All’udienza con l’Associazione Italiana Maestri Cattolici, il Papa chiede di educare ad un’ecologia davvero integrale, alla cultura dell’incontro e ad una rinnovata alleanza educativa fra genitori ed insegnanti. Il Congresso dell’Associazione si è tenuto dal 3 gennaio a oggi
Bisogna rinnovare quell’alleanza educativa fra la scuola e la famiglia, che è da tempo in crisi. Lo chiede il Papa all’Associazione Italiana Maestri Cattolici nel discorso rivolto stamani ai circa 400 partecipanti al XXI Congresso nazionale, ricevuti in udienza in Sala Clementina: Io sono convinto che il patto educativo è rotto…è rotto il patto educativo tra scuola, famiglia e Stato: è rotto, dobbiamo riprenderlo.
Bisogna, quindi, ricostruirlo, favorendo una nuova “complicità” solidale fra insegnanti e genitori, che non devono essere fronti contrapposti che si colpevolizzano a vicenda ma mettersi nei panni gli uni degli altri e capire le difficoltà reciproche.
Educare ad ecologia integrale, non schizofrenica
L’altro aspetto che sta a cuore a Papa Francesco è quello di educare bambini e ragazzi ad un’ecologia che “dev’essere integrale”, ad uno stile di vita di cura per il Creato.
Uno stile di vita che non sia schizofrenico, che cioè, ad esempio, si prenda cura degli animali in estinzione ma ignori i problemi degli anziani; o che difenda la foresta amazzonica ma trascuri i diritti dei lavoratori ad un giusto salario, e così via. Questa è schizofrenia. No. L’ecologia a cui educare dev’essere integrale. Non bisogna dunque trasmettere “slogan” che altri dovrebbero attuare o nozioni – che pure vanno imparate – ma “suscitare il gusto di sperimentare un’etica ecologica” con gesti di vita quotidiana.
No ad aggressività verso chi è straniero o diverso
Centrale è poi l’educazione alla cultura dell’incontro, facendo respirare ai ragazzi un’aria più umana. Il pensiero del Papa va al fenomeno dei bulli. Per questo chiede che gli insegnanti cristiani, sia nelle scuole cattoliche sia nelle statali, stimolino gli alunni all’apertura all’altro e alla realtà che li circonda. E li rendano capaci di cura e tenerezza, “liberi dal pregiudizio diffuso secondo il quale per valere bisogna essere competitivi, aggressivi, duri verso gli altri, specialmente verso chi è diverso, straniero o chi in qualsiasi modo è visto come ostacolo alla propria affermazione”.
L’incoraggiamento a fare associazione
Francesco conclude esortando a non avere paura di differenze e conflitti che ci sono normalmente nelle associazioni laicali e ad affrontarli con stile evangelico facendo fruttare il talento posto nelle loro mani.
.
.
Debora Donnini-Città del Vaticano