“Desidero incoraggiarvi tutti a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano”: è quanto scrive in un tweet Papa Francesco nella Giornata Mondiale del Malato che ricorre oggi nella Memoria della Beata Vergine di Lourdes. Proprio nella “cittadella mariana”, il cardinale Pietro Parolin ha celebrato, stamani, una Messa come Inviato speciale del Pontefice davanti a una moltitudine di fedeli.
“L’Eccomi” di Maria è stato il tema forte dell’omelia del cardinale Pietro Parolin al Santuario mariano di Lourdes. Il segretario di Stato vaticano ed Inviato Speciale del Papa ha, innanzitutto, rammentato le parole di Francesco nel Messaggio per l’odierna 25.ma Giornata Mondiale del Malato, chiedendo a medici e volontari di essere “segni gioiosi della presenza e dell’amore di Dio” per coloro che soffrono. Proprio sul significato dell’Eccomi di Maria per i malati, abbiamo raggiunto telefonicamente a Lourdes, don Giovanni Frigerio, assistente dell’Unitalsi nel Santuario mariano:
R. – Attraverso questo Eccomi di Maria noi possiamo riconoscere l’Eccomi di ciascun battezzato, ma direi soprattutto l’Eccomi del malato, il quale è chiamato proprio a condividere con il Signore Gesù e attraverso l’intercessione di Maria, proprio questo cammino del sì, un sì che dice amore, che dice che la sofferenza, la malattia non sono un castigo e che attraverso la malattia uno partecipa a questo dono di salvezza per il mondo di oggi e per ogni persona.
D. – Il cardinale Parolin ha sottolineato che è proprio attraverso l’Eccomi di Maria, che poi si declina nell’Eccomi della presenza di ognuno vicino a chi soffre. Lei, questa, è un’esperienza che vive quotidianamente …
R. – L’accompagnamento spirituale dei malati è davvero una cosa grande. Innanzitutto, la prima esperienza che io faccio è che tutto quello che posso donare a loro è quello che loro donano anche a me, come prete. Tu vedi persone che davvero ritrovano quella speranza e quel senso della vita, nonostante che a volte il loro corpo possa essere anche rovinato dalla malattia! La gioia del cammino per dire davvero che non siamo abbandonati: il Signore ci è vicino! E soprattutto attraverso Maria sentono questo. E ritorniamo nel nostro quotidiano con nel cuore una nuova speranza.
Per un bilancio di questa 25.ma Giornata mondiale del malato, istituita da San Giovanni Paolo II, Fabio Colagrande ha intervistato don Carimene Arice, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della salute:
R. – Il senso di una giornata importante e solenne non è dato solo dalle tante autorità che sono qui presenti – il delegato pontificio cardinale Parolin, il cardinale Turkson i tantissimi vescovi e i tantissimi sacerdoti – ma dal volto gioioso delle persone che sono qui oggi. Essere l’11 febbraio a Lourdes, per chi conosce la grazia di questo luogo, è veramente un monumento di particolare intensità spirituale. E poi oggi in modo particolare vogliamo portare a Lourdes tutti gli ammalati, perché è la Giornata nella quale la Chiesa prega in modo particolare per loro e quindi li presentiamo qui alla Santa Vergine.
D. – Si può fare un bilancio di questo 25.mo della Giornata mondiale del Malato?
R. – Il Santo Padre ci ha ricevuto ieri in udienza come Conferenza episcopale italiana e ha fatto un bilancio puntualissimo, mettendo in evidenza delle luci e delle ombre. Tra le luci, la ricerca scientifica, il lavoro di tanti operatori sanitari molto generosi che – con scienza, competenza e coscienza – fanno veramente questo servizio; il volontariato – ha sottolineato molto – quanto sia prezioso questo dono per l’Italia. E poi ha messo anche in evidenza alcune ombre, nella speranza che diventino luce: la difficoltà di accedere alle cure sanitarie di tante persone – sempre di più, 11 milioni di italiani – e quindi il desiderio da parte del Santo Padre di vedere una Chiesa impegnata ad andare soprattutto verso le persone più indigenti. Ha richiamato l’importanza di garantire il diritto alla salute per tutti, sancito dalla Costituzione ed ha richiamato la Chiesa e le istituzioni sanitarie cattoliche ad essere particolarmente presenti accanto alla persone più indigenti.
D. – Sappiamo come la crisi economica, che dura ormai da diversi anni, abbia creato questo circolo vizioso: dalla crisi economica alla povertà sanitaria. Su questo aspetto la Chiesa e le strutture sanitarie cattoliche, che mandato hanno?
R. – Il Papa è stato molto chiaro e ci ha detto: provate a capire se non dovete riconvertire le vostre strutture per lasciare magari quello che già trova risposta e andare verso coloro che risposta non hanno. Quindi si tratta di essere molto concreti nell’abitare il territorio, ascoltare la gente e fare delle proposte concrete di vicinanza a loro. Ma concrete! E quindi che passino dalla cura assistenziale fino all’attenzione a tutta la persona – come diceva ieri il Papa – per una salute integrale.
Sull’importanza dei pellegrinaggi, ascoltiamo la riflessione dell’arcivescovo emerito di Trento mons. Luigi Bressan, assistente ecclesiastico nazionale di Unitalsi, anch’egli oggi a Lourdes:
R. – Veramente oggi è stata una giornata eccezionale, anche per moltissima gente, e speriamo che sia anche una ripresa dei pellegrinaggi durante tutto l’anno. Il pellegrinaggio è un arricchimento per le persone che partecipano, per le Chiese che visitiamo ma anche per le Chiese da cui partiamo e delle quali portiamo le preoccupazioni, le gioie ma anche le attese e le aspirazioni.
Ieri, il cardinale Parolin aveva accompagnato i pellegrini durante la tradizionale fiaccolata al Santuario mariano. La fragilità, aveva affermato, “non annulla mai l’altissima e intrinseca dignità di ciascun essere umano”. “La dignità umana – aveva poi sottolineato – è qualcosa che nessuno può cancellare o compromettere”. Oggi pomeriggio, il porporato tiene una meditazione durante la celebrazione dell’Adorazione Eucaristica e a seguire il rito dell’unzione dei malati.
Fonte it.radiovaticana.va/Alessandro Gisotti
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