Atmosfera di famiglia durante il pranzo con i detenuti del Ferrante in Arcivescovado
Pinho Junior Luiz Antonio, origine brasiliana, studente di Scienze dell’educazione ed educatore in progetti come il Provaci ancora Sam! per i ragazzi a rischio dispersione, il pranzo di ieri in Arcivescovado non lo dimenticherà mai. E se lo porterà sempre nel cuore anche Tesfatzion Beyin Gherghis, immigrata della prima generazione, arrivata a Torino dall’Eritrea 40 anni fa, diventata cittadina italiana e ora ormai in pensione. E così tutti gli altri, il ristoratore filippino Ramos Rodrigo Perez, Rose Hillary Maleko, tanzaniana, la peruviana Maria Elena Ramos De Salazar. E naturalmente gli undici giovani detenuti del Ferrante, la famiglia rom, i senza dimora. Tutti a tavola – una grande tavola rotonda – con Papa Francesco e con monsignor Nosiglia in un clima che Luiz non esita a definire «speciale. Come a tavola con il nonno».
Atmosfera di famiglia
«Il Papa è una persona semplice, attenta, desiderosa di stabilire rapporti con le persone. Si vede – racconta il giovane educatore – che desidera sempre il bene del prossimo. È stato magnifico, ha saputo creare subito, tra tutti noi, 27 persone diverse, un ambiente familiare. Il pranzo si è svolto in un clima magico, per niente formale, in uno scambio di vera umanità. Ci ha fatto sentire a casa, con libertà e rispetto».
Ai ragazzi del Ferrante, Papa Bergoglio ha chiesto di raccontare un po’ della propria storia, qualcosa delle proprie speranze. Loro hanno raccontato e gli hanno consegnato l’elenco dei loro nomi per un aiuto futuro. A tavola si è anche parlato della Sindone e della sua storia, argomento introdotto dal signor Ramos (che ha un ristorante giapponese dove dà lavoro a dieci connazionali filippini). Finito il pranzo, scambio di regali. La signora Tesfatzion ha donato a Francesco un colorato cestino di artigianato eritreo, Luiz gli ha portato delle magliette della scuola di Capoeira dove insegna ai ragazzi ma anche una borsa e la lettera dei suoi allievi del Sam su diritto di cittadinanza e diritto all’istruzione. Altri doni il Papa li ha ricevuti da ogni commensale. Lui ha regalato a tutti un rosario.
La battuta
«A me Francesco ha rivolto una battuta divertente . ricorderà sempre Luiz – quando mi sono presentato. Sentito che sono brasiliano, mi ha detto: “Ma secondo te il calciatore più forte del mondo è stato Maradona o è stato Pelé. Rispondi con sincerità”. Io ho detto Pelé. E lui: me l’aspettavo!».
di Maria Teresa Martinengo per Vatican Insider
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http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/francesco-torino-41925/
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