Siate “una Chiesa che si cinge il grembiule e si china a servire i fratelli in difficoltà”. Muove da un’immagine cara a Don Tonino Bello il discorso di Papa Francesco che, alla Focsiv, chiede di essere al servizio dei poveri “sullo stile del Buon Samaritano e in coerenza con i valori evangelici” a partire dalla “identità cristiana”. Il Papa ha quindi esortato a proseguire sulla “strada dell’impegno volontario e disinteressato”:
“C’è tanto bisogno di testimoniare il valore della gratuità: i poveri non possono diventare un’occasione di guadagno! Le povertà oggi cambiano volto – ci sono le nuove povertà! – ed anche alcuni tra i poveri maturano aspettative diverse: aspirano ad essere protagonisti, si organizzano, e soprattutto praticano quella solidarietà che esiste tra quanti soffrono, tra gli ultimi”.
Voi, ha soggiunto, “siete chiamati a cogliere questi segni dei tempi e a diventare uno strumento al servizio del protagonismo dei poveri”. Solidarietà con i poveri, ha precisato, “è pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni”:
“È anche lottare contro le cause strutturali della povertà: la disuguaglianza, la mancanza di un lavoro e di una casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. La solidarietà è un modo di fare la storia con i poveri, rifuggendo da presunte opere altruistiche che riducono l’altro alla passività”.
Tra le cause principali della povertà, ha ribadito, “c’è un sistema economico che saccheggia la natura”. Ed ha ammonito che “il creato non è una proprietà di cui possiamo disporre a nostro piacere, e ancor meno è una proprietà solo di pochi”. Il creato, ha affermato, “è un dono meraviglioso che Dio ci ha dato perché ce ne prendiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, con rispetto”. Ha chiesto dunque di impegnarsi affinché “il creato rimanga un patrimonio di tutti, da consegnare in tutta la sua bellezza alle generazioni future”. Francesco ha quindi denunciato lo scandalo della guerra. Quinidi, ha evidenziato che la fede aiuta a costruire ponti “dove la spirale della violenza sembra non lasciare spazio alla ragionevolezza”. Ancora, ha rivolto un pensiero alla gente costretta a vivere nei campi profughi:
“Quanta gente nel mondo fugge dagli orrori della guerra! Quante persone sono perseguitate a motivo della loro fede, costrette ad abbandonare le loro case, i loro luoghi di culto, le loro terre, i loro affetti! Quante vite spezzate! Quanta sofferenza, quanta distruzione! Di fronte a tutto ciò, il discepolo di Cristo non si tira indietro, non volta la faccia dall’altra parte, ma cerca di farsi carico di questa umanità dolorante, con prossimità e accoglienza evangelica”.
Francesco ha avuto parole di vicinanza per i “migranti” e i “rifugiati, i quali cercano di lasciarsi alle spalle dure condizioni di vita e pericoli di ogni sorta”. È necessaria, ha detto, “la collaborazione di tutti, istituzioni, ONG e comunità ecclesiali, per promuovere percorsi di convivenza armonica tra persone e culture diverse”:
“I movimenti migratori sollecitano adeguate modalità di accoglienza che non lascino i migranti in balia del mare e di bande di trafficanti senza scrupoli. Al tempo stesso, è necessaria una fattiva collaborazione fra gli Stati, per regolare e gestire efficacemente tali fenomeni”.
Siate “testimoni di carità, operatori di pace, artefici di giustizia e di solidarietà”, ha esortato Francesco che ha concluso il suo discorso alla Focsiv incoraggiando i volontari “a proseguire con gioia su questa strada di fedeltà all’uomo e a Dio, ponendo sempre più al centro la persona di Gesù”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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