La visita in Vaticano di Kiska avviene nel 25° anniversario della ripresa delle relazioni diplomatiche tra la Cecoslovacchia e la Santa Sede, avvenuta nell’aprile 1990 e subito seguita da un viaggio apostolico di Papa Giovanni Paolo II. A questo riguardo nel colloquio, durato 25 minuti, ci si è congratulati reciprocamente per le eccellenti relazioni tra i due Stati. Ma ci si e anche soffermati su un tema spinoso per la Chiesa slovacca, il caso dell’ex arcivescovo Robert Bezak, rimosso dal suo incarico nel 2012 senza averne pronunciate pubblicamente le ragioni. Su questo punto, che interessa una quota importante dei fedeli slovacchi, il presidente ha però informato di non poter dire nulla, essendo una questione interna della Chiesa e del Vaticano. Infine, secondo una nota della sala stampa della Santa Sede, ci si è soffermati «sull’attuale contesto internazionale, con particolare attenzione alle sfide che interessano alcune aree del mondo, specialmente il Medio Oriente, e all’importanza della tutela della dignità della persona umana».
Il presidente ha omaggiato il papa di un grande libro di fotografie della Slovacchia, opera del fotografo Filip Kulisev, in edizione speciale con la copertina placcata oro, dal quale gli ha illustrato le sedi istituzionali dello Stato e i luoghi in cui lui vive con la famiglia. Papa Francesco gli ha donato una medaglia dell’angelo della pace e una copia della
Evangelii gaudiumrilegata in rosso, scrive l’agenzia Askanews. In seguito all’udienza del Santo Padre, Kiska ha avuto un incontro con il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Antoine Camilleri.Una nota dell’Ufficio del Presidente rilasciata in vista del viaggio sottolineava come la visita confermi “l’alto livello delle relazioni tra la Slovacchia e la Santa Sede, nonché quello dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica slovacca”.
Kiska ha dunque rinnovato l’invito al Pontefice a recarsi in Slovacchia, già esteso dal suo predecessore Ivan Gasparovic, che ha avuto occasione di incontrare due volte il Papa (si trattava però di Benedetto XVI), e fu presente ai funerali di Giovanni Paolo II che in Slovacchia venne ben tre volte (nel 1990, 1995 e 2003), recandosi in visita in tutte le diocesi del Paese.
Circa quattro milioni di cittadini in Slovacchia si dichiarano cattolici, corrispondenti a circa il 70% della popolazione, che seguono la confessione di rito romano, oltre a un 4% di greco-cattolici di rito bizantino in particolare nella parte orientale del Paese. Il territorio dell’attuale Slovacchia fu evangelizzato agli inizi del IX secolo da missionari germanici, ma fu con l’opera di Cirillo e Metodio pochi decenni più tardi che l’opera di cristianizzazione fu completata.
La Chiesa slovacca vanta oggi due cardinali ancora in vita, entrambi nominati da Papa Wojtyla: Jozef Tomko nel 1985 e Jan Chryzostom Korec, già martire del regime comunista ed eroe della Chiesa del Silenzio in Cecoslovacchia, nel 1991.
Il 24 novembre 2000 l’allora governo Dzurinda, sostenuto da una coalizione di centro-destra, firmò un Concordato con il Vaticano, il cosiddetto “Accordo base tra la Santa Sede e la Repubblica Slovacca”, che in 25 articoli garantisce la libertà necessaria all’attività della Chiesa cattolica nel Paese, e stabilisce le modalità di funzionamento delle relazioni tra i due stati.
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