“La Chiesa -affermava in tempi non sospetti Gilbert Keith Chesterton-, non può muoversi coi tempi; semplicemente perché i tempi non si muovono. La Chiesa può solo infangarsi coi tempi e corrompersi e puzzare coi tempi. Nel mondo economico e sociale, come tale, non c’è attività, eccettuata quella specie di attività automatica che è chiamata decadenza: l’appassire dei fiori della libertà e la loro decomposizione nel suolo originario della schiavitù. In questo, il mondo si trova per molte cose allo stesso piano dell’inizio dell’oscuro medioevo. E la Chiesa ha lo stesso compito di allora: salvare tutta la luce e la libertà che può essere salvata, resistere a quella forza del mondo che attrae in basso, e attendere giorni migliori. Una Chiesa vera vorrebbe certo fare tutto questo, ma una Chiesa vera può fare di più. Può fare di questi tempi di oscurantismo qualcosa di più di un tempo di semina; può farli il vero opposto dell’oscurità. Può presentare i suoi ideali in tale e attraente e improvviso contrasto con l’inumano declivio del tempo da ispirare d’un tratto agli uomini qualcuna delle rivoluzioni morali della storia, così che gli uomini oggi viventi non siano toccati dalla morte finché non abbiano visto il ritorno della giustizia. Non abbiamo bisogno, come dicono i giornali, di una Chiesa che si muova col mondo. Abbiamo bisogno di una Chiesa che muova il mondo”.
L’ONU, vuole piegare la Chiesa alla sua volontà. In sostanza cosa ha chiesto alla Santa Sede? La Commissione sui diritti dell’infanzia che si sta occupando dei casi di abusi sessuali su minori, ha reso pubblico un documento in cui si chiede alla Santa Sede di rimuovere immediatamente gli esponenti del clero che hanno commesso dei crimini sessuali sui bambini o che sono sospettati di averlo fatto. Nel documento, oltre a criticare il Vaticano per le sue posizioni sull’omosessualità, sulla contraccezione e sull’aborto (con esplicito riferimento al caso della bambina brasiliana di 9 anni violentata dal patrigno e alle scomuniche fatte dal vescovo ai medici che avevano praticato l’aborto), si denuncia il fatto che non siano state prese le misure necessarie per prevenire gli abusi: “Il Comitato è seriamente preoccupato che la Santa Sede non abbia riconosciuto la portata dei crimini commessi, non abbia adottato le misure necessarie per affrontare i casi di abusi sessuali su minori e per proteggere i bambini, e che le politiche e le pratiche che sono state adottate abbiano portato alla prosecuzione degli abusi e all’impunità dei colpevoli” . Questo il testo iniziale del documento. Inoltre, si accusa la Chiesa di aver sempre anteposto la reputazione della Chiesa e la protezione dei colpevoli al di sopra degli interessi dei bambini a causa dell’obbligo del silenzio imposto ai membri del clero e la non segnalazione dei casi all’Autorità giudiziaria. Si fa riferimento a “migliaia di questi casi” commessi in varie parti del mondo e si chiede al Vaticano di rendere pubblici tutti i rapporti di cui la Santa sede sia a conoscenza in modo da poter procedere contro i colpevoli, ecc. ecc. Dopo di questo, il documento ha insistito sulla questione degli omosessuali affermando che “l’importanza di non discriminare in alcun modo omosessuali, lesbiche, bisessuali e transgender, invitando il Vaticano a non stigmatizzare tali orientamenti sessuali per non incrementare la violenza perpetrata da terzi su di essi”. Invita inoltre a rivedere le sue leggi e le regole presenti nel diritto canonico contro tali individui in modo da promuovere la depenalizzazione dell’omosessualità. Stessa condanna rispetto all’atteggiamento del Vaticano nei confronti dell’aborto ove viene ancora una volta stigmatizzata la posizione della Chiesa, in contrasto con quanto l’ONU, approva come libera scelta della donna. La stessa organizzazione –ricordiamolo-, favorisce l’introduzione nelle scuole delle pratiche sessuali, per far scegliere liberamente ai bambini a quale sesso appartenere. Queste nuove disposizioni approvate dal Parlamento Europeo, sono il battistrada per la legalizzazione della pedofilia. Ora, chi è contro l’uomo e i suoi diritti?
Anche i vescovi venezuelani, hanno emanato un documento nel quale –come riferisce Alina Tufani-, non esiste nessun fondamento per assimilare o stabilire analogie tra l’unione omosessuale e il matrimonio tra un uomo e una donna. La nota pastorale è pubblicata a una settimana dall’introduzione in Parlamento di un progetto di legge a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso. I presuli denunciano che “negli ultimi tempi, sotto argomenti antropologici discutibili, si sono presentate visioni distorte sul matrimonio e la famiglia, insieme a un’ideologia di genere che pretende travisare la verità sulla persona umana, l’autentico senso della sessualità e addirittura cambiare l’essenza naturale del matrimonio”. La nota afferma che nel cosiddetto “matrimonio ugualitario” sono assenti gli elementi biologici e antropologici del matrimonio e della famiglia e che la Costituzione nazionale accetta come valido soltanto il matrimonio tra uomo e donna. Si sottolinea poi che non si può considerare il “matrimonio ugualitario” come un diritto umano dato che i diritti umani “nascono dalla legge naturale e dalla morale autentica e non da ideologie diffuse, proposte culturali o decisioni giuridiche e legislative”. Infine, la Conferenza episcopale invita i fedeli a riaffermare e proclamare l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità il matrimonio e la famiglia. Il progetto di “Legge sul matrimonio civile ugualitario” presentato all’Assemblea Nazionale, lo scorso venerdì 30 gennaio, propone una riforma del Codice Civile che riconosca il matrimonio tra persone dello stesso sesso, e di conseguenza i benefici stabiliti dalla Costituzione. Tuttavia, il progetto legge – il primo approdato al Parlamento venezuelano – è stato criticato dai gruppi pro-unioni gay perché non consente il diritto alla adozione e il diritto all’identità di genere. di Giovanni Profeta
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