“In questo momento – ha detto – il mio pensiero va alla figura di Abramo, che visse come pellegrino in queste terre. Musulmani, Cristiani ed Ebrei riconoscono in Abramo, seppure ciascuno in modo diverso, un padre nella fede e un grande esempio da imitare. Egli si fece pellegrino, lasciando la propria gente, la propria casa, per intraprendere quell’avventura spirituale alla quale Dio lo chiamava”. “Un pellegrino – ha proseguito – è una persona che si fa povera, che si mette in cammino, è protesa verso una meta grande e sospirata, vive della speranza di una promessa ricevuta (cfr Eb 11,8-19). Questa fu la condizione di Abramo, questa dovrebbe essere anche il nostro atteggiamento spirituale. Non possiamo mai ritenerci autosufficienti, padroni della nostra vita; non possiamo limitarci a rimanere chiusi, sicuri nelle nostre convinzioni. Davanti al mistero di Dio siamo tutti poveri, sentiamo di dover essere sempre pronti ad uscire da noi stessi, docili alla chiamata che Dio ci rivolge, aperti al futuro che Lui vuole costruire per noi”.
“In questo nostro pellegrinaggio terreno – ha sottolineato – non siamo soli: incrociamo il cammino di altri fedeli, a volte condividiamo con loro un tratto di strada, a volte viviamo insieme una sosta che ci rinfranca. Tale è l’incontro di oggi, e lo vivo con gratitudine particolare: è una gradita sosta comune, resa possibile dalla vostra ospitalità, in quel pellegrinaggio che è la vita nostra e delle nostre comunità. Viviamo una comunicazione e uno scambio fraterni che possono darci ristoro e offrirci nuove forze per affrontare le sfide comuni che ci si pongono innanzi”. “Non possiamo dimenticare, infatti – ha osservato – che il pellegrinaggio di Abramo è stato anche una chiamata per la giustizia: Dio lo ha voluto testimone del suo agire e suo imitatore. Anche noi vorremmo essere testimoni dell’agire di Dio nel mondo e per questo, proprio in questo nostro incontro, sentiamo risuonare in profondità la chiamata ad essere operatori di pace e di giustizia, ad invocare nella preghiera questi doni e ad apprendere dall’alto la misericordia, la grandezza d’animo, la compassione”. Quindi ha concluso: “Cari fratelli, cari amici, da questo luogo santo lancio un accorato appello a tutte le persone e le comunità che si riconoscono in Abramo: rispettiamoci ed amiamoci gli uni gli altri come fratelli e sorelle! Impariamo a comprendere il dolore dell’altro! Nessuno strumentalizzi per la violenza il nome di Dio! Lavoriamo insieme per la giustizia e per la pace! Salam!”.
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