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Papa Francesco al Regina Coeli: ‘Come riconoscere la voce di Dio rispetto al maligno? Dio è paziente, sempre!’

Continua l’appuntamento del Regina Coeli domenicale di Papa Francesco senza fedeli in piazza San Pietro e nella modalità di trasmissione streaming attraverso le telecamere e le piattaforme social del Vatican Median Center. Anche in questa domenica 3 maggio 2020 i fedeli di tutto il mondo si sono connessi attraverso le tv ed i vari canali web per seguire le parole del Pontefice.

La figura di Gesù buon Pastore è al centro della liturgia di questa domenica. Il Vangelo di Giovanni ce lo descrive attento e premuroso verso le sue pecore di cui conosce il nome. Esse ascoltano la sua voce e la distinguono da quella dei briganti. Papa Francesco, parlando dalla Biblioteca apostolica, spiega come fare a riconoscere dentro di noi, tra le tante, la voce di Dio. Al termine il Papa si è affacciato su Piazza San Pietro

Il saluto di Papa Francesco nella IV DOMENICA DI PASQUA è il solito: ‘Cari fratelli e sorelle, buongiorno!’. Il Signore ci chiama per nome, ci chiama perchè ci ama! Il Vangelo – ricorda Papa Francesco – ci sono anche voci da non seguire! Come possiamo riconoscere la voce del Pastore da quelle del ladro? Come discernere la voce di Dio e quella del maligno.

La voce di Dio non obbliga mai: Dio si propone, non si impone. Invece la voce cattiva seduce, assale, costringe: suscita illusioni abbaglianti, emozioni allettanti, ma passeggere. All’inizio blandisce e ci fa credere che siamo onnipotenti, ma poi ci lascia col vuoto dentro e ci accusa: “Tu non vali niente”. La voce di Dio, invece, ci corregge, con tanta pazienza, ma sempre ci incoraggia, ci consola: sempre alimenta la speranza. La voce di Dio ha un’orizzonte, invece la voce del cattivo ti porta all’angolo. 

La voce di Dio ci libera da timori e da amarezze

C’è una seconda differenza: la voce del maligno ci fa concentrare “sui timori del futuro” o ci fa guardare al passato, ricordandoci amarezze e torti subiti. “Il nemico non vuole il presente”, aggiunge, e continua:

Invece la voce di Dio parla al presente: “Ora puoi fare del bene, ora puoi esercitare la creatività dell’amore, ora puoi rinunciare ai rimpianti e ai rimorsi che tengono prigioniero il tuo cuore”. Ci anima, ci porta avanti, parla al presente, ora. 

 

Il male non dona la pace

Ancora: la voce di Dio suscita in noi la domanda: “Che cosa mi fa bene?”, mentre quella del tentatore ci fa chiedere a noi stessi: “Che cosa mi va di fare?”. E Papa Francesco prosegue:

la voce cattiva ruota sempre attorno all’io, alle sue pulsioni, ai suoi bisogni, al tutto e subito. E’ come i capricci dei bambini: tutto e adesso. La voce di Dio, invece, non promette mai la gioia a basso prezzo: ci invita ad andare oltre il nostro io per trovare il vero bene, la pace.

Da una parte l’oscurità, dall’altra la luce

Un’altra differenza è l’ ”ambiente” in cui le due voci parlano: il nemico ama l’oscurità, il Signore invece la luce e la verità. Il primo ci induce a chiuderci in noi stessi, la voce del bene ci invita ad aprirci e ad avere fiducia in Dio e negli altri. E Francesco raccomanda:

Cari fratelli e sorelle, in questo tempo tanti pensieri e preoccupazioni ci portano a rientrare in noi stessi. Prestiamo attenzione alle voci che giungono al nostro cuore. Chiediamoci da dove arrivano. Chiediamo la grazia di riconoscere e seguire la voce del buon Pastore, che ci fa uscire dai recinti dell’egoismo e ci conduce ai pascoli della vera libertà. La Madonna, Madre del buon Consiglio, orienti e accompagni il nostro discernimento.

Sul Covid-19 il Papa incoraggia la cooperazione internazionale

Dopo la recita della preghiera mariana, il pensiero del Papa va ad alcuni appuntamenti di questo mese di maggio, dedicato alla Vergine Maria, come la giornata di preghiera e digiuno indetta per il 14 maggio dall’Alto Comitato per la Fratellanza universale per chiedere  a Dio “di aiutare l’umanità a superare la pandemia”. E a questo proposito Francesco esprime ancora una volta la sua vicinanza agli ammalati e a quanti si dedicano alle loro cure e alla ricerca scientifica. Infine ricorda l’odierna Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni invitando tutti a chiedere al Signore “buoni operai per il suo Regno”.

14 maggio una preghiera per l’umanità

Un messaggio in tredici diverse lingue, dal persiano allo swahili, per i “fratelli”, che credono in Dio Creatore, per i “fratelli” in umanità ovunque. Lo rivolge l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, in questo tempo segnato dal coronavirus, invitando ad “una giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione per l’umanità” “Non dimentichiamo di rivolgerci a Dio Creatore in tale crisi”, in un momento in cui il mondo affronta il grave pericolo del Covid-19 “che minaccia la vita di milioni di persone in tutto il pianeta”, L’Alto Comitato per la Fratellanza Umana ricorda il fondamentale ruolo dei medici e della ricerca scientifica, ma soprattutto chiede ad ogni persona, in ogni parte del mondo, a seconda della sua religione, fede o dottrina, di “rivolgersi a Dio pregando, supplicando e facendo digiuno e le opere di misericordia”, “perché Egli elimini questa epidemia, ci salvi da questa afflizione, aiuti gli scienziati a trovare una medicina che la sconfigga, e perché Egli liberi il mondo dalle conseguenze sanitarie, economiche e umanitarie della diffusione di tale grave contagio”.

Una giornata di preghiera e digiuno per superare la pandemia

L’Alto Comitato propone quindi di fissare al 14 maggio “una giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione per l’umanità”, sollecitando sia i leader religiosi che tutte le persone nel mondo, “a rispondere a questo invito umanitario e a rivolgersi a Dio ad una sola voce, perché preservi l’umanità, la aiuti a superare la pandemia, le restituisca la sicurezza, la stabilità, la salute e la prosperità, e renda il nostro mondo, eliminata questa pandemia, più umano e più fraterno”

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