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Papa Francesco ai potenti della terra: ‘NON PORTATE L’UMANITA’ ALLA ROVINA!’

Dopo il Regina Coeli, Papa Francesco ha rivolto un nuovo appello per la fine della guerra in Ucraina, pensando anche a pescatori e lavoratori penalizzati dal conflitto, espresso soddisfazione per la tregua in Yemen, dolore per le vittime delle recenti piogge torrenziali in Brasile. E ricordato la beatificazione dei cappuccini martiri padre Leonardo Melki e padre Tommaso Giorgio Saleh, ieri a Beirut, in Libano

“Rinnovo l’appello ai responsabili delle Nazioni: non portate l’umanità alla rovina, per favore! Si mettano in atto veri negoziati, concrete trattative per un cessate-il-fuoco e per una soluzione sostenibile. Si ascolti il grido disperato della gente che soffre, si abbia rispetto per la vita umana”. A cento giorni “dall’inizio dell’aggressione armata all’Ucraina”, è ancora più accorato, se possibile, l’appello alla pace di Papa Francesco.

Servono veri negoziati, si fermi la distruzione delle città

Dopo la preghiera del Regina Coeli, nella solennità di Pentecoste, dopo aver pronunciato l’omelia nella Messa presieduta nella Basilica Vaticana dal cardinale decano Re, il Papa ricorda, ai 25 mila fedeli in piazza e ai tanti che lo seguono attraverso i media, che oggi si celebra una festa nella quale “il sogno di Dio sull’umanità diventa realtà: 50 giorni dopo la Pasqua, popoli che parlano lingue diverse si incontrano, si capiscono”.

Ma ora, a 100 giorni dall’inizio dell’aggressione armata all’Ucraina, sull’umanità è calato nuovamente l’incubo della guerra che è la negazione del sogno di Dio. Popoli che si scontrano, popoli che si uccidono, gente che anziché avvicinarsi viene allontanata dalle proprie case. E mentre la furia della distruzione e della morte imperversa e le contrapposizioni divampano, alimentando un’escalation sempre più pericolosa per tutti, rinnovo l’appello ai responsabili delle Nazioni: non portate l’umanità alla rovina, per favore! Non portate l’umanità alla rovina. Si mettano in atto veri negoziati, concrete trattative per un cessate-il-fuoco e per una soluzione sostenibile. Si ascolti il grido disperato della gente che soffre – lo vediamo sui media tutti i giorni; si abbia rispetto della vita umana, si fermi la macabra distruzione di città e villaggi dappertutto. Continuiamo, per favore, a pregare, a impegnarci per la pace senza stancarci.

Il Regina Coeli

Prima della preghiera del Regina Coeli, Papa Francesco ha esortato ad invocare lo Spirito Santo nei momenti difficili, leggendo i passi del Vangelo. E si è soffermato sulla ricchezza della solennità della Pentecoste: lo Spirito “collega l’insegnamento di Gesù con ogni tempo e ogni persona”

“Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà ciò che io vi ho detto”:

Ecco cosa fa lo Spirito: insegna e ricorda quanto Cristo ha detto. Riflettiamo su queste due azioni, insegnare e ricordare, perché è così che Egli fa entrare nei nostri cuori il Vangelo di Gesù.

Attualizzare l’esperienza di fede

Francesco si sofferma poi sulla prima azione dello Spirito Santo, quella di insegnare, un atto che rinnova l’esperienza di fede e che colma le distanze:

Lui ci aiuta a superare l’ostacolo della distanza nell’esperienzadi fede. Infatti, può sorgere il dubbio che tra il Vangelo e la vita di tutti i giorni ci sia molta distanza: Gesù è vissuto duemila anni fa, erano altri tempi, altre situazioni, e dunque il Vangelo sembra superato, sembra inadeguato a parlare al nostro oggi con le sue esigenze e i suoi problemi. Viene anche a noi questo interrogativo: cosa può dire il Vangelo nell’epoca di internet e nell’epoca della globalizzazione? Come può incidere la sua parola?

Lo Spirito Santo – sottolinea il Papa – ci aiuta a rispondere e questi interrogativi ed “è specialista nel colmare le distanze, ci insegna a superarle. È Lui che collega l’insegnamento di Gesù con ogni tempo e ogni persona”. Per questo motivo lo Spirito Santo diventa una bussola per l’anima di tutti i fedeli, “con Lui le parole di Cristo diventano vive” e “attraverso la Sacra Scrittura ci parla e ci orienta nel presente”:

Lo Spirito Santo non teme lo scorrere dei secoli; anzi, rende i credenti attenti ai problemi e alle vicende del loro tempo. Lo Spirito Santo, infatti, quando insegna, attualizza: mantiene la fede sempre giovane. Noi rischiamo di fare della fede una cosa da museo, è il rischio! Lui invece la mette al passo coi tempi, sempre al giorno, la fede al giorno: è questo il suo lavoro. Perché lo Spirito Santo non si lega a epoche o mode che passano, ma porta nell’oggi l’attualità di Gesù, risorto e vivo.

Ricordare per riportare Gesù nel cuore

Il Pontefice prosegue nel mettere in luce l’opera dello Spirito Santo, evidenziano i frutti portati dalla seconda azione che si lega alla Pentecoste, ovvero ricordare. Ecco il secondo verbo – spiega Papa Francesco -, ri-cordare, cioè riportare al cuore: lo Spirito riporta il Vangelo nel nostro cuore:

Avviene come per gli Apostoli: avevano ascoltato Gesù tante volte, eppure lo avevano compreso poco. A noi succede lo stesso. Ma da Pentecoste in poi, con lo Spirito Santo, ri-cordano e comprendono. Accolgono le sue parole come fatte apposta per loro e passano da una conoscenza esteriore, una conoscenza di memoria, a un rapporto vivo, a un rapporto convinto, gioioso con il Signore. È lo Spirito a fare questo, a far passare dal “sentito dire” alla conoscenza personale di Gesù, che entra nel cuore. Così lo Spirito ci cambia la vita: fa sì che i pensieri di Gesù diventino i nostri pensieri. E questo lo fa ri-cordandoci le sue parole, portando al cuore, oggi, le parole di Gesù.

Secondo Francesco è necessario pertanto rivolgersi allo Spirito per sottrarsi ad una Fede che può diventare smemorata anche a causa delle difficoltà della vita:

Eh, tante volte la fede diventa un ricordo senza memoria: invece la memoria è viva e la memoria viva la porta lo Spirito. E noi – proviamo a domandarci – siamo cristiani smemorati? Magari basta una contrarietà, una fatica, una crisi per dimenticare l’amore di Gesù e cadere nel dubbio e nella nostra paura? Guai! Stiamo attenti a non diventare cristiani smemorati. Il rimedio è invocare lo Spirito Santo. Facciamolo spesso, specialmente nei momenti importanti, prima delle decisioni difficili e in situazioni non facili.

Prendere Vangelo per invocare lo Spirito

Con questa consapevolezza il Vangelo diventa quindi uno strumento importantissimo per invocare lo Spirito Santo, il Papa allora esorta i fedeli in piazza ad accompagnarlo nella preghiera a Lui rivolta:

Prendiamo in mano il Vangelo e invochiamo lo Spirito. Possiamo dire così: “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illumina il mio cuore”. È una bella preghiera, questa: “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illuminami il mio cuore”. La diciamo insieme? “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illumina il mio cuore”. Io non ho sentito, forse sono sordo … Diciamo insieme: “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illumina il mio cuore”. Poi, apriamo il Vangelo e leggiamo un piccolo passo, lentamente. E lo Spirito lo farà parlare alla nostra vita. La Vergine Maria, piena di Spirito Santo, accenda in noi il desiderio di pregarlo e di accogliere la Parola di Dio.

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