Il presidente della Conferenza Episcopale Triveneto e Patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha reso noto che è stata accertata, in questi giorni, la disponibilità di Papa Francesco a venire a Venezia ed incontrare le Chiese del Nordest, rispondendo così positivamente all’invito già da qualche tempo rivolto al Santo Padre dal Patriarca stesso anche a nome degli altri Vescovi di questa regione ecclesiastica che riunisce il Veneto, il Trentino Alto-Adige e il Friuli Venezia-Giulia.
Tale visita si svolgerà nel corso dell’anno 2018 ed avrà la durata prevista di una giornata, avendo per meta Venezia dove, oltre alla celebrazione eucaristica, si terrà un evento comune che coinvolgerà tutte le Diocesi del Nordest (i giovani in particolare, a cui sarà dedicato il prossimo Sinodo dei Vescovi).
Nei prossimi giorni il Patriarca si recherà a Roma, in Segreteria di Stato, per definirne i dettagli e le modalità.
GLI ALTRI PAPI A VENEZIA – L’ULTIMO BENEDETTO XVI NEL 2011
Benedetto XVI è il terzo Papa a far visita a Venezia. Ci sono stati Paolo VI, il 16 settembre 1972, con una breve sosta ad Aquileia e poi il Beato Giovanni Paolo II: il 16 e 17 giugno 1985. Giovanni Paolo II visitò anche Mestre, il 17 giugno 1985 e poi Aquileia il 30 aprile 1992. Tre Patriarchi di Venezia – Giuseppe Sarto (San Pio X), Giuseppe Roncalli (Beato Giovanni XXIII) e il Venerabile Albino Luciani (Giovanni Paolo I), sono stato eletti Papi passando direttamente dalla Cattedra di San Marco alla Cattedra di Pietro. A Venezia, inoltre, sono nati cinque Papi: Gregorio XI, Angelo Correr (Venezia, ca. 1326 – Recanati, 18 ottobre 1417); Eugenio IV,Gabriele Condulmer (Venezia, 1383 – Firenze, 23 febbraio 1447) Paolo II, Pietro Barbo (Venezia, 23 febbraio 1417 – Roma, 26 luglio 1471); Alessandro VII, Pietro Vito Ottoboni (Venezia, 22 aprile 1610 – Roma, 1º febbraio 1691), Clemente XII Carlo della Torre di Rezzonico (Venezia, 7 marzo 1693 – Roma, 2 febbraio 1769). Ad Aquileia è nato Pio I, ma non si sa quando. E’ morto intorno all’anno 154.
Paolo VI visitò in un solo giorno, il 16 settembre 1972, le città di Venezia e Aquileia prima di raggiungere Udine, dov’era in corso il XVIII Congresso Eucaristico Nazionale. Fu quello il suo nono viaggio apostolico in Italia. A Venezia fu accolto in Piazza San Marco dal Patriarca Albino Luciani al quale impose la stola papale, gesto inusuale ma profetico. Verrà infatti eletto suo successore nel 1978 . Ai veneziani Paolo VI rivolse un discorso commosso e quasi poetico, nel quale ricordò le “dolci memorie della nostra infanzia” e gli “altri ricordi indimenticabili” legati ai Patriarchi Roncalli e Sarto conosciuti personalmente. Centrale nella sua riflessione fu il problema della continuità di Venezia, con le sue vicende storiche, culturali e religiose. Partendo dalla questione della stabilità strutturale della città e delle opere necessarie per la sua preservazione, disse: “Non solo sopravvivere alla corrosione del suo mare deve Venezia, ma vivere. Dal presente il nostro sguardo si dirige al futuro. Un futuro, ch’è già in atto, ma che ha per sé il tempo avvenire: vogliamo dire il suo sviluppo moderno, il quale non può prescindere dal lavoro moderno, che già si attesta nei centri industriali attorno alla Città storica, come Mestre, Marghera, Murano”.
Venezia e Mestre furono le tappe del 51mo viaggio italiano di Giovanni Paolo II. Il Papa andò anche a Vittorio Veneto, Riese e Treviso. Wojtyla arrivò a Venezia domenica 16 giugno 1985 in piazza San Marco e nella Basilica incontrò il clero e le religiose. Altri incontri avvennero con gli artisti del Teatro “La Fenice”, con il mondo della cultura all’Università Cà Foscari e con le detenute del carcere della “Giudecca”. Lunedì 17 giugno, dopo una tappa a Porto Marghera con i lavoratori e gli imprenditori veneti, raggiunse Mestre dove si incontrò con gli ammalati dell’Ospedale Umberto I e quindi con l’intera città. Il Papa ricordò innanzitutto i suoi tre predecessori che furono Patriarchi della città: Giuseppe Sarto (san Pio X), Giuseppe Roncalli, (beato Giovanni XXIII), Albino Luciani (Giovanni Paolo I). “Sento vicino a me, in mezzo a noi – dichiarò –, tre grandi figure di patriarchi, ai quali, per essere essi ascesi in questo secolo al soglio di Pietro, tutti noi guardiamo con un comune intendimento, che è pensiero, ricordo, ammirazione, riconoscenza, venerazione. E anche ispirazione”. In particolare la figura di san Pio X, di cui ricorreva il 150mo anniversario della nascita, fu al centro dell’omelia pronunciata in piazza San Marco. Giovanni Paolo II ricordò l’impegno di Pio X, definito “papa dell’Eucaristia”, per la pratica della comunione frequente e quotidiana, sottolineandone inoltre l’impegno per la pace alla vigilia della prima Guerra Mondiale. A Mestre affrontò i problemi del territorio, cioè rapida e a volte incontrollata industrializzazione, il terrorismo politico, disoccupazione e crisi. “Rifiutate l’egoismo e il consumismo: esso è idolatria ed è offesa contro chi è più povero e muore di fame”. Ad Aquileia Giovanni Paolo II andò il 30 aprile 1992. Nei due discorsi Giovanni Paolo II ricordò la gloriosa eredità ecclesiale e missionaria dell’antico patriarcato, che giunse a comprendere 25 diocesi tra l’Alto-Adriatico e la Mitteleuropea: “Il contributo dei credenti è indispensabile per permettere all’Europa di ritrovare la sua identità e la sua unità”.
Redazione Papaboys – Avvenire
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Gentile redazione papaboys, nell’articolo sulla visita di Papa Francesco a Venezia, avete ricordato due Pontefici: Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, definendoli “Beati”. Vorrei rammentare che detti Papi, peraltro nella medesima cerimonia di canonizzazione, sono stati proclamati “Santi”. Quindi sarebbe opportuno una subitanea rettifica.