Nove ambasciatori con la presentazione delle Lettere credenziali sono diventati questa mattina in Vaticano rappresentanti diplomatici Straordinari e Plenipotenziari presso la Santa Sede di altrettanti Paesi: Thailandia, Norvegia, Nuova Zelanda, Sierra Leone, Guinea, Guinea Bissau, Lussemburgo, Mozambico, Etiopia. All’inizio della nuova responsabilità il Papa rivolge loro un breve discorso in cui li assicura della sua preghiera e della piena collaborazione dei diversi uffici della Santa Sede.
E’ una “missione” la loro, cui Francesco, affida innanzitutto un’ “alta responsabilità”, una “urgente necessità”, un “chiaro dovere” da condividere con i Capi di Stato delle rispettive Nazioni: la fraternità
Poiché dobbiamo far fronte a sfide globali sempre più complesse, è giusto sottolineare l’importanza della fraternità, per adoperarci insieme ad assicurare che una equa e pacifica convivenza non sia soltanto una mera strategia socio-politica, ma un esempio di quella solidarietà che va più a fondo rispetto a un reciproco desiderio di raggiungere un obiettivo condiviso. Tale fraternità, inoltre, si può riconoscerla nell’universale desiderio di amicizia tra persone, comunità e nazioni, sebbene non possa mai considerarsi assicurata una volta per sempre. Tra le più grandi minacce al vivere insieme in armonia vi sono la violenza e i conflitti armati.
Tuttavia, soggiunge Francesco, anche la “dolorosa lezione della divisione e dell’odio” porta con sé l’insegnamento che la “pace è possibile sempre” e ne esistono segni positivi:
La risoluzione dei conflitti e la riconciliazione sono segni positivi dell’unità che è più forte della divisione e della fraternità che è più potente dell’odio. È molto incoraggiante assistere agli sforzi in atto nella comunità internazionale per superare situazioni di conflitto armato e creare percorsi di pace, e vedere come il dialogo fraterno sia indispensabile per raggiungere questo prezioso traguardo.
Davvero, rilancia infine il Papa citando il Documento sulla Fratellanza Umana siglato ad Abu Dhabi il 4 febbraio scorso, “dialogo, comprensione, cultura della tolleranza, contribuirebbero a ridurre notevolmente problemi economici, sociali, politici e ambientali che assediano gran parte del genere umano”. (Fonte Vatican News – Gabriella Ceraso – Città del Vaticano)
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