Oggi, 8 dicembre, solennità dell’Immacolata, Papa Francesco si è recato, come fa ogni anno, a Piazza di Spagna per rendere omaggio alla Vergine Maria.
Di fronte al monumento a lei dedicato, Francesco recita una preghiera in cui cita la corruzione del cuore come “il pericolo più grave” e rende grazie a Dio per averci donato una madre, piena di grazia, che ci ricorda la vittoria di Cristo sul male
Adriana Masotti – Città del Vaticano (Vaticannews.va)
Un gesto “che esprime la devozione filiale alla nostra Madre celeste”, così aveva detto Papa Francesco annunciando oggi ai fedeli in Piazza san Pietro, dopo la preghiera dell’Angelus, la sua intenzione di recarsi nel pomeriggio a Piazza di Spagna per il tradizionale omaggio all’Immacolata.
Un gesto preceduto da un momento di preghiera a Maria, nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Quindi l’arrivo alle 15.40 circa, nella piazza dove lo attendevano numerosi romani e turisti in questi giorni a Roma. La città è rappresentata dal sindaco, Virginia Raggi. Ad accogliere il Papa è il cardinale vicario Angelo De Donatis.
Dopo aver deposto una composizione di fiori bianchi ai piedi del monumento dedicato all’Immacolata, si cantano le litanie. Poi Francesco recita una preghiera alla Vergine. Il primo sentimento espresso è di gratitudine. “Più andiamo avanti nella vita e più aumenta la nostra gratitudine a Dio, dice, per aver dato come madre a noi, che siamo peccatori, Te, che sei l’Immacolata”. Questa madre ci ricorda, prosegue, la vittoria di Cristo sul male e che noi pur peccatori “non siamo più schiavi del peccato”.
Non è la stessa cosa, infatti, “essere peccatori ed essere corrotti”. E afferma: “Una cosa è cadere, ma poi, pentiti, rialzarsi con l’aiuto della misericordia di Dio. Altra cosa è la connivenza ipocrita col male, la corruzione del cuore, che fuori si mostra impeccabile, ma dentro è pieno di cattive intenzioni ed egoismi meschini”. Maria richiama tutti alla trasparenza e alla semplicità e afferma il Papa: “Quanto bisogno abbiamo di essere liberati dalla corruzione del cuore, che è il pericolo più grave!”
Quindi Francesco affida alla Vergine “tutti coloro che, in questa città e nel mondo intero, sono oppressi dalla sfiducia (…) quanti pensano che per loro non c’è più speranza, che le loro colpe sono troppe e troppo grandi, e che Dio non ha certo tempo da perdere con loro”. L’affidamento a Maria perché madre che ama i propri figli e perché in quanto Immacolata, cioè piena di grazia, può “riflettere fin dentro le tenebre più fitte un raggio della luce di Cristo Risorto”. E “come cambia il volto della città”, osserva il Papa, se il Signore spezza le catene del male dentro le persone, allora “la qualità della vita diventa migliore e il clima sociale più respirabile”.
Infine ancora un grazie a Maria che ci ricorda che, non più schiavi del peccato, siamo “liberi, liberi di amare, di volerci bene, di aiutarci come fratelli, pur se diversi tra noi”. “E grazie di essere diversi tra noi”, aggiunge a braccio. Grazie perché Lei, l’Immacolata, ci aiuta “a tenere lontano da noi il maligno” e ci dona “la dolce memoria che siamo figli di Dio, Padre d’immensa bontà, eterna fonte di vita, di bellezza e di amore”. Al termine della preghiera, la benedizione del Papa.
Mentre i fedeli intonano canti alla Vergine, Francesco saluta le autorità presenti e poi si dirige verso il gruppo di persone con disabilità e di volontari dell’Unitalsi, l’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali. Come ogni anno, infatti, anche questa volta era presente in piazza l’organizzazione con 100 disabili e oltre 150 volontari della Sezione Romana-Laziale e con un piccolo gruppo arrivato dalla Sardegna. Un appuntamento tradizionale, affermava in un comunicato diffuso ieri la presidente della Sezione, Preziosa Terrinon, “tanto amato dalla nostra Associazione, al quale nessuno vuole mai mancare”.
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