa molto breve ma ricca di momenti significativi tanto per la comunità pratese, che attende con gioia il Santo Padre, quanto per le 120 etnie presenti sul territorio ormai da decenni, e soprattutto per la Chiesa che per prima, nella persona del vescovo Franco Agostinelli, ha invitato Francesco a recarsi nella cittadina. Dignità e valore del lavoro come strumento sociale e ricchezza di una pacifica e costruttiva convivenza saranno i perni dell’intervento del Santo Padre, come spiega a ZENIT mons. Nedo Mannucci, vicario generale della Diocesi e principale collaboratore del vescovo dal gennaio 2013. Di seguito l’intervista.
Mons. Mannucci finalmente il Papa ha accolto l’invito a visitare la città e la Chiesa di Prato rivoltogli dal vescovo Franco Agostinelli già il 18 settembre 2013…
Questa decima visita pastorale di Francesco in Italia, che si divide in due tappe, Prato e Firenze, si inserisce senza alcun dubbio all’interno di quella geografia bergogliana che ormai ha caratterizzato il pontificato, ma questa volta il Papa non si recherà in una periferia, come in molti hanno affermato, ma visiterà una realtà cittadina viva e in crescita, che accoglie quotidianamente le sfide del lavoro e dell’arrivo dei flussi migratori nei termini di un terreno fertile pronto a dare frutti per un futuro migliore e rigoglioso. “Papa Francesco devotissimo alla Santissima Vergine, pregherà nella Cappella del Sacro Cingolo dove omaggerà la reliquia della Madonna simbolo ecclesiale e civile della cittadina dal 1141 e affiderà l’intera città alla cura materna di Maria.
Cosa vi aspettate da questa visita?
La attendiamo come una grande udienza a cielo aperto in cui tutti potranno incontrarlo e salutarlo. Francesco entrerà in città partendo dalla periferia in papamobile per poi raggiungere il cuore del centro cittadino: sarà accolto da studenti e giovani e procederà verso il Duomo (dove ad accoglierlo ci saranno il Capitolo della Cattedrale, il Consiglio presbiterale, sacerdoti anziani, le monache di clausura e una ventina di ammalati), attorniato da migliaia di persone che lo attendono già da adesso. Noi ci aspettiamo un incontro con il Papa come in Udienza ed è molto bello che alcune piazze siano state trasformate in piccole isole in cui si raccoglieranno da una parte i giovanissimi, dall’altra gli ammalati a cui sarà riservata un’area di assistenza, e infine il mondo delle scuole.
Perché il Papa ha scelto Prato prima di recarsi a Firenze?
Questa visita arreca con sé un grande e significativo messaggio: il Papa vuole accompagnare l’intera comunità di Prato, nella sua mescolanza identitaria, in questo cammino di costruzione ed evoluzione dello Spirito. Il messaggio che Francesco lascerà alla città sarà certamente un aiuto per la nostra volontà di costruire, per ritrovare la speranza.
Quale realtà incontrerà il Santo Padre?
Il Papa non si recherà a far visita a una città in abbandono. Prato si configura nella sua eterna missione e non è un caso che il Santo Padre si rechi da noi prima di raggiungere il Convegno ecclesiale a Firenze che ha come tema “In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo”. Il Convegno si basa su 5 vie: uscire, abitare, annunciare, educare, trasfigurare. Abbracciando la comunità pratese, all’indomani della chiusura del Sinodo dei vescovi sulla famiglia e nell’imminenza del Giubileo della Misericordia, il Papa viene ad abitare Prato per esortare tutti noi a riflettere sulla condizione dell’uomo moderno alle prese con i valori fondamentali della vita.
C’è anche la presenza della comunità cinese in Prato…
La Chiesa di Prato è segnata ormai da decenni da gesti di accoglienza e di attenzione verso i nuovi arrivati che hanno rappresentato una svolta significativa nei processi di integrazione e cooperazione tra la comunità italiana e quella orientale. I tanti cinesi arrivati in questo territorio hanno trovato un buon ambiente dove far nascere le loro imprese e dunque per impostare un sistema economico in crescita in seguito alla crisi del mercato italiano. La città pur vivendo una difficoltà di natura economica, che si espande su scala nazionale, si è posta come base per il lavoro nei confronti dei nuovi arrivati. Proprio a partire dallo scorso settembre la parrocchia pratese che da 15 anni è sede della cappellania cattolica cinese e che attualmente ha già un vice parroco orientale, ha promosso un nuovo progetto pensato per dare ancora più forza all’azione missionaria della Chiesa pratese nei confronti della popolazione cinese che vive nella zona di via Pistoiese.
Quindi ci sarà un incontro particolare tra Papa Francesco e i rappresentanti della comunità cinese di Prato?
No. Il Papa si reca a Prato per incontrare la città come mondo del lavoro; lo dirà anche nel discorso che pronuncerà dal pulpito di Donatello nella Piazza del Duomo incentrato sulla dignità e sul valore del lavoro inteso come strumento sociale e di convivenza. Al termine dell’omelia, e dopo aver impartito la Benedizione ai presenti, incontrerà 50 persone rappresentative delle diverse realtà cittadine e tra queste ci sarà anche la presenza di rappresentanti dei gruppi etnici. Questa è la vera natura della visita: Francesco viene per incontrare una sola e unita comunità costituita da un mosaico di culture diverse che vanno integrandosi sempre di più.
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La Chiesa di Prato ha ribadito in più occasioni che tutti potranno vedere e ascoltare Papa Francesco: l’ingresso in Piazza Duomo, infatti, sarà libero e senza biglietti, e diversi maxischermi consentiranno a coloro che si raccoglieranno nelle altre piazze della città di seguire l’intervento del Santo Padre. Il pastore della Diocesi, Mons. Franco Agostinelli, ha inoltre spiegato che Prato è stata scelta perché è una “città laboratorio positivo di accoglienza” e perché rivive in sé stessa i molti aspetti su cui si concentra il pontificato di Papa Francesco: dignità del lavoro, unità della famiglia e pacifica convivenza.