A piedi scalzi, in segno di rispetto, il Papa ha fatto ingresso nella struttura verso le 16.30, ora locale, fermandosi brevemente in preghiera nella cappellina per poi intrattenersi per mezz’ora in una grande sala dove, assieme ai malati, erano presenti anche i 70 operatori sanitari e insegnanti – religiosi, religiose e laici – che prestano opera di assistenza nel Centro.
Con grande affetto, dopo alcuni canti e aver ricevuto bigliettini e molti piccoli doni dai malati – tra cui una corona di fiori indossata sul collo e un suo ritratto eseguito da una donna gravemente disabile – Papa Francesco ha salutato uno a uno i degenti, accarezzandoli, baciandoli e benedicendoli.
Grande simpatia ha suscitato da parte del Papa quando, congedandosi verso le 17.15, ha ripetuto con le braccia poste sul capo il gesto simbolo che sono soliti fare le persone che vivono nella “House of Hope”.
Dopo aver lasciato la struttura in papamobile, Francesco ha percorso tra due ali di folla una strada fermandosi poco dopo per una breve preghiera davanti al “Giardino dei bambini abortiti”, simbolico cimitero formato da dozzine di croci bianche piantate nell’erba. Prima di ripartire, il Papa ha salutato una rappresentanza degli attivisti “Pro-life” coreani e il missionario senza gambe e braccia, Br. Lee Gu-won.
A cura di Redazione Papaboys fonte Radio Vaticana
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