Il Papa è a Tallinn. Dopo l’accoglienza ufficiale in aeroporto seguirà la cerimonia di benvenuto alle 10.15 locali, nel piazzale del Palazzo presidenziale. La visita alla Presidente estone Kersti Kaljulaid è in agenda alle 10.30; l’incontro con le autorità del Paese e la società civile alle 11.00, nel Giardino delle Rose del palazzo presidenziale.
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L’incontro ecumenico con i giovani avrà luogo alle 11.50 nella Kaarli Lutheran Church, seguito dal pranzo con il seguito papale alle 13.00 nel Convento delle Suore Brigidine in Pirita. Nel pomeriggio gli appuntamenti conclusivi: alle 15.15 l’incontro con gli assistiti delle Opere di Carità della Chiesa nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo; alle 16.30 la Messa in Piazza della Libertà; alle 18.30 la cerimonia di congedo all’aeroporto, con partenza per Roma alle 18.45 e arrivo previsto all’aeroporto di Ciampino alle 20.20.
Questa mattina prima di lasciare la nunziatura di Vilnius il Papa ha voluto donare alla rappresentanza pontificia, una scultura in legno del “Cristo pensoso” realizzata dallo scultore lituano Andriaus Kaziukonio, un’opera che appartiene alla classica iconografia della devozione popolare baltica. All’aeroporto di Vilnius c’è stata la cerimonia di congedo dalla Lituania. Francesco è stato accolto dalla Presidente Dalia Grybauskaité nell’area riservata al cerimoniale dove è stata allestita la sala per un incontro di alcuni minuti. Presenti circa 200 volontari che hanno eseguito un canto. Due di loro hanno regalato al Papa un dono commemorativo della visita.
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Lasciando Vilnius, sull’aereo che lo stava portando in Estonia, il Papa ha inviato due telegrammi ai Presidente di Lituania e Lettonia, rispettivamente Dalia Grybauskaité e Raimond Vejonis, nei quali ha assicurato ai due Paesi che lo hanno calorosamente accolto, ogni benedizione di Dio di pace e di gioia.
Papa Francesco ricorda che il centro propulsore è Cristo: “dove c’è Gesù c’è sempre rinnovamento, c’è sempre l’opportunità della conversione, di lasciarsi alle spalle tutto ciò che ci separa da Lui e dai nostri fratelli”
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Nel discorso di Papa Francesco nella cattedrale luterana a Tallinn, si intrecciano sfide che interpellano l’ecumenismo e le nuove generazioni. Dopo aver ascoltato i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane presenti in Estonia e le testimonianze di alcuni giovani, il Papa sottolinea che “è molto bello stare insieme”:
Se ci sforziamo di vederci come pellegrini che fanno il cammino insieme, impareremo ad aprire il cuore con fiducia al compagno di strada senza sospetti, senza diffidenze, guardando solo a ciò che realmente cerchiamo: la pace davanti al volto dell’unico Dio.
La pace – spiega Francesco – è artigianale e aver fiducia negli altri è pure qualcosa di artigianale. Questa strada di cammino – ricorda – non si deve percorrere solo con i credenti ma con tutti.
Rivolgendosi ai giovani, il Pontefice afferma poi che le Chiese cristiane “a volte si portano dietro atteggiamenti” nei quali è stato più facile “parlare, consigliare”, piuttosto che “ascoltare, lasciarsi interrogare e illuminare da ciò” che vivono le nuove generazioni:
Sappiamo che voi volete e vi aspettate di essere accompagnati non da un giudice inflessibile, né da un genitore timoroso e iperprotettivo che genera dipendenza, ma da qualcuno che non ha timore della propria debolezza e sa far risplendere il tesoro che, come vaso di creta, custodisce al proprio interno. Oggi qui voglio dirvi che vogliamo piangere con voi se state piangendo, accompagnare con i nostri applausi e le nostre risate le vostre gioie, aiutarvi a vivere la sequela del Signore.
Il Papa aggiunge che quando una comunità cristiana è veramente cristiana “non fa proselitismo”. “Soltanto ascolta, riceve, accompagna”. Per essere vicini ai giovani – spiega il Papa – è necessario dare risposte “rovesciando “tante situazioni” che li allontanano. E’ necessario essere una “comunità trasparente, accogliente, onesta, attraente, comunicativa, accessibile, gioiosa e interattiva”, “cioè una comunità senza paura”:
Sappiamo – come ci avete detto – che molti giovani non ci chiedono nulla perché non ci ritengono interlocutori significativi per la loro esistenza. Alcuni, anzi, chiedono espressamente di essere lasciati in pace, perché sentono la presenza della Chiesa come fastidiosa e perfino irritante. Li indignano gli scandali sessuali ed economici di fronte ai quali non vedono una condanna netta; il non saper interpretare adeguatamente la vita e la sensibilità dei giovani per mancanza di preparazione; o semplicemente il ruolo passivo che assegniamo loro.
“Nonostante la nostra mancanza di testimonianza – afferma il Papa – continuate a scoprire Gesù in seno alle nostre comunità:”
Perché sappiamo che dove c’è Gesù c’è sempre rinnovamento, c’è sempre l’opportunità della conversione, di lasciarsi alle spalle tutto ciò che ci separa da Lui e dai nostri fratelli. Dove c’è Gesù, la vita ha sempre sapore di Spirito Santo. Voi, qui oggi, siete l’attualizzazione di quella meraviglia di Gesù.
“L’amore – osserva il Papa – non è morto, ci chiama e ci invia”. “Solo chiede di aprire il cuore”. Molti giovani “vedono che finisce l’amore dei loro genitori, che si dissolve l’amore di coppie appena sposate; sperimentano un intimo dolore quando a nessuno importa che debbano emigrare per cercare lavoro o quando li si guarda con sospetto perché sono stranieri”.
Sembrerebbe che l’amore sia morto, ma sappiamo che non è così, e abbiamo una parola da dire, qualcosa da annunciare, con pochi discorsi e molti gesti.
Questo – conclude il Papa – piace a Gesù “perché Lui passò facendo il bene, e quando è morto ha preferito alle parole il gesto forte della croce”:
Chiediamo la forza apostolica di portare il Vangelo agli altri – ma offrirlo, non imporlo – e di rinunciare a fare della nostra vita cristiana un museo di ricordi. La vita cristiana è vita, è futuro, è speranza! Non è un museo. Lasciamo che lo Spirito Santo ci faccia contemplare la storia nella prospettiva di Gesù risorto, così la Chiesa, così le nostre Chiese, saranno in grado di andare avanti accogliendo in sé le sorprese del Signore.
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