“Bisogna agire con lo stile del samaritano, che comporta lasciarmi colpire da quello che vedo, sapendo che la sofferenza mi cambierà…”
La riflessione che Papa Francesco offre ai partecipanti al 65 esimo Congresso di Educazione Religiosa promosso dall’Arcidiocesi di Los Angeles, che si tiene da oggi al 21 febbraio in forma virtuale, in un videomessaggio in spagnolo diffuso in rete all’inizio dei lavori.
Per “costruire il domani” dopo questa pandemia, che ha segnato “la vita delle persone e la storia delle nostre comunità”, bisogna “agire con lo stile del samaritano”, cioè “lasciarmi colpire da quello che vedo”, sapendo “che la sofferenza mi cambierà”, e che la sofferenza dell’altro richiede il mio impegno.
Insieme al Congresso, si è celebrato ieri anche la 50 esima Giornata della Gioventù della diocesi californiana, guidata dall’arcivescovo José Horacio Gómez, che dal novembre del 2019 è anche presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Il Papa si congratula per la “lunga e fruttuosa strada” delle due iniziative, quest’anno solo online a causa della pandemia di Covid-19, e definisce molto pertinente, in questo “momento di crisi” il tema scelto per il Congresso: “Proclama la promessa!”.
“Abbiamo bisogno di annunciare e ricordare che abbiamo la promessa di Dio e che Dio mantiene sempre le sue promesse” sottolinea Francesco, che cita poi la sua enciclica Fratelli tutti, ricordando che “ogni donna, ogni uomo e ogni generazione racchiudono in sé una promessa che può sprigionare nuove energie relazionali, intellettuali, culturali e spirituali”.
Per costruire un domani dopo la pandemia, spiega il Pontefice “occorrono l’impegno, la forza e la dedizione di tutti”.
“Le tante testimonianze di amore generoso e gratuito”, prosegue Papa Francesco, alle quali abbiamo assistito durante tutti questi mesi, “hanno lasciato una traccia indelebile nelle coscienze e anche nel tessuto sociale” insegnando “quanto la vicinanza, la cura, l’accompagnamento e il sacrificio siano necessari per alimentare la fratellanza”. Da una crisi, ricorda il Papa “si esce meglio o si esce peggio, ma non si esce mai uguali”.
Nelle crisi ognuno rivela il proprio cuore: la sua solidità, la sua misericordia, la sua grandezza o la sua pochezza. Le crisi ci mettono di fronte alla necessità di scegliere.
In questo tempo, “riconoscendo la dignità di ogni persona umana – è la proposta di Francesco, ripresa sempre dalla Fratelli tutti, paragrafo 8 – possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme!”
Salutando in modo particolare i giovani, il Pontefice li invita alla speranza, “una realtà che è radicata nel profondo dell’essere umano”. Siate i poeti di una nuova bellezza umana, è il suo appello, “una nuova bellezza fraterna e amichevole!”
“I sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!
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