Un popolo che soffre a causa delle violenze e che cerca nel Vangelo la speranza per un futuro di pace. Francesco si rivolge con parole accorate ai vescovi del Centrafrica, che ringrazia per la loro testimonianza coraggiosa, assicurando la sua vicinanza a quanti patiscono “da troppi mesi una situazione difficile e dolorosa”. Al tempo stesso, il Papa si dice convinto che proprio quando “l’odio e la violenza si scatenano” i cristiani sono chiamati a “rispondere con il perdono e l’amore”.
La Chiesa del Centrafrica promuova il dialogo e la coabitazione
Francesco chiede dunque ai vescovi del Centrafrica di avere un ruolo “profetico” nel processo di transizione istituzionale in corso. In particolare, esorta i presuli a testimoniare i “valori fondamentali della giustizia, della verità, della probità che sono alla base di ogni rinnovamento, promuovendo il dialogo e la coabitazione pacifica tra i membri delle differenti religioni ed etnie, favorendo anche la riconciliazione e la coesione sociale che è una chiave per l’avvenire”. Un impegno particolare, sottolinea, deve essere svolto nella formazione delle coscienze dei laici, affinché forti della Dottrina Sociale della Chiesa, possano assumere le proprie responsabilità per trasformare la società secondo il Vangelo e preparare “un futuro felice per il popolo”.
Proteggere la famiglia dalle minacce che la destabilizzano
Una parte del discorso del Pontefice è stata poi dedicata alle famiglie che, annota, “sono le prime vittime delle violenze e che sono troppo spesso destabilizzate o distrutte in ragione dell’allontanamento di uno dei coniugi”, della “povertà, della discordia, delle separazioni”. E’ fondamentale, ribadisce il Papa, che le famiglie siano “protette e difese” anche come luogo dove si apprende la cultura del “perdono, della pace e della riconciliazione” di cui il Centrafrica ha tanto bisogno. Dal Papa dunque l’incoraggiamento ai vescovi a “prestare alla pastorale familiare tutta l’attenzione che merita e a non scoraggiarsi davanti alle resistenze provocate dalle tradizioni culturali, dalla debolezza umana o dalle nuove colonizzazioni ideologiche che si diffondono ovunque”.
Impegnarsi nella formazione dei sacerdoti con misericordia
Il Papa non manca, inoltre, di rivolgere il pensiero alla formazione dei sacerdoti, esortando i pastori a stare sempre loro vicini. In particolare, invita i vescovi centrafricani ad agire “con misericordia” difronte alle defaillances dei loro preti, “a lasciare la porta aperta”. La sanzione, commenta, è “a volte certamente necessaria ma deve essere l’ultimo strumento”. Parlando dei seminaristi, Francesco mette l’accento sull’importanza della formazione spirituale, intellettuale e comunitaria. Tuttavia, chiede di non trascurare la formazione umana e affettiva, “affinché i futuri sacerdoti siano capaci di vivere il proprio impegno al celibato, sul quale non può essere accettato alcun compromesso”. Il Papa ringrazia infine la Chiesa locale per le tante opere di carità e di promozione umana in favore dei bisognosi e rivolge un pensiero speciale ai religiosi e alle religiose affinché, nell’Anno della Vita Consacrata, trovino “un’occasione di approfondimento della loro vocazione e della loro unione con Cristo”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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