“Questo è il primo punto – afferma – l’esperienza del fallimento. Nelle vostre domande – sottolinea – c’era questa esperienza: il sacramento della Cresima – come si chiama, questo sacramento? La Cresima … no! … è cambiato il nome! … “Sacramento dell’addio”, eh? Fanno questo e se ne vanno dalla Chiesa: è vero o no? Quella è un’esperienza di fallimento. L’altra esperienza di fallimento: i giovani che non ci sono nella parrocchia: avete parlato di questo, voi. Questa esperienza di fallimento, qualcosa che va storto, una delusione… Nella giovinezza si è proiettati in avanti ma a volte capita di vivere un fallimento, una frustrazione: è una prova, ed è importante!”.
Il Papa dice poi ai giovani di pensare alle esperienze di fallimento che voi hanno sperimentato: “E certo, tutti noi ne abbiamo: tutti noi ne abbiamo. Nella Chiesa facciamo tante volte questa esperienza: i sacerdoti, i catechisti, gli animatori si affaticano molto, spendono tante energie, ce la mettono tutta, e alla fine non vedono risultati sempre corrispondenti ai loro sforzi. Lo hanno detto anche i vostri “portavoce”, nelle prime due domande. Facevano riferimento alle comunità dove la fede appare un po’ sbiadita, non molti fedeli partecipano attivamente alla vita della Chiesa, si vedono dei cristiani a volte stanchi e tristi, e molti ragazzi, dopo aver ricevuto la Cresima, se ne vanno: il Sacramento del congedo, dell’addio, come ho detto io. E’ un’esperienza di fallimento, un’esperienza che ci lascia vuoti, ci scoraggia. E’ vero o no? [Sì, rispondono i giovani] E’ vero o no? [Sì, rispondono ancora].
“Di fronte a questa realtà – ha proseguito il Papa – giustamente voi vi chiedete: che cosa possiamo fare? Certamente una cosa da non fare è quella di lasciarsi vincere dal pessimismo e dalla sfiducia. Cristiani pessimisti: è brutto, quello. Voi giovani non potete e non dovete essere senza speranza, la speranza fa parte del vostro essere. Un giovane senza speranza non è giovane, è invecchiato troppo presto! La speranza fa parte della vostra giovinezza! Se voi non avete speranza, pensate seriamente, pensate seriamente. Un giovane senza gioia e senza speranza è preoccupante: non è un giovane. E quando un giovane non ha gioia, quando un giovane sente la sfiducia della vita, quando un giovane perde la speranza, dove va a trovare un po’ di tranquillità, un po’ di pace? Senza fiducia, senza speranza, senza gioia? Voi sapete, questi mercanti di morte, quelli che vendono morte ti offrono una strada per quando voi siete tristi, senza speranza, senza fiducia, senza coraggio! Per favore, non vendere la tua gioventù a questi che vendono morte! Voi mi capite, di che cosa sto parlando! Tutti voi lo capite: non vendere!”
Il Papa poi ritorna alla scena del Vangelo: “Pietro, in quel momento critico, gioca se stesso. Che cosa avrebbe potuto fare? Avrebbe potuto cedere alla stanchezza e alla sfiducia, pensando che è inutile e che è meglio ritirarsi e andare a casa. Invece che cosa fa? Con coraggio, esce da se stesso e sceglie di fidarsi di Gesù. Dice: «Ma, sta bene: sulla tua parola getterò le reti». Attenzione! Non dice: sulle mie forze, sui miei calcoli, sulla mia esperienza di esperto pescatore, ma “Sulla tua parola”, sulla parola di Gesù! E il risultato è una pesca incredibile, le reti si riempiono, tanto che quasi si rompevano. Questo è il secondo punto:fidarsi di Gesù. Fidarsi di Gesù. E quando dico questa cosa, io voglio essere sincero e dirvi: io non vengo qui a vendervi un’illusione. Io vengo qui a dire: c’è una Persona che può portarti avanti: fidati di Lui! E’ Gesù! Fidati di Gesù! E Gesù non è un’illusione! Fidarsi di Gesù”. “Il Signore è sempre con noi – ha proseguito il Papa – Viene sulla riva del mare della nostra vita, si fa vicino ai nostri fallimenti, alla nostra fragilità, ai nostri peccati, per trasformarli. Non smettete mai di rimettervi in gioco, come dei buoni sportivi – alcuni di voi lo sanno bene per esperienza – che sanno affrontare la fatica dell’allenamento per raggiungere dei risultati! Le difficoltà non devono spaventarvi, ma spingervi ad andare oltre. Sentite rivolte a voi le parole di Gesù: Prendete il largo e calate le reti, giovani di Sardegna! Prendete il largo! Siate sempre più docili alla Parola del Signore: è Lui, è la sua Parola, è il seguirlo che rende fruttuoso il vostro impegno di testimonianza. Quando gli sforzi per risvegliare la fede tra i vostri amici sembrano inutili, come la fatica notturna dei pescatori, ricordatevi che con Gesù tutto cambia. La Parola del Signore ha riempito le reti, e la Parola del Signore rende efficace il lavoro missionario dei discepoli. Seguire Gesù è impegnativo, vuol dire non accontentarsi di piccole mete, del piccolo cabotaggio, ma puntare in alto con coraggio! Non è buono – non è buono! – fermarsi al “non abbiamo preso nulla”, ma andare oltre, andare al «prendi il largo e getta le reti» di nuovo, senza stancarci! Gesù lo ripete a ciascuno di voi. Ed è Lui che darà la forza! C’è la minaccia del lamento, della rassegnazione. Questi li lasciamo a quelli che seguono la “dea lamentela”! Eh? E voi, seguite la “dea lamentela”? Vi lamentate continuamente, come in una veglia funebre? No: i giovani non possono fare quello! La “dea lamentela” è un inganno: ti fa prendere la strada sbagliata”.
“Quando tutto sembra fermo e stagnante – ha continuato Papa Francesco – quando i problemi personali ci inquietano, i disagi sociali non trovano le dovute risposte, non è buono darci per vinti. La strada è Gesù: farlo salire sulla nostra “barca” e prendere il largo con Lui! Lui è il Signore! Lui cambia la prospettiva della vita. La fede in Gesù conduce a una speranza che va oltre, a una certezza fondata non soltanto sulle nostre qualità e abilità, ma sulla Parola di Dio, sull’invito che viene da Lui. Senza fare troppi calcoli umani e non preoccuparsi di verificare se la realtà che vi circonda coincide con le vostre sicurezze. Prendete il largo, uscite da noi stessi, uscire dal nostro piccolo mondo e aprirci a Dio, per aprirci sempre più anche ai fratelli. Aprirci a Dio ci apre agli altri! Aprirsi a Dio e aprirsi agli altri. Fare qualche passo oltre noi stessi: piccoli passi, ma fateli. Piccoli passi uscendo da voi stessi verso Dio e verso gli altri, aprendo il cuore alla fraternità, all’amicizia, alla solidarietà”.
Infine il Papa affronta il terzo e ultimo punto: «Gettate le vostre reti per la pesca» (v. 4). “Cari giovani sardi, la terza cosa che voglio dirvi, e così rispondo alle altre due domande, è cheanche voi siete chiamati a diventare “pescatori di uomini”. Non esitate a spendere la vostra vita per testimoniare con gioia il Vangelo, specialmente ai vostri coetanei”.
A questo punto il Papa racconta un’esperienza personale: “Ieri ho fatto il 60.mo anniversario del giorno in cui ho sentito la voce di Gesù nel mio cuore. Ma questo – osserva scherzosamente tra gli applausi – lo dico non perché fate una torta, qui: no, non lo dico per quello. Ma, è un ricordo: 60 anni da quel giorno. Non lo dimentico mai. Il Signore mi ha fatto sentire fortemente che dovevo andare per quella strada. Avevo 17 anni. Sono passati alcuni anni, prima che questa decisione, questo invito fosse concreto e definitivo. Dopo sono passati tanti anni con alcuni successi, di gioia, ma tanti anni di fallimenti, di fragilità, di peccato … 60 anni sulla strada del Signore, dietro a Lui, accanto a Lui, sempre con Lui. Soltanto vi dico questo: non mi sono pentito! Non mi sono pentito! Ma perché? Perché io mi sento Tarzan e sono forte per andare avanti? No … Non mi sono pentito perché sempre, anche nei momenti più bui, nei momenti del peccato, nei momenti della fragilità, nei momenti di fallimento, ho guardato Gesù e mi sono fidato di Lui, e Lui non mi ha lasciato solo. Fidatevi di Gesù: Lui sempre va avanti, Lui va con noi! Ma, sentite: Lui non delude mai. Lui è fedele, è un compagno fedele. Pensate. Questa è la mia testimonianza. Sono felice di questi 60 anni con il Signore. Ma una cosa di più: andate avanti”.
“Restiamo uniti nella preghiera – ha esortato ancora il Papa – e andare in questa vita con Gesù: lo hanno fatto i Santi. I Santi sono così: non nascono già perfetti, già santi! Lo diventano perché, come Simon Pietro, si fidano della parola del Signore e “prendono il largo”. La vostra terra ha dato tante testimonianze, anche recenti: le Beate Antonia Mesina, Gabriella Sagheddu, Giuseppina Nicoli; i Servi di Dio Edvige Carboni, Simonetta Tronci e Don Antonio Loi. Sono persone comuni, che invece di lamentarsi hanno “gettato le reti per la pesca”. Imitate il loro esempio, affidatevi alla loro intercessione, e siate sempre uomini e donne di speranza! Niente lamentele! Niente scoraggiamento! Niente gettarsi giù, niente andare a comprare … consolazione di morte: niente! Andare avanti con Gesù! Lui non fallisce mai, Lui è leale! Pregate per me! E la Madonna vi accompagni”.
(Fonte: Radio Vaticana)
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