Papa Francesco ai giovani di Manila: ‘La vostra realtà è superiore ai discorsi che avevo preparato’

Parla dei poveri Francesco ai giovani, della capacità di ‘dare’ ed anche di ‘ricevere’ da loro: mendicando anche noi. Farsi poveri e mendicanti d’amore quindi. Di integrità morale e di cura dell’ambiente.

Ha lasciato il testo preparato da parte il Papa ed ha parlato a braccio, chiedendo ‘autorizzazione’ per farlo in spagnolo, invece che in inglese agli oltre 40.000 giovani presenti all’incontro, in momenti di emozione unica e memorabili.

‘Imparate a piangere per essere buoni cristiani’ questo uno dei passaggi centrali, con l’invito ad accogliere la sfida dell’amore, imparando ad amare.

Ecco le parole del Papa rivolte ai giovani, con i quali c’è stato un sano e coinvolgente confronto, iniziato con un momento di preghiera in ricordo della ragazza volontaria di 27 anni che è morta ieri per un incidente, cadendo da un’impalcatura di acciaio,  nell’organizzazione della visita papale a Tacloban. Il Papa è stato informato dopo pochi minuti dall’evento e ne è rimasto molto colpito. Oggi ha deciso di ricordarla con un momento di silenzio, insieme a tutta la gioventù presente, e poi con una Ave Maria per lei, ed un Padre Nostro per la famiglia.

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO 

Questa la traduzione in italiano delle parole del Papa che ha voluto parlare a braccio ai giovani in spagnolo

Quando parlo in maniera spontanea lo faccio in spagnolo, perché non conosco la lingua inglese. Posso farlo? Grazie molte!

La preghiera per la morte di una  volontaria
Prima di tutto, una notizia triste. Ieri, quando stava per iniziare la Messa una parte dell’impalcatura è crollata e ha colpito una giovane donna che stava lavorando e che è morta. Il suo nome è Chrystel. Lavorava per come volontaria nell’organizzazione della Messa, aveva 27 anni. Era giovane come voi. Lavorava per un’associazione che si chiama Catholic relife services, era una volontaria. Vorrei che tutti voi, suoi coetanei osservaste un minuto di silenzio e poi pregheremo la nostra Madre nel cielo. Preghiamo.

(Ave Maria)

Preghiamo anche per suo padre e sua madre. Era figlia unica. Sua mamma sta tornando da Hong Kong, e suo padre è arrivato a Manila per attenderla.

(Padre Nostro)

Cari giovani amici,

è una gioia per me essere oggi con voi. Saluto cordialmente ciascuno di voi e ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro. Nel corso della mia visita alle Filippine, ho voluto in modo particolare incontrarmi con voi giovani, per ascoltarvi e parlare con voi. Desidero esprimere l’amore e la speranza che la Chiesa ha per voi. E voglio incoraggiarvi, come cittadini cristiani di questo Paese, a dedicarvi con passione e con onestà al grande impegno di rinnovare la vostra società e di contribuire a costruire un mondo migliore.

Ringrazio in maniera speciale i giovani che hanno portato le loro testimonianze: June, Leandro Santos II, e Ricky. Grazie.

L’importanza delle donne
C’è solo una piccola rappresentanza di donne tra voi. Troppo poche. Le donne hanno molto da dirci nella società di oggi. Talvolta siamo troppo maschilisti e non diamo spazio alle donne. Ma le donne sono capaci di vedere le cose con occhi diversi da noi uomini. Le donne sono capaci di porre domande che gli uomini non sono capaci di comprendere. Prestate attenzione. Lei (Taziel) oggi ha posto l’unica domanda che non ha una risposta. E non essendo in grado di esprimerla a parole lo ha fatto con le lacrime. Quindi, quando verrà il prossimo Papa a Manila fate in modo che ci siano più donne tra voi.

Perchè soffrono i bambini?
Ringrazio June, che si è espresso con tanto coraggio. Come ho detto il fulcro della tua domanda non ha praticamente una risposta. Solo quando anche noi saremo capaci di piangere per le cose che hai detto allora saremo pronti a rispondere a questa domanda. Una grande domanda per tutti: perché soffrono i bambini? Quando il cuore è pronto ad interrogare se stesso e piangere, allora saremo in grado di comprendere qualcosa. Esiste una compassione ‘mondana’ che non serve a nulla. Tu hai detto qualcosa al riguardo. Una compassione che al massimo consiste nel mettere una mano in tasca ed allungare una moneta. Se Cristo avesse avuto questo tipo di compassione, sarebbe semplicemente passato, avrebbe curato tre o quattro persone e se ne sarebbe tornato dal Padre. Solamente quando Cristo pianse e fu capace di piangere, comprese ciò che accadeva nelle nostre vite.

Imparare a piangere per chi soffre
Cari ragazzi e ragazze, nel mondo di oggi manca la capacità di piangere. Piangono gli emarginati, quelli che sono esclusi, quelli che vengono scartati, ma quelli che hanno una vita senza particolari necessità non sanno piangere. Alcune realtà della vita si vedono soltanto con gli occhi lavati dalle lacrime. Così invito ciascuno di voi a chiedersi: ho imparato a piangere quando vedo un bambino che è affamato, un bambino drogato, un bambino che non ha casa, un bambino abbandonato, un bambino abusato, un bambino sfruttato dalla società? Ogni tanto qualcuno piange in maniera capricciosa perché vorrebbe di più. Questa è la prima cosa che volevo dirvi. Impariamo a piangere. Come lei ci ha mostrato oggi. Non dimentichiamoci di questa testimonianza. La grande domanda sul perché i bambini soffrono lei l’ha posta piangendo. E la risposta che noi diamo oggi è: impariamo a piangere.

Se non imparate come si piange non potrete essere buoni cristiani
Gesù nel Vangelo pianse, pianse per un amico morto, pianse nel suo cuore per quella famiglia che ha perduto sua figlia, pianse nel cuore quando vide una povera vedova che ha dovuto seppellire il figlio, ma soprattutto pianse nel suo cuore e fu mosso a compassione quando vide una moltitudine di persone senza un pastore. Se non imparate come si piange non potrete essere buoni cristiani.

Non temete di piangere
Questa è una sfida. June e Gisele, oggi ci hanno lanciato questa sfida. E quando ci chiedono perché soffrono i bambini? Perché capita questo o quest’altra tragedia nella vita? La nostra risposta può essere o il silenzio, o la parola che nasce dalle lacrime. Siate coraggiosi. Non temete di piangere.

Non trasformatevi da giovani da museo
E poi è stato il Turno di Leandro Santos II. Anche lui ha fatto delle domande, riguardanti il mondo dell’informazione. Oggi con tanti mezzi di comunicazione siamo sempre iper-informati. E’un male? Non necessariamente. Va bene, è può essere utile. Ma corriamo il pericolo di vivere accumulando informazioni. Abbiamo moltissime informazioni, ma non sappiamo come utilizzarle. Corriamo il rischio di trasformarci in giovani ‘museo’, che hanno tutto, ma non sanno cosa farci. Non abbiamo bisogno di giovani ‘museo’, ma di giovani santi.
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La grande sfida della vita: imparare ad amare
Voi potrete chiedermi: padre come si diventa santi? Questa è un’altra sfida. La sfida dell’amore. Qual è la materia più importante che imparate all’università? E quale la materia più importante che dovete imparare nella vita? Imparare ad amare! E’ questa la grande sfida della vita, imparare ad amare. Non solo accumulare informazione, senza sapere cosa farne. E’ solo attraverso l’amore che questa informazione diventa feconda.

I tre linguaggi del Vangelo: pensare, sentire, amare
Per questo il Vangelo ci propone un cammino semplice. Usare i tre linguaggi: il linguaggio della mente, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. Tutti e tre da usare in maniera armonica. Pensare qualcosa, sentirlo nel cuore e realizzarlo. Le informazioni che riceviamo devono arrivare al cuore e si trasformano in qualcosa di concreto. In maniera armonica. Sentire ciò che si pensa e sentire ciò che si fa. Fare ciò che pensi e ciò che provi. I tre linguaggi. Siete capaci di ripeterlo ? Pensare, sentire, fare. (i ragazzi ripetono)

Lasciamoci sorprendere da Dio
Il vero amore è amare e farsi amare.  E’ più difficile farsi amare che amare. Per questo è tanto difficile comprendere l’amore perfetto di Dio. Perché possiamo amarlo, ma è importante che ci facciamo amare da lui. Il vero amore è aprirsi all’amore che ci vuole raggiungere e che ci provoca sorpresa. Se disponi soltanto di informazioni, non hai accesso alla sorpresa, l’amore invece ti dispone alla sorpresa, perché suppone un dialogo tra due persone, tra chi ama e chi è amato. E noi diciamo che Dio è un Dio delle sorprese, perché sempre ci ha amati per primo, con una sorpresa. Dio ci sorprende. Lasciamoci sorprendere da Dio. Rifiutiamo la psicologia del computer che ci fa pensare di sapere tutto. Sul computer si trovano tutte le risposte sullo schermo, ma nessuna sorpresa.

La sorpresa di scoprirsi amati da Dio
Nella sfida dell’amore Dio si manifesta attraverso la sorpresa. Pensiamo a San Matteo. Era un buon commerciante e impoveriva le persone perché imponeva le tasse ai propri concittadini ebrei per darle ai romani. Era pieno di soldi e imponeva queste tasse. Quando passa Gesù, lo osserva  e gli dice vieni, seguimi! Matteo non poteva crederci. Se avete l’occasione andate a vedere il quadro dipinto da Caravaggio su questo episodio. Gesù lo chiama e gli altri intorno dicono: questo qua?! E’ un traditore senza vergogna. Ma la sorpresa di scoprirsi amato lo vince. Il giorno in cui Matteo ha lasciato la sua casa, sua moglie mai avrebbe pensato che sarebbe rientrato senza soldi, preoccupandosi di come preparare un banchetto per colui che lo aveva amato per primo, che lo aveva sorpreso con qualcosa di molto importante, più importante del denaro che possedeva.

San Francesco morì povero ma con il cuore stracolmo
Lasciatevi sorprendere da Dio. E non temete le sorprese! Vi scuotono il terreno sotto i piedi! E rendono tutto insicuro, ma ci spingono ad avanzare nella giusta direzione. Il vero amore fa che vi spendiate nella vita, vi lascia le tasche vuote. San Francesco morì con le mani vuote, con le tasche vuote, ma con un cuore stracolmo. Siamo d’accordo, allora? No giovani ‘museo’, ma uomini saggi. Per essere saggi usate i tre linguaggi: pensare, sentire e agire. Per essere saggi permettete a voi stessi di farvi sorprendere dall’amore di Dio. Grazie per la tua testimonianza!

Siamo pronti a ricevere?
Ricky invece è venuto con un buon piano per capire come procedere nella nostra vita, ci ha raccontato di tutti gli aspetti della vita dei giovani. Grazie Ricky. Grazie per quanto tu e i tuoi amici fate. Vorrei farvi una domanda. Tu e i tuoi amici sapete aiutare, ma vi preparate anche a ricevere? Ricky rispondi nel tuo cuore. Nel Vangelo che abbiamo appena sentito c’è una frase che secondo me è la più importante di tutte. Dice il Vangelo di Gesù: guardò quel giovane e lo amò. Quando vedi il gruppo di giovani amici di Ricky, li si ama molto perché fanno cose molto buone. Ma la frase più importante che dice Gesù è: ti manca solo una cosa. Ascoltiamo questa parola di Gesù in silenzio. Ti manca solo una cosa. Cosa è? A tutti voi che Gesù ama così tanto io chiedo: permettete agli altri di darvi una ricchezza che voi non possedete?

Impariamo a ricevere dall’umiltà di coloro che aiutiamo
I sadducei, i dottori della legge dell’epoca di Gesù, davano molto al popolo, davano le leggi, insegnavano loro, ma non hanno mai permesso alla gente di dare loro qualcosa. Doveva arrivare Gesù per permettere loro di provare compassione, per essere amati. Quanti giovani tra voi sono in questa condizione? Sapete donare, ma non sapete ricevere. Vi manca solo una cosa… Diventate mendicanti. Imparate a mendicare da coloro ai quali date. Non è facile da comprendere. Imparare a mendicare. Imparare a ricevere dall’umiltà di coloro che aiutiamo. Imparare ad essere evangelizzati dai poveri.

Abbiamo bisogno di essere evangelizzati dai poveri
Le persone che aiutiamo, i poveri, gli infermi, gli orfani, hanno molto da darci. Ho imparato a mendicare da loro? O mi sento autosufficiente e offro soltanto aiuto. Voi che vivete dando sempre e credete di non aver bisogno di nulla, sapete che anche voi siete poveri? Sapete che siete in povertà e che avete bisogno di farvi evangelizzare dai poveri, dagli infermi, da coloro che aiutate? Questo è ciò che vi aiuta a maturare nel vostro impegno a voler aiutare gli altri. Imparare a tendere la mano spinti dalla propria miseria.

Ho preparato alcuni punti: Imparare ad amare e imparare ad essere amati. C’è una sfida ancora  che è quella per l’integrità. Questo non è solo perché il vostro paese rischia di essere fortemente colpito  dai cambiamenti climatici. E’ la sfida.

Chiedete la saggezza dei poveri
Amare i poveri. I nostri vescovi vorrebbero che pensaste in modo speciale ai poveri quest’anno. Pensate ai poveri? Vi sentite con i poveri? Fate qualcosa per i poveri? Chiedete ai poveri che vi diano la saggezza che essi possiedono? Questo è ciò che desideravo dirvi oggi.

La realtà è superiore all’idea
Scusatemi perché non ho letto ciò che ho preparato per voi. Ma c’è una frase che mi consola un po’: la realtà è superiore all’idea. E la realtà che voi tutti rappresentate è superiore alla carte che ho di fronte. Grazie.


Nel testo scritto, non letto, Papa Francesco aveva sviluppato tre pensieri centrali:

– Oggi vorrei suggerire tre ambiti-chiave nei quali voi potete offrire un contributo significativo alla vita del vostro Paese. Il primo è la sfida dell’integrità morale.  Siete dunque chiamati a dare buon esempio, esempio di integrità morale. Naturalmente, nel farlo, dovrete affrontare opposizioni e critiche, lo scoraggiamento e persino la derisione. Ma voi avete ricevuto un dono che vi consente di superare quelle difficoltà.

– Un secondo ambito in cui siete chiamati a dare un contributo è nell’avere cura dell’ambiente. Questo non soltanto a causa del fatto che il vostro Paese, più di altri, rischia di essere seriamente colpito dal cambiamento climatico. Siete chiamati a prendervi cura del creato non solo come cittadini responsabili, ma anche come seguaci di Cristo! Il rispetto dell’ambiente richiede di più che semplicemente usare prodotti puliti o riciclarli. Questi sono aspetti importanti ma non sufficienti.

– Un altro ambito nel quale voi potete offrire un contributo è particolarmente caro a tutti noi. E’ la cura per i poveri. Siamo cristiani, membri della famiglia di Dio. Ognuno di noi, non importail tanto o il pocoche possiede, è chiamato atendere la manopersonalmentee servirei fratelli ele sorelleche hanno bisogno. C’è sempre qualcuno vicino a noi che si trova nella necessità, materiale, psicologica, spirituale. Il più grande dono che possiamo fare loro è la nostra amicizia, la nostra attenzione, la nostra tenerezza, il nostro amore per Gesù.Ricevere Lui significa ricevere ogni cosa insieme con Lui; donare Lui significa offrire il dono più grande di tutti.

 

Servizio di Daniele Venturi

Aggiornato ore 6.10 del 18 gennaio 2015

LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELL’INCONTRO CON I GIOVANI

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