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Papa Francesco: affidiamo a Maria quanti non hanno pace!

Nella Messa della Solennità della Madre di Dio, il Papa prega per chi non ha “più la forza di pregare”, per quanti sono colpiti dalla guerra in molte parti del mondo, che vivono questi giorni di festa al buio e al freddo, nella miseria e nella paura, immersi nella violenza e nell’indifferenza. E affida alla Vergine “l’amato Papa emerito Benedetto XVI perché lo accompagni nel suo passaggio da questo mondo a Dio”

Tiziana Campisi – Città del Vaticano per Vaticannews.va

Nella Basilica di San Pietro, dove sono raccolti in preghiera 5mila fedeli nel primo giorno del nuovo anno, presiedendo, con circa 300 concelebranti – fra cardinali, vescovi e sacerdoti -, la Messa della Solennità di Maria Madre di Dio, Papa Francesco offre un’ampia riflessione sul senso dell’incarnazione di Dio

. Quindi rivolge il suo pensiero a Benedetto XVI scomparso ieri. Poi la preoccupazione del Papa è per quanti stanno affrontando dure prove in aree di conflitto, fra stenti e soprusi, e non possono celebrare le festività natalizie. E invita ad acclamare, “per quanti non hanno pace”, Maria, “la donna che ha portato al mondo il Principe della pace” e la cui immagine, a fianco delle colonne tortili del Baldacchino di San Pietro, è offerta dalla statua della “Madonna del Carmine” della Basilica Pontificia Santa Maria del Carmine di Avigliano.
Il Bambino Gesù esposto nella Basilica di San Pietro

L’anno, che si apre nel segno della Madre di Dio e nostra, ci dice che la chiave della speranza è Maria, e l’antifona della speranza è l’invocazione Santa Madre di Dio.

“Preghiamo la Madre in modo speciale per i figli che soffrono e non hanno più la forza di pregare, per tanti fratelli e sorelle colpiti dalla guerra in tante parti del mondo, che vivono questi giorni di festa al buio e al freddo, nella miseria e nella paura, immersi nella violenza e nell’indifferenza”

Maria ascolta sempre le nostre richieste

Ma ricordando l’invocazione alla Vergine nell’Ave Maria “Madre di Dio, prega per noi peccatori”, che i fedeli recitano nelle situazioni più disparate, “nelle lingue più diverse, sui grani del rosario e nei momenti del bisogno, davanti a un’immagine sacra o per la strada”, il Pontefice assicura che a quest’invocazione la Mamma Celeste “sempre risponde, ascolta le nostre richieste”, dandoci anche speranza, di cui abbiamo bisogno come la terra ne ha della pioggia.

Sporcarci le mani per fare del bene

Anzitutto andare, senza indugio, imitando i pastori che, ricevuto l’annuncio della nascita di Cristo da un angelo, non esitarono a mettersi in cammino “per andare a vedere un Bambino adagiato in una mangiatoia”. “Perché di fronte alle cose importanti bisogna reagire prontamente – sollecita il Pontefice – non rimandare; perché ‘la grazia dello Spirito non comporta lentezze’”.

Per accogliere Dio e la sua pace non si può stare fermi, non si può stare comodi aspettando che le cose migliorino. Bisogna alzarsi, cogliere le occasioni di grazia, andare, rischiare. Bisogna rischiare.

Francesco esorta, dunque, a darsi da fare e non sperare soltanto che le cose cambino, perché nella Chiesa e nella società, tanti aspettano il bene che ciascuno può dare.

E, di fronte alla pigrizia che anestetizza e all’indifferenza che paralizza, di fronte al rischio di limitarci a rimanere seduti davanti a uno schermo con le mani su una tastiera, i pastori oggi ci provocano ad andare, a smuoverci per quel che succede nel mondo, a sporcarci le mani per fare del bene, a rinunciare a tante abitudini e comodità per aprirci alle novità di Dio, che si trovano nell’umiltà del servizio, nel coraggio di prendersi cura. Fratelli e sorelle, imitiamo i pastori: andiamo!

Il servizio completo qui 

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