Antonella Palermo – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Presso l’Altare centrale, quello della Confessione, nella Basilica vaticana, Papa Francesco ha conferito il ministero sacerdotale a nove diaconi, alla presenza di alcune centinaia di fedeli, tutti con le mascherine, compresi i nuovi ordinandi. A concelebrare il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale per la Diocesi di Roma, monsignor Gianpiero Palmieri, vicegerente di Roma, alcuni cardinali, i vescovi ausiliari, i superiori dei Seminari interessati e i parroci degli ordinandi.
Il Papa, in un’omelia ampiamente pronunciata a braccio integrando quella rituale prevista per questa circostanza, ha invitato i nuovi preti ad essere pastori, come il Signore: “E’ quello che vuole da voi: pastori. Pastori del Santo popolo fedele di Dio. Pastori che vanno con il popolo di Dio: delle volte avanti, in mezzo, indietro al gregge, ma sempre lì, con il popolo di Dio”, ha ripetuto il Papa. Ha invitato a superare il linguaggio di un tempo quando si parlava di ‘carriera ecclesiastica’. “Questa non è una carriera: è un servizio, un servizio come lo stesso che ha fatto Dio al suo popolo”, scandisce Francesco.
Sono le tre parole che contraddistinguono lo stile di Dio. Il Papa le esamina nel dettaglio, consegnando ai nuovi presbiteri l’imitazione di questo stile. Si sofferma in particolare sulle quattro declinazioni della vicinanza: con Dio – nella preghiera, nei sacramenti, nella Messa – con il vescovo, tra i fratelli e con il popolo. “Parlare con il Signore, essere vicino al Signore”: è questa la preoccupazione del Papa. Ricorda che il Signore si è fatto vicino a noi nel Suo Figlio. E che è stato vicino nel percorso di discernimento vocazionale degli ordinandi, “anche nei momenti brutti del peccato: era lì. Vicinanza. Siate vicini al santo popolo fedele di Dio. Ma prima di tutto vicini a Dio, con la preghiera”. E scandisce:
“Nel vescovo voi avrete l’unità”, questa la ragione principale per cui è importante restare saldi al proprio vescovo. “Voi siete collaboratori del vescovo”, dice il Papa, che ricorda un episodio di tanto tempo fa: “Un sacerdote ebbe la disgrazia – diciamo così – di farmi uno scivolone. La prima cosa che ho avuto in mente è chiamare il vescovo. Anche nei momenti brutti chiama il vescovo per essere vicino a lui”. Il Papa sottolinea la paternità spirituale del vescovo, alla quale affidarsi, con umiltà.
Il Papa ha suggerito un proposito per questo giorno: mai sparlare di un fratello sacerdote. “Se voi avete qualcosa contro un altro – ha detto Francesco – siate uomini”. E, concedendosi una battuta scherzosa, ha aggiunto: “Avete dei pantaloni: andate lì, ed in faccia diteglielo”. Il Papa ha accentuato ancora una volta di non sparlare mai. “Non siate chiacchieroni. Non cadete nel pettegolezzo”. Ha raccomandato l’unità: nel Consiglio episcopale, nelle commissioni, al lavoro.
“Nessuno di voi ha studiato per diventare sacerdote. Avete studiato le scienze ecclesiastiche”, così prosegue il Papa rivolgendosi ancora agli ordinandi. “Voi siete stati eletti, presi dal popolo di Dio”. E cita le parole del Signore a Davide: “Io ti ho tolto da dietro il gregge”. Così invita a non dimenticarsi da dove si è venuti: “dalla vostra famiglia, dal vostro popolo. Non perdete il fiuto del popolo di Dio”. Cita inoltre l’apostolo Paolo che diceva a Timoteo di ricordarsi di sua madre, di sua nonna, delle proprie origini, insomma. L’autore della Lettera agli Ebrei dice: “Ricordatevi di coloro che vi hanno introdotti nella fede”. Francesco lascia con chiarezza questo invito: “siate sacerdoti di popolo, non chierici di Stato!”.
Il Papa esorta i preti a “perdere tempo ascoltando e consolando”. E ad essere dispensatori del perdono di Dio, che mai si stanca di perdonare. Usare la “compassione tenera, di famiglia, di padre, che fa sentire che tu stai nella casa di Dio”: è lo stile che augura il Papa ai sacerdoti, nella raccomandazione di non essere “arrampicatori”, inseguendo l’orgoglio dei soldi. “Sacerdoti, non imprenditori”, ripete il Pontefice, invitando a non avere paura: “se avrete lo stile di Dio, tutto andrà bene”.
Dopo il Regina Coeli, Papa Francesco ha ricordato l’odierna Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che quest’anno ha come tema “San Giuseppe e il sogno della vocazione”. “Ringraziamo il Signore perché continua a suscitare nella Chiesa persone che per amore di lui si consacrano all’annuncio del Vangelo e al servizio dei fratelli”, ha detto, aggiungendo un particolare grazie per i nuovi sacerdoti. Nel salutare i familiari e gli amici dei novelli presbiteri, ha elevato al Signore la preghiera “che mandi buoni operai a lavorare nel suo campo e moltiplichi le vocazioni alla vita consacrata”.
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