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Papa Francesco al Regina Caeli: oltraggio a Dio ferire il corpo del prossimo.

Prima della preghiera del Regina Caeli, Papa Francesco ha commentato il Vangelo di questa terza domenica di Pasqua, nel quale san Luca insiste sul realismo della Risurrezione di Cristo, “che non è un fantasma ma un uomo con corpo e anima”. Per questo dobbiamo avere “un’idea positiva del nostro corpo”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Ogni offesa o ferita o violenza al corpo del nostro prossimo, è un oltraggio a Dio creatore!”. Lo sottolinea con forza Papa Francesco prima della preghiera del Regina Caeli, recitata dalla finestra del Palazzo apostolico che dà su piazza san Pietro, commentando il Vangelo di questa terza domenica di Pasqua. Nel quale l’evangelista Luca insiste molto sul realismo della Risurrezione di Cristo , che incontra ancora una volta gli apostoli nel Cenacolo e per far capire loro che non è un fantasma ma un uomo con corpo e anima mangia davanti a loro del pesce.

Il Vangelo dice anche una cosa interessante: era tanta la gioia che avevano dentro che questa gioia non potevano crederla: “No, non può essere! Non può essere così! Tanta gioia non è possibile!”

Il peccato non lo fa il corpo, ma la nostra debolezza morale

L’insistenza di Gesù sulla realtà della sua Risurrezione, spiega ancora il Papa, “illumina la prospettiva cristiana sul corpo” che non è un ostacolo o una prigione dell’anima. Gesù, che è risorto in corpo e anima, “ci fa capire che dobbiamo avere un’idea positiva del nostro corpo”. Che, ricorda Francesco “può diventare occasione o strumento di peccato”: un peccato però non provocato dal corpo, ma “dalla nostra debolezza morale”. Il corpo infatti “ è un dono stupendo di Dio, destinato, in unione con l’anima, ad esprimere in pienezza l’immagine e la somiglianza di Lui”.
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