Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Oggi è il giorno per stupirci davanti al Bambino nato per noi, ma anche davanti alla Madre di Dio, grazie alla quale “Dio si è legato all’umanità per sempre”. Il suo sguardo ci ricorda che “per la fede è essenziale la tenerezza” argine alla tiepidezza, il suo abbraccio è rimedio alla solitudine e la sua mano ci conduce sulle vie del bene. Così Papa Francesco nell’omelia della Messa per la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, celebrata nella Basilica di San Pietro primo giorno del 2019.
Stupore, ricorda il Papa “è l’atteggiamento da avere all’inizio dell’anno, perché la vita è un dono che ci dà la possibilità di ricominciare sempre, anche dal più basso”. Francesco indica la statua della Madonna nera con bambino di Viggiano, in Basilicata, per la prima volta in San Pietro, che “mostra la Madre e il Bambino così uniti da sembrare una cosa sola”. Questo, spiega, “è il mistero di oggi, che desta uno stupore infinito: Dio si è legato all’umanità, per sempre”.
Dio e l’uomo sempre insieme, ecco la buona notizia d’inizio anno: Dio non è un signore distante che abita solitario i cieli, ma l’Amore incarnato, nato come noi da una madre per essere fratello di ciascuno. Per essere vicino, il Dio della vicinanza. Sta sulle ginocchia di sua madre, che è anche nostra madre, e da lì riversa sull’umanità una tenerezza nuova. E noi capiamo meglio l’amore divino, che è paterno e materno, come quello di una madre che non smette di credere nei figli e mai li abbandona.
Il Dio-con-noi, prosegue il Pontefice, “ci ama indipendentemente dai nostri sbagli, dai nostri peccati, da come facciamo andare il mondo. Dio crede nell’umanità, dove si staglia, prima e ineguagliabile, la sua Madre”.
La madre che ha generato il Signore, spiega ancora Papa Francesco, “genera noi al Signore. È madre e rigenera nei figli lo stupore della fede. perché la fede è un incontro, non è una religione. La vita, senza stupore, diventa grigia, abitudinaria; così la fede”. E anche la Chiesa, chiarisce il Papa “ha bisogno di rinnovare lo stupore di essere dimora del Dio vivente, Sposa del Signore, Madre che genera figli”. Altrimenti, rischia di essere “la Chiesa museo”. La Madonna, invece, “porta nella Chiesa l’atmosfera di casa, di una casa abitata dal Dio della novità”. Ecco allora l’invito di Francesco: “Dalla Madre di Dio lasciamoci guardare, lasciamoci abbracciare, lasciamoci prendere per mano”.
Prima di tutto “lasciamoci guardare – sottolinea il Pontefice – Questo soprattutto nel momento del bisogno, quando ci troviamo impigliati nei nodi più intricati della vita, giustamente guardiamo alla Madonna, alla madre. Ma è bello anzitutto lasciarci guardare dalla Madonna. Quando ci guarda, lei non vede dei peccatori, ma dei figli”. I suoi occhi, dice Papa Francesco “sanno illuminare ogni oscurità, riaccendono ovunque la speranza”. Il suo sguardo materno infonde fiducia “aiuta a crescere nella fede”.
Il suo sguardo materno ci aiuta a vederci figli amati nel popolo credente di Dio e ad amarci tra noi, al di là dei limiti e degli orientamenti di ciascuno. La Madonna ci radica nella Chiesa, dove l’unità conta più della diversità, e ci esorta a prenderci cura gli uni degli altri. Lo sguardo di Maria ricorda che per la fede è essenziale la tenerezza, che argina la tiepidezza.
La “Chiesa della tenerezza” guarda al futuro con sguardo materno, perché senza questo sguardo anche il mondo “è miope”. “Aumenterà pure i profitti, ma non saprà più vedere negli uomini dei figli. Ci saranno guadagni, ma non saranno per tutti. Abiteremo la stessa casa, ma non da fratelli. La famiglia umana – scandisce il Papa – si fonda sulle madri. Un mondo nel quale la tenerezza materna è relegata a mero sentimento potrà essere ricco di cose, ma non ricco di domani”.
E poi “lasciamoci abbracciare”, da Maria, che “aveva tutto a cuore, abbracciava tutto, eventi favorevoli e contrari. E tutto meditava, cioè portava a Dio”. Così ha anche “a cuore la vita di ciascuno di noi: desidera abbracciare tutte le nostre situazioni e presentarle a Dio”. Abbiamo bisogno dell’abbraccio della Madre, ricorda Francesco, nel mondo frammentato di oggi. “C’è tanta dispersione e solitudine in giro: il mondo è tutto connesso, ma sembra sempre più disunito”.
Maria è rimedio alla solitudine e alla disgregazione. È la Madre della consolazione, che con-sola: sta con chi è solo. Ella sa che per consolare non bastano le parole, occorre la presenza; ed è presente come madre. Permettiamole di abbracciare la nostra vita.
Infine “lasciamoci prendere per mano” dalla Madre, non come i figli che oggi “andando per conto proprio, perdono la direzione, si credono forti e si smarriscono, liberi e diventano schiavi. Quanti, dimentichi dell’affetto materno, vivono arrabbiati, con se stessi, e indifferenti a tutto!”. Dio non ha fatto a meno della Madre, sottolinea ancora Papa Francesco, “a maggior ragione ne abbiamo bisogno noi”.
La Madonna non è un optional: va accolta nella vita. È la Regina della pace, che vince il male e conduce sulle vie del bene, che riporta l’unità tra i figli, che educa alla compassione. Prendici per mano, Maria. Aggrappati a te supereremo i tornanti più angusti della storia. Portaci per mano a riscoprire i legami che ci uniscono. Radunaci insieme sotto il tuo manto, nella tenerezza dell’amore vero, dove si ricostituisce la famiglia umana: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio”.
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