Francesco guarda al contesto sociale e culturale attuale per dire che anche oggi è presente la tentazione gnostica e che la pratica della fede è spesso fatta oggetto di ironia e di emarginazione. Afferma:
La pratica della fede per questi gnostici che già c’erano al tempo di Gesù, è considerata come un’esteriorità inutile e anzi nociva, come un residuo antiquato, come una superstizione mascherata. Insomma, una cosa per vecchi. La pressione che questa critica indiscriminata esercita sulle giovani generazioni è forte. Certo, sappiamo che la pratica della fede può diventare un’esteriorità senz’anima. (…) Ma in sé stessa non lo è affatto.
Tocca proprio agli anziani, afferma ancora il Papa, “restituire alla fede il suo onore, fino alla fine”. Praticare la fede non è segno della nostra debolezza, ma mostra la sua forza. E “non è una cosa ‘da vecchi’ – prosegue il Papa-. No. E’ cosa di vita”. “E’ una benedizione per tutti!” E Francesco conclude dicendo a braccio:
Cari fratelli e sorelle anziani, per non dire vecchi, siamo nello stesso gruppo, per favore, guardiamo ai giovani: ci guardano. Ci guardano. Non dimenticare quello. (…). I giovani ci guardano e la nostra coerenza può aprire una strada di vita bellissima a loro. Invece, un’eventuale ipocrisia farà tanto male. Preghiamo gli uni per gli altri.
Non si alza Francesco perché quel ginocchio che lo fa soffrire lo costringe sulla sedia, ma lo vorrebbe eccome per salutare il più possibile tutti e lo dice, scusandosi ancora una volta alla fine dell’udienza generale, con la speranza di mettersi presto alle spalle questo impedimento. Ma certamente lo vorrebbe per accompagnare col gesto la carica del cuore, quella che lo spinge in ogni circostanza a chiedere che la crisi, anzi le crisi del mondo frantumato dalle guerre, finiscano di mordere il pianeta guardando a Maria che in questo mese si prega con speciale assiduità.
Vi invito ad invocare la sua intercessione per le vostre intenzioni personali, per le intenzioni della Chiesa e per la pace nel mondo.
Questo invito lo rivolge parlando alle persone di lingua tedesca in Piazza San Pietro ma, come in un percorso a tappe, quasi con ogni gruppo linguistico la richiesta viene riformulata e riaffidata. Come con i polacchi, ieri in festa per la solennità della Vergine, regina del Paese.
A Jasna Góra avete ricordato il Beato Cardinale Wyszyński, che vi ha insegnato a confidare in Maria nei momenti più difficili della vostra storia. Seguendo il suo esempio, affidate alla Vergine Santa la sorte della vostra patria e la pace in Europa.
Infine l'”arma” antica e nuova, ricordata con i fedeli di lingua portoghese, la recita quotidiana del Rosario.
Abbiamo iniziato da poco il mese di maggio, che tradizionalmente chiama il popolo cristiano a moltiplicare i gesti quotidiani di venerazione alla Vergine Maria. Il segreto della sua pace e del suo coraggio era questa certezza: «nulla è impossibile a Dio». Abbiamo bisogno d’imparare ciò con la Madre di Dio; mostriamoci riconoscenti, pregando il rosario ogni giorno.
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