Ecco le parole di Papa Francesco consegnate oggi agli scout, ricevuti in udienza: “Date e vi sarà dato”. L’impegno è a donare la vita per gli altri, anche a proteggere il creato, vero “social” di Dio.
Gli esempi sono quelli di Paolo di Tarso, di Benedetto da Norcia, di Cirillo e Metodio, di Francesco d’Assisi e di Caterina da Siena che, spiega il Papa, “non hanno atteso qualcosa dalla vita o dagli altri, ma si sono fidati di Dio e hanno rischiato, si sono messi in gioco, in cammino per realizzare dei sogni così grandi che dopo secoli hanno fatto bene anche noi, a voi, a tutti. Hanno dato la vita, non l’hanno tenuta per sé”.
Dopo i cinque incontri che hanno segnato gli scout nel loro pellegrinaggio, il Papa lascia ai ragazzi cinque parole di Gesù, un “programma di vita” da portare sempre con sé, “perché il Vangelo è il vero navigatore per la strada della vita”: “Date e vi sarà dato”. A maggior ragione in un tempo in cui si pensa subito ad “avere”:
Tanti vivono col solo scopo di possedere quel che piace. Ma non sono mai soddisfatti, perché quando hai una cosa ne vuoi un’altra e poi un’altra ancora e avanti così, senza fine. Non c’è la sazietà dell’avere. Il più avere provoca più fame, più voglia di avere e senza trovare quello che fa bene al cuore. Il cuore si allena non con l’avere, ma col dono. L’avere ingrassa il cuore. Lo fa pesante, lo fa mondano. Il dono lo fa leggero.
Gesù , infatti, fissa come punto di partenza non l’avere, ma il dare, che “vuol dire smettere di subire la vita e scendere in campo per regalare al mondo un po’ di bene”. Non si può infatti lasciare la vita sul comodino, accontentandosi di “vederla scorrere in televisione” o sperando che la felicità arrivi dalla “prossima app da scaricare”. Nella voglia di avere, poi, il rischio è perdere la propria originalità e diventare un fotocopia, come diceva il sedicenne Servo di Dio Carlo Acutis.
Ognuno, dice ancora il Papa ai ragazzi, è invece unico e “prezioso agli occhi di Dio” e questo vuol dire che ogni sforzo nel cambiare la realtà è importante “perché nessuno al mondo può dare al mondo quello che sei chiamato a dare tu”. L’invito agli scout è quello di dire le parole “tu sei prezioso” quando si è insieme. Un modo di aprirsi all’altro e rafforzare la fratellanza scout:
Se costruite ponti verso gli altri vedrete gli altri percorrere quei ponti verso di voi. Quando invece si sta da soli a guardare per aria, perdendosi nelle proprie fantasie, si vive in bolle di sapone. Ma una vita che vaga per aria evapora anziché andare avanti. Guardate le vostre mani, fatte per costruire, per servire, donare per dare agli altri e dite a voi stessi: “I care, l’altro mi riguarda”.
Anche se “in giro c’è tanto menefreghismo”, darsi agli altri non significa “fare la figura dell’ingenuo”. Per questo il Papa chiede di fidarsi di Gesù, che dopo aver detto “date” aggiunge: “e vi sarà dato”:
Dio è Padre e vi darà più di quello che immaginate. Dio non lascia a mani vuote. Quando sembra che ti tolga qualcosa, è solo per fare spazio e darti di più e meglio, per farti avanzare nel cammino. Ti libera delle false promesse dei consumi per farti libero dentro. Gesù ti rende felice dentro, non fuori.
L’ultimo smartphone, la macchina più veloce o il vestito alla moda, spiega il Papa, oltre a non bastare mai, non ti daranno mai la gioia di sentirti amato e di amare.
“Date e vi sarà dato”, poi, “vale anche nei confronti del creato”:
Se continuiamo a sfruttarlo, ci darà una lezione terribile. La stiamo vedendo già. Se ce ne prendiamo cura, avremo una casa anche domani. Nel vostro cammino vi siete immersi nella natura. Avete notato che il creato non ha frontiere? Il creato non ha frontiere: è di tutti e per tutti. Le piante, i boschi, gli animali crescono senza confini, senza dogane. Il creato è un libro aperto che ci dà un insegnamento prezioso: siamo al mondo per incontrare gli altri, per creare comunione, perché siamo tutti collegati. Il creato è fatto per collegarci con Dio e tra di noi, è il social di Dio. Ma se partiamo dai preconcetti sugli altri, da idee prestabilite, vedremo sempre limiti e barriere. Se invece incominciamo a incontrare l’altro, con la sua storia, con la sua realtà, scopriremo un fratello col quale abitare la casa comune, abitare il creato che non ha frontiere.
La via del Signore è infatti “quella che come senso di marcia ha il dono”. Una strada che porta ad essere “cittadini attivi” come diceva il fondatore degli scout Baden Powell, perché, ribadisce il Papa, “il Signore non cerca solo gente per bene”, ma “gente che fa il bene”, anche per il futuro dell’Europa.
L’amore per l’Europa, che vi accomuna, non richiede solo osservatori attenti, ma costruttori attivi: costruttori di società riconciliate e integrate, che diano vita a un’Europa rinnovata; non protettrice di spazi, ma generatrice di incontri. Voi, ‘rover’ e ‘scolte’ di tutta Europa avete questo compito storico. Con il vostro cammino e i vostri sogni state già forgiando lo spirito europeo.
Fonte www.vaticannews.va / Michele Raviart
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