Categorie: Familia et Mens

Papa Francesco ad una ragazza madre: ‘Sei una donna coraggiosa’

Toccanti parole di Francesco a una ragazza madre: “Sei una donna coraggiosa perché sei stata capace di portare queste due figlie al mondo. Avresti potuto ucciderle nel tuo grembo, ma hai rispettato la vita”. L’affettuosa benedizione durante la videoconferenza che prepara il viaggio negli Usa, nel corso della quale il Pontefice con la consueta empatia ha dialogato con immigrati e studenti.

Cresce l’attesa per il viaggio apostolico di papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti, in programma dal 23 al 28 settembre a Washington, New York e Philadelphia, dove si svolgerà l’incontro mondiale con le famiglie. E un piccolo assaggio dell’incontro che avverrà nei prossimi giorni è andato in onda ieri sera (notte fonda in Italia) sull’emittente televisiva americana Abc: una videoconferenza di circa un’ora e mezza girata nei giorni scorsi, che svela la consueta empatia del pontefice argentino,

capace di superare anche le distanze via etere per farsi vicino a ogni persona che si rivolge a lui, in particolare a coloro che vivono difficoltà, dai migranti ai poveri, dai detenuti ai disabili e ai malati.

Tranne qualche frase in inglese, papa Bergoglio ha parlato nella sua lingua madre, lo spagnolo,
per rivolgersi via satellite agli studenti del collegio gesuita “Cristo Re a Chicago, ad alcuni homeless e volontari di Los Angeles, ai parrocchiani del Sacro Cuore di McAllen, in Texas, non lontano dalla tormentata frontiera con il Messico.

Da Los Angeles è arrivata la voce di Rosemary, ragazza madre con due figlie. «So che non è facile essere una madre single, so che la gente a volte vi può guardare male, ma ti dico una cosa: sei una donna coraggiosa perché sei stata capace di mettere al mondo queste due figlie – le ha detto Francesco –. Potevi ucciderle quando erano nel tuo grembo, ma hai rispettato la vita, hai rispettato la vita che avevi dentro, e Dio ti premierà per questo, ti premia. Non avere vergogna, cammina a testa alta».

A Ricardo, immigrato in Texas quando aveva 4 anni e da quando ne aveva 16 lavoratore per mantenere la famiglia a causa di un incidente successo a suo padre, il primo papa latinoamericano della storia ha risposto: «In questa vita ci sono molte ingiustizie, e come credente, come cristiano, il primo a subirle, a concentrarle in sé, è stato Gesù.

Gesù è nato in strada, è nato come un homeless, sua madre non aveva dove partorirlo. Bisogna sempre guardare la figura di Gesù. Tu mi chiedi come. Guardando la figura di Gesù facciamo un altro passo. Dio a volte ci parla con parole, come nella Bibbia, ci dice la sua Parola. Dio a volte ci parla con gesti attraverso la storia, con le situazioni. E Dio, a volte, molte volte, ci parla con il suo silenzio».

Poi ha aggiunto, con un riferimento chiaro a quanto sta accadendo in queste ore anche in Europa e nei Paesi in conflitto: «Quando io vedo — quello che mi ha chiesto tu — quanta gente soffre la fame, non ha il necessario per crescere, per la salute, muore da piccola, non ha il necessario per l’educazione, quanta gente non ha casa, quanta gente oggi, lo stiamo vendendo, lascia il proprio Paese alla ricerca di un futuro migliore, e muore; tanti muoiono durante il cammino. Allora io guardo Gesù sulla Croce e scopro il silenzio di Dio. Il primo silenzio di Dio sta nella Croce di Gesù. È stata l’ingiustizia più grande della storia e Dio è rimasto in silenzio. […] Che cosa fare? Il mondo deve prendere più coscienza che lo sfruttamento l’uno dell’altro non è un cammino. Siamo tutti creati per l’amicizia sociale. Tutti abbiamo una responsabilità per tutti».

Infine, rivolgendosi a suor Norma, papa Francesco ha voluto «ringraziare tutte le religiose degli Stati Uniti. Il lavoro che voi religiose avete fatto e fate negli Stati Uniti è grandioso. Mi congratulo con voi. Siate coraggiose. Andate avanti, sempre in prima linea. E vi dico un’altra cosa — sta male che lo dica il Papa? Non lo so —: vi voglio molto bene!».

Redazione Papaboys (Fonte www.famigliacristiana.it/Laura Badaracchi)

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