Camminare è “aprire frontiere” e porte, uscire e “cercare strade”. Così il Papa, rivolgendosi ‘a braccio’ in spagnolo, ai partecipanti al XXV Capitolo generale dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, i Clarettiani, guidati dal superiore, padre Matew Vattamattam. L’invito del Pontefice è stato anche ad adorare Dio, che “non ha prezzo”, e ad accompagnare il popolo nei momenti felici e in quelli di dolore. Il servizio di Giada Aquilino:
“Adorare, camminare e accompagnare”. Questa la missione di ogni pastore nelle parole di Francesco ai Clarettiani, che hanno dedicato il loro Capitolo generale al tema: ‘Testimoni e messaggeri della gioia del Vangelo’:
“En el mundo de la eficiencia, hemos perdido el sentido de la adoracion…
“Nel mondo dell’efficienza – ha ricordato – abbiamo perso il senso dell’adorazione”, pure nella preghiera: e ciò è una “carenza” anche della Chiesa di oggi. Perché adorare, ha spiegato il Papa, è stare davanti a quell’unico Dio “che non ha prezzo, che non si negozia, che non si cambia”. Quello che è “fuori di Lui” è un’“‘imitazione di cartone’, un idolo”. Il Signore, ha proseguito, “ha voluto camminare”, “non ha voluto stare tranquillo”:
“Y caminar es abrir fronteras, salir, abrir puertas, buscar caminos…
“E camminare è aprire frontiere, uscire, aprire porte e cercare strade”, ha spiegato il Papa che da sempre invita ad andare ‘alle periferie’, come ricordato pure nel discorso ufficiale, consegnato ai presenti nella Sala del Concistoro, circa 120 persone: nel testo ha invitato a mettersi “in ascolto” degli altri, proprio nelle “diverse periferie” del mondo, perché è lì che la voce dello Spirito Santo “risuona in modo più chiaro”. E lo ha ribadito parlando a braccio coi Clarettiani che, oggi presenti in 64 Paesi, sono profondamente missionari, “si incontrano dappertutto”, ha constatato. L’invito del Pontefice è stato ad andare alle “frontiere di tutti i tipi” e a non stare fermi e “tranquilli”, proprio come l’acqua: se è stagnante “si corrompe”, ma se è di un fiume “scorre”. Quindi, camminare come ha camminato Dio, “che si è fatto compagno di viaggio”. Perché camminare soli è “anche noioso”, ha osservato il Pontefice, esortando ad accompagnare il prossimo come fece il Signore con il suo popolo, “facendosi anche carico dei peccati” e perdonando:
“Acompañar los momentos de alegría…
“Accompagnare i momenti di allegria”, “la felicità delle coppie, delle famiglie”, ma anche i “momenti duri”, “della croce”, “del peccato”. In fondo Gesù, ha riflettuto, non aveva paura dei peccatori: “li cercava”. “Non abbiate paura”, ha infatti incoraggiato il Papa nel discorso consegnato, è il Signore che ci spinge a prestare l’attenzione su “coloro che hanno bisogno della Sua testimonianza” per sentire la “presenza misericordiosa” di Dio nella loro vita. E quando “al centro della nostra vita” c’è Cristo, si legge ancora nel testo, siamo davvero capaci di “testimoniare e comunicare” la gioia del Vangelo.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana