Nella catechesi all’udienza generale il Papa riflette sull’Eucaristia, il Sacramento che ci trasforma in Gesù
Debora Donnini-Città del Vaticano
Dopo la catechesi sulla preghiera del Padre Nostro della scorsa settimana, oggi il Papa entra nel cuore delle riflessioni sulla Messa: la Comunione sacramentale. Il prodigio della Comunione è proprio che “diventiamo ciò che riceviamo”.
Accostiamoci all’Eucaristia: ricevere Gesù che ci trasforma in Lui, ci fa più forti.
Alla folla riunita in Piazza San Pietro e scaldata dal sole dopo la pioggia di questi giorni, il Papa si rivolge prendendo spunto dal primo giorno di primavera, oggi, e traccia un parallelo tra gli alberi che fioriscono e la vita cristiana. Come le piante, questa per fiorire ha bisogno di avere radici e la radice è Gesù. Mai – ammonisce – tagliare le radici con Lui. Ma le piante, per fiorire, hanno anche bisogno di essere annaffiate:
Se tu non annaffi la tua vita con la preghiera e i sacramenti, voi avrete fiori cristiani? No! No. Perché la preghiera e i sacramenti annaffiano le radici e la nostra vita fiorisce. Vi auguro che questa primavera sia per voi una primavera fiorita, come sarà la Pasqua: fiorita. Fiorita di buone opere, di virtù, di fare il bene agli altri
Ed è proprio L’Eucaristia – rimarca – che “ci fa forti per dare frutti, fiori di buone opere per vivere come cristiani”.
Francesco entra nel vivo della catechesi ricordando che “se siamo noi a muoverci in processione per fare la Comunione, in realtà è Cristo che ci viene incontro per assimilarci a sé”. In proposito, infatti, Sant’Agostino raccontava nelle Confessioni di essersi sentito dire da Cristo: “tu verrai trasformato da me”, “non sarai tu a trasformarmi in te”. E non solo la Comunione strappa l’uomo dagli egoismi ma lo unisce a tutti coloro che sono una cosa con Lui.
Poi mette in evidenza alcuni elementi essenziali nel ricevere la Comunione:
Dopo la Comunione, a custodire in cuore il dono ricevuto ci aiuta il silenzio, la preghiera silenziosa: allungare un po’ quel momento di silenzio, parlando con Gesù nel cuore ci aiuta tanto, come pure cantare un salmo o un inno che ci aiuti a essere con il Signore.
Quindi, sottolinea che “la Chiesa desidera vivamente che anche i fedeli ricevano il Corpo del Signore con ostie consacrate nella stessa Messa” e che il segno del banchetto eucaristico si esprime con maggior chiarezza se la Comunione “viene fatta sotto le due specie”, pur sapendo che la dottrina cattolica insegna che “sotto una sola specie si riceve il Cristo tutto intero”.
Il Papa ricorda anche che seconda la prassi, “il fedele si accosta normalmente all’Eucaristia” in processione e comunica in piedi oppure in ginocchio, “ricevendo il Sacramento in bocca o, dove è permesso, sulla mano, come preferisce”.
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Sottolineato anche il valore salvifico del sangue di Cristo, sparso per la remissione dei peccati. Tutti siamo stati perdonati nel battesimo e tutti noi siamo perdonati quando ci accostiamo al sacramento della penitenza. E conclude: “Gesù non si stanca di perdonare. Siamo noi a stancarci di chiedere perdono”.
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