La poverta’ spirituale di tanti giovani che ci sono vicini, i successi apparenti ottenuti con la sopraffazione e l’ingiustizia, i falsi miti di una societa’ sempre piu’ corrotta. Sono questi i nemici dai quali papa Francesco vuole allontanare i giovani dell’Asia, delineati durante il suo primo incontro con i ragazzi del continente, riuniti a Daejeon per la Giornata asiatica della Gioventù. Dopo la grande messa dell’Assunzione, celebrata davanti a tutto il popolo dei fedeli locali, Francesco si concentra sui ragazzi e per farlo sceglie il santuario di Salmoe.
IL luogo, suggestivo ed imponente, è uno dei più amati di tutta la Corea. Qui è nato il primo sacerdote coreano, sant’Andrea Kim Taegon, e in questa diocesi (Daejeon) hanno incontrato il martirio tanti cattolici coreani. il clima di oggi è di festa: dopo il saluto del vescovo mons. Lazzaro You Heung-sik, un gruppo di giovani indonesiani si esibisce in uno spettacolo tradizionale acclamati dalle migliaia di giovani presenti. Il Papa guarda sorridendo tutta la scena.
E’ poi il turno di tre testimonianze. La prima è di Leap Lakaraksmey, dalla Cambogia, che invita il pontefice nel suo Paese per “fare entrare nel numero dei santi i nostri martiri cambogiani”; poi è la volta di un giovane di Hong Kong, Giovanni, che al Papa pone tre domande: “Che cosa dobbiamo fare noi insieme con quei fratelli e sorelle che sono nella Cina continentale per far vedere continuamente e pacificamente l’amore di Dio a tutti i cinesi? La seconda è che molti giovani di Hong Kong vogliono che si tenga la Giornata Mondiale dei Giovani a Hong Kong. Perché si realizzi questo desiderio, che cosa dobbiamo sapere e che cosa dobbiamo preparare? La terza è: che pensiero ha sui cattolici cinesi che sono sparsi nel mondo? Quale è la nostra particolare missione?”. Infine è la volta di una giovane coreana, Marina Park Giseon, che sceglie di parlare della “confusione di valori” della società in cui vive e chiede a Francesco “come veda la situazione in Corea del Nord”. A tutti e tre, nel suo discorso, il Papa riserva un momento: “Ho ascoltato attentamente le loro testimonianze, e le porto nell’animo”.
Subito dopo, tradotto frase per frase in coreano, Francesco parla ai presenti in inglese prima di salutarli per tornare a Seoul: “Cari giovani dell’Asia, è davvero bello per noi essere qui, insieme, presso questo Santuario dei Martiri Coreani, nei quali la gloria del Signore si rivelò all’aurora della vita della Chiesa in questo Paese. In questa vasta assemblea, che raccoglie insieme giovani cristiani da tutta l’Asia, possiamo in un certo modo percepire la gloria di Gesù presente in mezzo a noi, presente nella sua Chiesa che abbraccia ogni nazione, lingua e popolo, presente nella potenza del suo Santo Spirito che rende nuove, giovani e vive tutte le cose”.
“Oggi – dice il Papa commentando il tema della Giornata ‘La gloria dei martiri splende su di voi’ – Cristo bussa alla porta del vostro cuore. Vi chiama ad alzarvi, ad essere pienamente desti e attenti, a vedere le cose che nella vita contano davvero. E ancora di più, Egli vi chiede di andare per le strade e le vie di questo mondo e bussare alla porta dei cuori degli altri, invitandoli ad accoglierlo nella loro vita”. Voi, giovani di tutto il continente, “volete adoperarvi ad edificare un mondo in cui tutti vivano insieme in pace ed amicizia, superando le barriere, ricomponendo le divisioni, rifiutando la violenza e il pregiudizio. E questo è esattamente ciò che Dio vuole da noi. La Chiesa è germe di unità per l’intera famiglia umana. In Cristo tutte le nazioni e i popoli sono chiamati ad un’unità che non distrugge la diversità ma la riconosce, la riconcilia e la arricchisce”.
Tuttavia, aggiunge Francesco, questo mondo “appare davvero lontano da questa visione! Quante volte sembra che i semi di bene e di speranza che cerchiamo di seminare siano soffocati dai rovi dell’egoismo, dell’ostilità e dell’ingiustizia, non solo intorno a noi, ma anche nei nostri stessi cuori. Siamo turbati dal crescente divario nelle nostre società tra ricchi e poveri. Scorgiamo segni di idolatria della ricchezza, del potere e del piacere che si ottengono con costi altissimi nella vita degli uomini. Vicino a noi, molti nostri amici e coetanei, anche se circondati da una grande prosperità materiale, soffrono di povertà spirituale, di solitudine e silenziosa disperazione. Sembra quasi che Dio sia stato rimosso da questo orizzonte. È quasi come se un deserto spirituale si stesse propagando in tutto il mondo. Colpisce anche i giovani, derubandoli della speranza e, in troppi casi, anche della vita stessa”.
Ma questa sfida non deve essere considerata persa in partenza. Anzi, proprio nella religione si trovano gli strumenti per vincerla: “Permettetemi di offrirvi tre suggerimenti su come potete essere testimoni autentici e gioiosi del Vangelo. Pensateci, e cercate di farne la vostra regola di vita. Primo, fate affidamento sulla forza che Cristo vi dona! Non perdete mai la speranza nella verità della sua parola e nella forza della sua grazia! Secondo, rimanete vicini al Signore con la preghiera di ogni giorno. Adorate Dio. Non dimenticatevi di adorare il Signore. Desidero che la vostra partecipazione alla vita delle vostre parrocchie sia attiva e generosa; e poi non dimenticate il Vangelo dell’amore, della carità, prendendo parte come meglio potete alle iniziative di carità. E infine, in mezzo a tante luci contrarie al Vangelo, vi auguro che i vostri pensieri, parole ed azioni siano sempre guidati dalla saggezza della parola di Cristo e dalla forza della sua verità”.
Prima di andarsene, fra gli applausi scroscianti dei giovani presenti, Francesco affida l’assemblea dei ragazzi alla Vergine e augura loro di essere “accompagnati dal Cielo anche da san Giovanni Paolo II, iniziatore delle Giornate Mondiali della Gioventù”.
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