Un discorso forte quello rivolto da Papa Francesco alla comunità del Pontificio Collegio Spagnolo San José di Roma, in occasione dei 125 anni di fondazione. Il diavolo – ha detto il Pontefice – entra sempre dalle tasche e il carrierismo è la vera peste della Chiesa.
“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza”. Le parole di Gesù allo scriba sono la risposta alla domanda che chi affronta la formazione rivolge al Signore: “Qual è la tua volontà? Cosa vuoi da me?”. Francesco accoglie così la comunità del Collegio San José, declinando il significato del Vangelo di Marco.
“Amar de todo corazón, significa hacerlo sin reservas…”
“Amare con tutto il tuo cuore significa farlo senza riserve e senza ambiguità – spiega il Papa – senza falsi interessi, senza cercare il successo personale o la carriera. La carità pastorale presuppone di entrare in contatto con l’altro, comprendendolo, accettandolo e perdonandolo di cuore”; da soli però, è l’avvertimento, “non si può crescere in questa carità. Per questo il Signore ci ha chiamati ad essere una comunità, affinché questa carità possa unire tutti i sacerdoti con uno speciale vincolo nel ministero e nella fraternità. Per questo c’è bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo, ma anche del combattimento spirituale personale”. “Questo – afferma – non è passato di moda, continua ad essere attuale, come nei primi tempi della Chiesa”. La sfida continua è “superare l’individualismo e vivere la diversità come un dono, alla ricerca dell’unità del presbiterio, che è segno della presenza di Dio nella vita della comunità.
“Presbiterio que no mantiene la unidad…”
Il presbiterio che non mantiene l’unità, di fatto caccia Dio dalla sua testimonianza. Non è testimone della presenza di Dio. Lo caccia via”.
Amare con tutta la tua anima – spiega ancora Francesco – significa “essere disposti a offrire la vita. Questa attitudine deve persistere nel tempo e abbracciare tutto il nostro essere”. Ecco perché “la formazione di un sacerdote non può essere unicamente accademica, per quanto importante e necessaria”, ma deve invece essere un processo integrale, che comprenda tutti gli aspetti della vita. La formazione deve servire per crescere e allo stesso tempo per avvicinarsi a Dio e ai fratelli. Per favore, chiede il Papa, non accontentatevi di conseguire un titolo, ma siate discepoli a tempo pieno”. Solo così si potranno formare altre persone a quel “discernimento che porta alla Resurrezione e alla Vita” e che permette di “dare una risposta consapevole e generosa a Dio e ai fratelli”.
“De ahí nacen todas las ideologías que apestan a la Iglesia…”
Dall’accademismo clericale “nascono tutte le ideologie che appestano la Chiesa, di un segno o di un altro”. Sono dunque quattro – osserva – le basi della formazione: accademica, spirituale, comunitaria e apostolica. “Tutte e quattro devono interagire, se ne manca una la formazione inizia a zoppicare e il prete finisce paralitico”.
Infine, la terza risposta di Gesù: amare con tutta la tua forza, che “ci ricorda che dove è il nostro tesoro là è il nostro cuore, e che è nelle nostre piccole cose, nelle nostre certezze e nei nostri affetti che noi siamo in grado di dire sì al Signore o allontanarci come il giovane ricco”. “Non ci si può accontentare di una vita ordinata e confortevole, che permette di vivere senza preoccupazioni, senza sentire l’esigenza di coltivare uno spirito di povertà radicato nel cuore di Cristo che da ricco si è fatto povero per amore nostro”. Ci viene chiesto – prosegue Francesco – di “acquisire l’autentica libertà di figli di Dio in una corretta relazione con il mondo e con i beni terreni, secondo l’esempio delgi Apostoli, invitati da Gesù a confidare nella Provvidenza e a seguirlo senza pesi né legami”. Il Papa lancia infine delle forti esortazioni:
“No se olviden de esto: el diablo siempre entra por el bolsillo, siempre…”
“Non dimenticate questo: il diavolo entra sempre dalla tasca”. “E’ bene imparare a rendere grazie per quello che abbiamo, conclude il Papa, rinunciando generosamente e volontariamente al superfluo, per essere più vicini ai poveri e ai deboli”. E poi, un appello:
“Y, por favor, y esto como hermano, como padre, como amigo…”
“E per favore, e questo da fratello, da padre, da amico, fuggite dal carrierismo ecclesiatico: è una peste!”.
Udienza Pontificio Collegio San Josè
A cura di Francesca Sabatinelli per radiovaticana