Familia et Mens

Papa Francesco ai giovani ha detto: ‘siate casti’. Cosa significa ed è possibile?

Dopo aver ascoltato le parole del Papa a Torino in cui diceva ai giovani “siate casti” ci siamo sentiti toccati e rimproverati; ora però ci chiediamo come possiamo da soli imparare ad essere casti

Quesito

Caro padre,
sono una ragazza di 21 anni. Io e il mio fidanzato stiamo insieme da 3 anni e mezzo e abbiamo già avuto rapporti sessuali. Entrambi siamo cattolici e spesso abbiamo provato a vivere castamente confessandoci e cercando Gesù nella preghiera ma ogni volta abbiamo fallito. Ora, dopo aver ascoltato le parole del Papa a Torino in cui dice che “l’amore è molto rispettoso delle persone, non usa le persone e cioè l’amore è casto. E a voi giovani in questo mondo, in questo mondo edonista, in questo mondo dove soltanto ha pubblicità il piacere, passarsela bene, fare la bella vita, io vi dico: siate casti, siate casti”.
Con queste parole ci siamo sentiti “chiamati” e un pò “rimproverati”. Io sento profondamente il bisogno di cambiare e di vivere in un modo nuovo la nostra relazione ma avrei bisogno di un consiglio: come possiamo da soli imparare ad essere casti? Ho provato a parlarne col mio parroco e a chiedere una guida ma non sono stata molto ascoltata.
La ringrazio per la sua risposta.

Risposta del sacerdote

Carissima,
1. “da soli” non potete imparare ad essere casti e cioè ad amarvi in maniera vera.
Madre Teresa di Calcutta diceva che solo da Dio aveva imparato ad amare.

2. Dovete fare anche voi la stessa cosa.
Dovete imparare da Dio.
Si impara da Dio quando si va a scuola da Lui.
Allora la prima cosa che dovete fare per imparare ad essere casti è quella di andare da Lui, di avere una grande vita di preghiera.


Perché la preghiera?
Perché durante la preghiera il cuore cambia, i nostri sentimenti mutano e si conformano sempre più ai suoi.

3. Parlo evidentemente della preghiera cristiana e non  semplicemente della preghiera che qualsiasi persona di questo mondo può rivolgere a Dio.
La preghiera cristiana ha questo di specifico: è consapevole che Dio ci ha parlato, che Egli è presente tra noi attraverso il Cristo risorto e continua a parlarci.
Allora dovete andare da Cristo, stare con Lui e ascoltare le sue parole.
Le sue parole non sono come le nostre, ma comunicano vita eterna (Gv 6,68), e cioè comunicano Dio e riempiono di Dio la nostra vita.

4. Allora fate così: instaurate il vostro fidanzamento in Cristo.
Non è una cosa strana quella che propongo, perché già tutta la nostra vita cristiana dovrebbe essere instaurata in Cristo, che è l’alfa e l’omega (Ap 1,8) non solo del nostro essere, ma di tutti gli eventi della nostra vita, comprese le nostre parole.
Pertanto la prima cosa che dovete fare è quella di incontrarvi non solo fra voi due, ma fra voi due e Cristo. Come se l’appuntamento fra voi non fosse mai solo fra voi due, ma fra voi tre.
Dove Lui evidentemente ha la parte principale, perché è il vostro maestro.

5. Quando siete tra voi, state alla sua presenza, non limitatevi a parlare solo voi due. Lasciate che parli anche Lui.
Prendete in mano il Vangelo del giorno. Quelle sono parole che il Signore vi dice perché siano lampada ai vostri passi: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 119,105).
Sono le parole che mentre entrano dentro il vostro cuore lo purificano, lo cambiano: “Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato” (Gv 15,3).
Sono parole piene di forza, capaci di suscitare nuovi sentimenti: infatti “le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita” (Gv 6,63).
Allora capite bene che da soli non potete far nulla, come il tralcio se non è innestato alla vite non può che diventare secco. Per questo Gesù ha detto: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5).

6. Pertanto dovete mettere come punto fermo nella vostra vita di fidanzamento che il posto centrale è il Suo e che non dovete mai incontrarvi senza incontrarvi con Lui.


E che dovete tornare a casa soprattutto con le sue parole nel cuore.
Con le sue parole che nel frattempo hanno avuto una risonanza particolare attraverso quanto il cuore di ciascuno di voi ha ricevuto e trasmesso.

7. Quando ci si incontra in questo modo la castità sboccia da sé, come un frutto particolare dello Spirito Santo (Gal 5,22).
Vi accorgerete allora che non si tratterà di intraprendere una lotta titanica contro le impurità.
Perché succederà qualcosa di analogo a quanto avveniva in San Giuseppe ogni volta che prima del matrimonio si incontrava con la Madonna. Si sentiva maggiormente unito a Dio, sempre più contento, più interiormente ricco e fortunato.

8. Nello stesso tempo ci vorranno anche altre cose.
La prima: procurate di vivere sempre in grazia di Dio e di non incontrarvi mai privi della grazia.
San Tommaso dice che senza la grazia ci mettiamo sotto il potere o comunque sotto l’influsso del nostro avversario.
Per rimanere in grazia procurate di confessarvi spesso e in maniera regolare.
La confessione dà sempre un aumento di forza e aiuta ad essere più uniti al Signore.

9. In secondo luogo è necessario provvedersi di un’autodisciplina dei sensi e dello spirito.
Quando parlo di sensi, intendo tutti i sensi, a cominciare dal tatto.
E quando parlo di spirito, intendo i pensieri, la fantasia, la volontà, che è quanto dire l’autodeterminazione.

10. Se provvedete a nutrire la vostra vita interiore non sentirete questa autodisciplina come un peso e tanto meno come una costrizione violenta.
Piuttosto sarà per voi come un’esigenza dell’anima analoga a quella di un corpo che evita l’aria intossicata per respirare quella pura.
Come un albero non può conservare la propria vitalità senza corteccia, così anche la vostra vita affettiva non può rimanere viva senza autoprotezione, senza la disciplina dei sensi e dello spirito.



11. Prima di concludere vorrei indicarvi una maniera concreta per incontrarvi Cristo, per farlo entrare nella vostra vita: recitate insieme il santo Rosario secondo il metodo che più volte ho esposto.
Questo metodo consiste in tre tappe o momenti.
Il primo: ricostruite nella vostra mente l’evento menzionato (il mistero) sentendo che durante lo spazio di ogni decina il Signore si accosta a voi per rendervi protagonisti di quell’evento della sua vita.
Il secondo: lo ringrazierete per quanto il Signore ha fatto e per avervi dato la possibilità di riattualizzare quell’evento a vostro favore.
Il terzo: chiedetegli  grazie per voi stessi, grazie l’uno per l’altro. Le chiederete in virtù dei meriti infiniti che il Signore ci ha guadagnato con quell’evento e che adesso vuole mettere generosamente nelle vostre mani perché siano il prezzo con cui accompagnate la vostra preghiera.

12. Vedrete che cosa succederà dopo aver pregato così, e cioè dopo esservi incontrati così con Nostro Signore!
Tutto rifiorirà, sentirete l’animo vostro dilatato e nello stesso tempo sperimenterete grande pace.

13. Desidero infine esprimere la mia contentezza perché avete sentito le parole di Papa Francesco come le parole che il Signore voleva dirvi: “A voi giovani in questo mondo, in questo mondo edonista, in questo mondo dove soltanto ha pubblicità il piacere, passarsela bene, fare la bella vita, io vi dico: siate casti, siate casti”.
Il Signore cercava di dirvele in tante maniere anche prima di Papa Francesco, ma voi non le sentivate.
Alla fine si è servito del Papa venuto a casa vostra, a Torino, perché anche voi poteste dire con Sant’Agostino: “Hai bussato, hai picchiato, hai gridato, e finalmente hai vinto la mia sordità!”.

Vi assicuro la mia preghiera perché in questo tempo di fidanzamento possiate imparare ad amarvi da Nostro Signore, che in assoluto è il miglior Maestro, e porre le basi più solide e più belle per la costruzione del vostro futuro e della vostra famiglia.
Vi auguro ogni bene e vi benedico.
Padre Angelo



Redazione Papaboys (Fonte www.amicidomenicani.it)

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