Una visita densa e decisamente in linea col pontificato di Papa Francesco, nel segno dell’umiltà e dell’attenzione agli ultimi: così al microfono di Gabriella Ceraso, mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi:
R. – Francesco parla della sua conversione mettendo in prima evidenza la sua esperienza di conversione interiore, di gioia con i lebbrosi. Il Papa viene a rimettersi sui passi di Francesco e a dare un messaggio alla Chiesa in questo senso. Noi sentiamo che in questo è una visita alquanto innovativa: ci sono alcuni luoghi nuovi, ci sono alcuni accenti nuovi e vogliamo metterci in ascolto del messaggio che il Santo Padre ci darà.
D. – Sicuramente, un momento assolutamente innovativo sarà la visita alla “stanza della spoliazione”. Lei è un po’ il custode, in quanto vescovo, di questo momento e di questo gesto. E’ spoliazione non solo da panni materiali …
R. – Indubbiamente. Quello che Francesco fece, esprimeva la sua scelta profonda di Cristo: nudo con il Dio nudo, cioè un incontro profondo con Dio nel quale ormai Francesco rinunciava totalmente a se stesso per diventare uomo di Dio e proprio per questo anche uomo dei fratelli, uomo di una fraternità universale che raggiungeva poi persino le creature materiali: frate Sole, sorella Luna … E’ Francesco che si mette sulla via della libertà dei figli di Dio. Non più padre Pietro di Bernardone, ma “Padre Nostro che sei nei Cieli”, e questa libertà, poi, lo rende quel Francesco così affascinante perché è il Francesco che irradia Vangelo ed è capace di parlare alla nostra cultura odierna e di dire parole di speranza anche al nostro cammino. Sia come credenti, sia come uomini di buona volontà rispetto alle grandi sfide della nostra società.
“Questa visita l’abbiamo maturata tutti insieme, noi vescovi dell’Umbria, e ne siamo entusiasti” spiega al microfono di Gabriella Ceraso, mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e nuovo presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu):
R. – E’ un bellissimo gesto di comunione tra tutte le nostre otto chiese. L’unità e la comunione che intercorre tra i vescovi, ci ha permesso anche di poter rivolgere insieme questo invito al Santo Padre.
D. – E con tutte le chiese avete anche compiuto un cammino e continuerete a compierlo …
R. – Il grosso sarà concentrato in questa preghiera che sarà fatta in tutte le nostre diocesi la sera del 21 settembre, cominciando ai Vespri e prolungandolo fino a mezzanotte con manifestazioni diverse. Poi, tutti si raccolgono nelle cattedrali perché vogliamo veramente che la gente sia coinvolta il più possibile, tutte le categorie. Poi, per esempio, ho già diramato a tutti i movimenti, a tutte le parrocchie, già la veglia di preghiera sabato 7 settembre, quella indetta dal Santo Padre per la pace. Per noi, quindi, oltre a sottolineare quanto ci chiede il Santo Padre, sarà ancora una occasione di preparazione alla visita del Papa. Quindi, è un momento forte di comunione con la Chiesa di Roma, questo, per le nostre chiese dell’Umbria.
D. – E tutto il mondo guarderà a voi un po’ anche come alla culla dello spirito che il Papa ha scelto come impronta per il suo pontificato …
R. – Sì: ha scelto lo stile di Francesco ed era un desiderio suo – ce l’ha ripetuto lungamente, più d’una volta durante il nostro incontro – visitare i luoghi di Francesco. Tant’è vero che il Papa viene sì, per incontrare la gente, ma desidera venire soprattutto come pellegrini proprio perché è la prima volta, per rendersi conto anche di quale sia la terra che i piedi di Francesco hanno calcato. Io ho voluto dire anche questo al Santo Padre, quando siamo andati noi vescovi dell’Umbria, presentando un po’ la nostra piccola Conferenza. Gli ho detto: “Padre Santo, l’Umbria è una piccola regione ma in dieci anni ha dato il nome a due Papi: Benedetto, che è un Santo umbro, di Norcia, e Francesco, che è Francesco d’Assisi. Quindi, la nostra piccola parte l’abbiamo già fatta” …
Testo proveniente dalla Radio Vaticana
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